Una intensa giornata all’insegna dello spazio è stata quella del 31 maggio scorso per gli alunni dell’istituto comprensivo Verga.
Si è svolta infatti la giornata delle Scienze, che ha visto la partecipazione straordinaria dell’ingegnere aerospaziale Chiara Cocchiara, gelese, che ha guidato i docenti stem della scuola nel progetto Space Economy, in collaborazione con la Space Academy di Francoforte.
L’intera giornata è stata dedicata allo svolgimento di attività di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica.
Una iniziativa importante se si tiene anche conto che la Verga è stata la prima scuola in Sicilia e la prima a Gela ad aver adottato questo progetto. E di questo si è detta molto orgogliosa la dirigente, prof.ssa Viviana Aldisio.
L’ingegnere ha parlato della sua passione per lo spazio, nata si da bambina, dei sacrifici fatti per inseguire il suo sogno. Si è complimentata con gli alunni che hanno seguito il progetto: «Avete avuto modo attraverso questo percorso di conoscere più da vicino il mondo dello spazio, avete imparato molte cose sul concetto di gravità – ha detto la Cocchiara - , lo spazio vi è stato portato più vicino. Siete riusciti a creare un team, a lavorare insieme, come gruppo». Ha inoltre sottolineato che per diventare astronauta non è strettamente necessario intraprendere un tipo particolare di studi, ma che lo si può diventare anche attraverso altre professioni.
E’ stato proiettato un video sulla simulazione della vita su Marte alla quale ha partecipato la Cocchiara. Simulazione che si è svolta negli Stati Uniti. Ha tenuto a precisare come fosse l’unica europea presente nella navicella, nella quale per due settimane è dovuta rimanere rinchiusa insieme ad altri colleghi che non aveva mai visto prima.
«Vivere nello spazio è meraviglioso, fa sognare, è stupendo – ha detto con semplicità – pensate che anche in questo momento ci possono essere astronauti sopra di noi: infatti la stazione spaziale internazionale è come un laboratorio che lavora ogni giorno, 24 h su 24, senza mai fermarsi, facendo esperimenti di vario tipo: medici, biologici, ricerche».
Ha poi parlato della missione Artemis, partita nel 2022 per portare la prima donna sulla luna: nel 2024 andrà in orbita e nel 2025 atterrerà sulla luna.
Gli alunni le hanno rivolto tante domande alle quali ha risposto in modo esauriente: perché ha deciso di diventare astronauta? Come simulate l’ambiente spaziale? Come prepararsi ad una missione? Come si concilia il lavoro di ingegnere aerospaziale con la famiglia?
Ovviamente prepararsi per una missione è molto difficile e comporta tanti sacrifici, bisogna credere in se stessi e nel proprio team, bisogna avere caratteristiche fisiche e psicologiche, sottoporsi ad un training che dura due anni.
L’ingegnere che ha una figlia piccola, è riuscita a trovare un giusto equilibrio, tra la sua più grande passione che è lo spazio e l’amore per sua figlia, facendo sacrifici per raggiungere i suoi obiettivi.
Rispondendo ad una domanda in particolare, ha parlato di effetti collaterali del suo lavoro e cioè vivere lontani dalla sua terra, dagli affetti, dagli amici, affrontare tante sfide, ma ha insistito sul fatto di non scoraggiarsi mai, di rimboccarsi sempre le maniche e risolvere i problemi.
C’è stato poi il collegamento online da Roma con il senatore Lorefice che nei giorni scorsi si era fatto portavoce in un tavolo di discussione di una proposta: inserire l’educazione spaziale come disciplina nell’ambito del curriculum dell’offerta formativa della scuola, per il quale progetto sta seguendo l’iter del ministero.
«Si tratta di un investimento per il futuro dei giovani. promuovere l’informazione dello spazio darà la possibilità alle nuove generazioni di avere un approccio anche verso questo mondo. Apriremo dei canali di comunicazione sia con il ministero ma anche con l’agenzia spaziale italiana che ha compiuto 35 anni».
Sono seguite le premiazioni del contest che gli alunni hanno realizzato proposto da Space Economy Academy e l’osservazione delle stelle a cura del Planetario di Palermo, che ha allestito 3 postazioni. All’imbrunire è stato possibile osservare il cielo e la luna, a turni.