E’ stata data da poco alle stampe (settembre 2022) La Raccomandazione, ultima fatica letteraria di Rocco Chimera (nella foto), scrittore siciliano,
di Butera, per i tipi della Torre dei venti Editori di Milano, nella collana Garbino, per la narrativa. Il romanzo racconta la storia di un manager milanese che si lascia convincere dalla moglie siciliana a trasferirsi in Sicilia.
Qui andrebbe a lavorare in un ente regionale grazie ad una raccomandazione. Una storia inverosimile, dato che il manager ha i titoli per guidare aziende con milioni di fatturato ma non riesce ad accedere ad un posto di formatore o amministrativo in un ente siciliano, pur avendo questa fantomatica raccomandazione. Nella terra siciliana il protagonista verrà coinvolto in dinamiche particolari dal retrogusto amaro.
Chimera racconta una storia paradossale e lo fa – così come scrive lo stesso scrittore in un passaggio del libro – “per arginare lo strapotere fantastico della realtà”.
Della sua scrittura si sono occupati critici letterari come Tommaso Scappaticci, docente di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino e autore di una vasta produzione scientifica incentrata soprattutto su questioni letterarie degli ultimi tre secoli.
Scappaticci così commenta la sua narrativa: «Chimera demistifica e denuncia mentre sembra offrire solo testi di gradevole intrattenimento, ricorrendo al paradosso e alla deformazione giocosa per evidenziare la normale assurdità del quotidiano.
La fondamentale cifra stilistica della sua narrativa va individuata in questo contemperamento di scherzo e serietà, nella capacità di assicurare un sottofondo di pensosità e di amarezza a vicende apparentemente sbilanciate sul versante di una facile comicità».
Conosciamo un po’ più da vicino l’autore, direttore amministrativo e dei servizi generali nelle scuole.
Ha esordito come scrittore con Ho baciato Totò Cuffaro (Rem Edizioni) una raccolta di racconti che ha vinto nel 2004 il premio letterario nazionale “Le agavi-città di Scilla” (sezione racconto) e nel 2007 il romanzo L’Erostrato comunista e il Cavaliere (Rem Edizioni), che ha partecipato a Palermo al premio Le agavi Panormus.
La prima opera è una disamina comico-drammatica sul vezzo dell’ex presidente della regione siciliana di accaparrarsi i voti con l’arte del bacio sulla guancia. L’autore racconta di costruttori abusivi, di mortiammazzati che “dialogano” tra loro nel cemento, di onesti cittadini sottoposti a controlli severissimi solo perché rispettano le leggi. I
noltre fa una descrizione dettagliata del bacio siciliano, che ha tutta una sua valenza, un suo significato, che cambia da provincia a provincia.
Tommaso Scappaticci ha sottolineato come l’autore riesca con grande capacità, a denunciare con la sua scrittura – un misto tra italiano e dialetto – quello che non va, mentre continua a intrattenere il lettore.
In una intervista di qualche hanno fa rilasciata a Sara Ridolfo per Meridionews, l’autore ha dichiarato, tra le altre cose: «Io, tra il serio e il faceto, racconto le cose per come sono, e mi diverto a farlo. Non voglio e non posso giudicare, perché le condanne morali possono farle solo i grandi».
Sugli autori siciliani ha così commentato: «Noi autori siciliani abbiamo il problema di descrivere la realtà regionale e di farla capire a tutti i lettori. Quindi o si scrive in italiano e non si dà il senso della regione di appartenenza, o si scrive in dialetto con il rischio che non ti capisca nessuno».