Se vogliamo usare una “elegante” metafora possiamo dire che il mondo è abitato da “uccellacci e uccellini”, dove spesso, spessissimo, i corvi (gli uccellacci) mangiano i teneri colombi (gli uccellini).
Ed è un corvo, non a caso, uno dei personaggi protagonisti di Uccellacci e uccellini il film girato da Pier Paolo Pasolini nel 1965 e prodotto da Alfredo Bini.
La prima parte della pellicola narra di due fraticelli (Totò e Ninetto Davoli, nella foto) che vengono inviati in missione da san Francesco in persona per convertire i falchi e i passerotti, ma senza successo, perché se le due specie di uccelli infine riconoscono Dio, comunque fra di loro continuano ad ammazzarsi.
Anche questo un chiaro riferimento agli uomini, che professano fedi e religioni...seminando odio. I due frati li ritroviamo poi sotto altre vesti, e divengono un padre e un figlio che vivono una lunga serie di disavventure, che hanno come comune denominatore l'egoismo, l'intolleranza, la cattiveria degli uomini.
Così, i due protagonisti nel loro andare vengono accompagnati da un corvo “filosofo e di sinistra” che sembra conoscere tutto del mondo, salvo poi dichiarare che ogni ideologia è ormai morta. Un affresco poetico pasoliniano, abitato di strane e allucinate figure, dove il bene non sembra trovare cittadinanza in un mondo dove i rancori e le contese sono più forti di ogni tentativo di dialogo e pacificazione.
Questo il messaggio che emerge dalla pellicola, con i due protagonisti che infine, dopo essersi trovati casualmente ad assistere ai funerali di Palmiro Togliatti (vere le immagini delle esequie del leader comunista), non sembrano più disposti a farsi tediare dal corvo petulante saccente, e a suo modo “moralizzatore”, così lo ammazzano e lo divorano. Che bello, se anche nella realtà tutti i corvi potessero essere accoppati e fatti arrosto!
Uccellacci e uccellini fu l'ultimo film interpretato da Totò, che sarebbe morto l'anno successivo. Fra gli aneddoti che si raccontano sulla pellicola, anche quello secondo cui il corvo (autentico) tentò più volte di strappare gli occhi al principe della risata, e questo costrinse la produzione a cercare gli accorgimenti giusti per salvaguardare la salute dell'attore. Originale, e forse caso unico nel cinema, il fatto che i titoli di testa e di coda erano “cantati” in rima, dalla voce inconfondibile di Domenico Modugno su musiche originali di Ennio Morricone.
Nel cast anche la bellissima Femi Benussi che interpretò il ruolo della prostituta Lola, In quanto a Pasolini, questo egli disse del suo film: «Uccellacci e uccellini è stato il film che ho amato e continuo ad amare di più, prima di tutto perché come dissi quando uscì è "il più povero e il più bello" e poi perché è l'unico mio film che non ha deluso le attese.
Collaborare con Totò "reduce da quegli orribili film che oggi una stupida intellighenzia riscopre" fu molto bello: era un uomo buono e senza aggressività, di dolce cera. Voglio ricordare anche che oltre che un film con Totò, Uccellacci e uccellini è anche un film con Ninetto, attore per forza, che con quel film cominciava la sua allegra carriera. Ho amato moltissimo i due protagonisti, Totò, ricca statua di cera, e Ninetto. Non mancarono le difficoltà, quando giravamo. Ma in mezzo a tanta difficoltà, ebbi in compenso la gioia di dirigere Totò e Ninetto: uno stradivario e uno zuffoletto. Ma che bel concertino».