Ha fatto tappa anche a Gela il lungo tour di presentazioni, dell’ultimo romanzo di Silvana Grasso, “La domenica vestivi di rosso” (Marsilio Editore), uscito in libreria il 18 ottobre scorso e che già tanto successo sta avendo in tutta Italia.
Su e giù per lo stivale, oltre che in Sicilia, 100 incontri in soli 120 giorni. Una promozione che sta vedendo la Grasso impegnata come non mai, richiesta ed apprezzata, premiata con riconoscimenti prestigiosi. La scrittrice affermata e tradotta in tutto il mondo, con centinaia di tesi dedicate alla sua produzione letteraria e alla sua vulcanica scrittura, non poteva saltare una tappa nella sua Gela, dove ha vissuto e lavorato per tanti anni come docente al Liceo classico Eschilo, dove ritorna ogni tanto, tra una pausa e l’altra dei suoi innumerevoli impegni, con fissa dimora ormai a Giarre, sua città natale.
Martedì 27 novembre alla scuola media Mattei guidata dalla dirigente Agata Gueli, (nella foto con la scrittrice Silvana Grasso) i suoi tantissimi estimatori hanno ascoltato con entusiasmo, curiosità e partecipazione l’incontro letterario sul suo romanzo, organizzato anche con la collaborazione della libreria Mondadori.
Non è stata la classica presentazione – non avrebbe mai potuto esserlo con la vulcanica, imprevedibile ed eclettica Grasso –. Si è trattato di una conversazione, nel corso della quale la prof.ssa Gueli ha potuto parlare se non a tratti della protagonista, la bellissima e sensuale Nerina, della sua nascita, della sua peculiarità fisica che l’ha segnata per tutta la vita, del periodo storico in cui è ambientato il romanzo, il 1968. Di quegli elementi che ne fanno intravedere nelle parole del libro la vita dell’autrice. Una Grasso che più e più volte, ha interrotto il discorso della sua interlocutrice, perché smaniosa di esternare come un fiume in piena, come lava incandescente, le ragioni del suo scrivere: una necessità manifestata sin da piccolissima, cercando carta ovunque, anche strappando i quaderni alla sorella maggiore, per poter andare a fondo, come con un busturi, all’animo umano. E’ questa per lei la funzione della scrittura: molestare, lasciare dentro all’anima il suo graffio.
«Un romanzo, dopo che ho finito di scriverlo, non è più mio – ha detto –. Diventa del lettore, che è il grande critico. Non do mai sacralità alla scrittura, che vuole essere condannata, violentata. La storia deve rimanere a me sconosciuta, è il lettore che me la deve far conoscere. Un testo non va semplicemente letto, ma smantellato, sviscerato, scomposto e ricomposto. Se dal testo il lettore si sente molestato, disturbato, vuol dire che la scrittura, la letteratura, ha svolto appieno la sua funzione, che è quella di essere eversiva».
La Grasso ha offerto inoltre altri spunti di riflessione, a pochi giorni dalla giornata in commemorazione delle donne vittime della violenza di genere: 30 anni fa, quando giunse a Gela giovanissima per insegnare al liceo classico, fu sola contro tutti, vittima delle calunnie delle donne, per la sua diversità, per la sua eversione. Grazie alla quale però lei è diventata la Grasso.
«Bisogna adottare l’eversione per non restare mutilati dalla paura – ha detto –. La diversità va incoraggiata – ha inoltre sottolineato – perché può produrre frutti fecondi. In me ha prodotto la scrittura, nei vostri figli e nipoti potrebbe offrire molto altro e anche dippiù».
E a tal proposito la dirigente Gueli ha voluto precisare che “le donne devono tanto all’eversione della Grasso”.
La scrittrice ha anche fatto diversi riferimenti alla sua infanzia, al suo rapporto con la madre, in verità mai risolto e che tanti segni ha lasciato nel suo animo inquieto e nella sua geniale scrittura, per non aver compreso nella sua semplicità quella figlia eversiva, diversa. Ha ricordato anche il padre, in vista della traduzione dei suoi romanzi anche in Russia. In quella Russia dove il genitore fu disperso e creduto morto durante la seconda guerra mondiale. Emozionante per lei è stato parlare di queste cose così intime e commovente per il pubblico ascoltarle.
Tra gli ultimi riconoscimenti ottenuti in ordine di tempo quello del ministero della cultura francese, che l’ha invitata come ospite d’onore all’Università d’Avignone. Inoltre è il via di traduzione a Belgrado “L’incantesimo della buffa”: «Un paese uscito dalla guerra non deve comprare la letteratura – ha detto –».
All’indomani della presentazione alla Mattei, la scrittrice è stata ospite del Liceo scientifico Vittorini diretto da Angela Tuccio che ha organizzato laboratori di lettura per gli studenti (8 classi) dei romanzi della Grasso e che parteciperanno al bando di concorso nazionale indetto da Marsilio, l’editore sul suo ultimo romanzo, dal tema “Aromi di Sessantotto”, riservato alle scuole superiori d’Italia per realizzare un book trailer, formato da video o recensioni che saranno visionati da esperti dell’opera grassiana, Maria Castiglione e Gandolfo Cascio. Ad essere premiati a livello nazionale 10 progetti.
L'iniziativa è curata oltre che dalla dirigente del liceo, dalle docenti Tiziana Mauro, Teresa Mammoliti, Francesca Scicolone, Cinzia Basilea, Luisa Terrana, Simona Falconeri e dalla tutor Sabrina Cuvato.
Il tour di presentazioni de “la domenica vestivi di rosso” che toccherà tante città del nord Italia, riprenderà dopo Natale.