Chiamatela Operazione Amarcord, o Progetto Nostalgia, o – se volete – più semplicemente una reunion musicale.
Di sicuro, quella pluridecennale avventura de The Apples, gruppo storico niscemese (con contaminazioni gelesi), è stata più che una parentesi nel vasto panorama dei gruppi musicali degli ultimi 50anni, all’epoca chiamati impropriamente complessi, oggi anche band, o gruppi.
Un disco alle spalle e un festival nazionale vinto ad Alassio (Liguria), poi tante esibizioni non solo in Sicilia, terra dove gli Apples – alcuni sparpagliati al nord Italia– hanno mantenuto solide radici, “abbeverate” da frequenti viaggi vacanzieri a Niscemi.
Siamo a cavallo degli anni ‘70, anni in cui i “complessi” proliferavano sulla scia delle grandi band, Beatles e Rolling Stones su tutte.
Parleremo più avanti degli Apples, dei quali non ci occupiamo qui per caso. Lo facciamo perché – auspice il maestro Ciuzzo Ragona, organizzatore di spettacoli musicali – domenica scorsa il gruppo si è radunato esibendosi nell’atrio dell’ex carcere, tra le mura federiciane del centro storico gelese, come previsto dal cartellone dell’«Estate Gelese 2022», ricco di spettacoli organizzati dalla storica Associazione Musicale “Giuseppe Navarra”, di cui è direttore artistico lo stesso Ragona.
Sul palco sono saliti in sette, tra vecchi e nuovi componenti dello storico gruppo, tra cui i gelesi Ciuzzo Ragona (piano e tastiere), Biagio Casì (organo Hammond), il giovane Dario Moscato (figlio d’arte del padre Orazio); e poi i “forestieri” Ylva Wadén (voce), Antonio Spataro (chitarra ritmica) e i co-fondatori storici niscemesi della band, i fratelli Silvio (chitarra basso) e Riccardo Cannizzo (chitarra solista).
Il repertorio ha spaziato sulla produzione musicale pre e post sessantottina, a cavallo dei due magici decenni, ricca di brani portati al successo dai Pinck Floyd, Eagles, Deep Purple, Prince, Beatles, Creedence Clearwater Revival, e via discorrendo.
Il repertorio, sicuramente impegnativo, meglio si sarebbe adattato ad una voce più graffiante, ma la Ylva ha fatto miracoli nel saper adattare la sua timbrica vocale a quella dei grandi interpreti citati, riuscendo a mettere in mostra le sue qualità nell’esecuzione del brano Proud Mary, scritto da John Fogerty nel ‘68, portato al successo dai Creadence e tre anni dopo riadattato in chiave femminile dal duo Ike e Tina Turner (la vocalist l’ha eseguita in quest’ultima versione).
Quella di domenica scorsa è stata un’esibizione intercalata da meritati applausi a scena aperta, nonostante qualche disfunzione riguardante l’acustica. Forse gli strumenti meritavano una migliore registrazione, per cui la resa del sound non è stata performante.
Resta da raccontare brevi cenni di storia del gruppo, la cui data di formazione risale al 1970 da un’idea dei fratelli Cannizzo, all’epoca studenti con la passione per la musica: Silvio (basso), oggi 71enne, Riccardo (chitarra solista), e Guido (chitarra ritmica). Il primo ha accomunato la sua passione per la musica con quella per la pittura. Vive a Venezia ma conta di rientrare nella sua Niscemi.
«La band – come racconta Silvio Cannizzo – in tutti questi anni ha cambiato assetto. Ad alcuni fondatori sono subentrati i gelesi Ciuzzo Ragona (piano e tastiere), il batterista Enzo Milano, il cantante Daniele Scollo. Gli ultimi arrivati sono i due gelesi che si sono aggregati alla band in occasione del concerto di domenica scorsa, il tastierista Biagio “Gino” Casì e il batterista Dario Moscato, il più giovane del gruppo.
Qualche cenno sul profilo extra musicale di ognuno: la cantante Ylva Wadè, è svedese, moglie di Silvio Cannizzo. E’ una scultrice e solo da alcuni anni si è avvicinata alla musica come cantante; del marito Silvio possiamo dire che è un valente pittore; del fratello Riccardo andiamo sul professionale, trattandosi di un docente di Inglese in pensione, mentre Antonio Spataro è un medico in pensione ma ancora impegnato come supporto al personale reclutato per fronteggiare la pandemia Covid.
Dei gelesi, Ragona è un maestro di musica, compositore e da alcuni anni organizzatore di eventi musicali; Dario Moscato lavora all’ospedale di Gela e Biagio Casì è dottore commercialista.
Sul gruppo possiamo ancora dire due-tre cosette: che nel 1977 ha vinto il Festival di Alassio, e che nel 1978 ha pubblicato un singolo con la New Star Record dal titolo Di chi son figlio io? (lato A) e Ricordi (lato B), entrambi scritti da Lo Vivo e Ragona.
In quegli anni d’oro per gli Apples, si sarebbero potute aprire le porte della Rca, una delle più importanti case discografiche americane, con sede anche a Milano, ma i ragazzi, ancora molto legati alla propria terra ed impegnati negli studi, hanno preferito tornare a casa.
Un sogno infranto? Chissà quali altre occasioni e quale strada avrebbero imboccato i quattro (allora tutti) di Niscemi se avessero accettato di entrare nella scudera dell’Rca...
Reduci dalla partecipazione al Summer Fest di Niscemi, organizzato da Silvio Cannizzo, e calato il sipario sull’esibizione a Gela, i due fratelli Cannizzo contano di rientrare definitivamente in Sicilia.
«Questo – ha anticipato Silvio – è il nostro nuovo progetto di vita. Tornare a vivere a Niscemi significa anche provare a mettre su la band. Vedremo».