Fofò Ammirata (nella foto) torna in panchina a 67 anni.
L’ex tecnico di Gela, Palermo, Marcianise e Igea Virtus era da tempo in attesa di una chiamata, dopo aver affrontato un periodo assai complicato dovuto alla scomparsa della moglie. Guiderà l’Equipe Sicilia, la selezione di calciatori siciliani professionisti in attesa di un contratto in serie B o Lega Pro. Un’avventura a tempo, in programma dal 16 luglio al 10 agosto, ma comunque una nuova occasione per tornare ad indossare la tuta e insegnare calcio, come fatto per una vita intera.
«E’ nato tutto per caso – racconta l’allenatore palermitano – durante uno dei miei viaggi a Palermo. Torno spesso a casa e colgo l’occasione per visitare il Centro Siciliano per documentarmi e aggiornarmi. Ho incontrato Umberto Calaiò e l’ex direttore sportivo del Gela Ferrante che mi hanno presentato questa opportunità. Non è un incarico lungo ma lo affronto con il solito entusiasmo. Può essere un trampolino di lancio per tanti giocatori e spero per il sottoscritto».
Quello di Ammirata è il primo nome che ad ogni inizio stagione viene accostato al Gela. E a dire il vero, nel corso dell’ultima stagione è stato ad un passo dal ritorno in biancazzurro. Era dicembre e la società aveva deciso di sollevare dall’incarico Pippetto Romano. Più di un contatto, racconta amareggiato Ammirata.
«Sì, non posso nasconderlo – sottolinea il tecnico – e pensandoci aumenta l’amarezza. Mi contattò la proprietà chiedendomi di raggiungere il loro ufficio in 40’ perché volevano propormi la panchina del Gela. C’era solo un problema. Mi trovavo a Londra da mia figlia ma ho comunicato loro che il biglietto di ritorno era in programma per il giorno successivo, quindi gli ho chiesto di avere un giorno di pazienza. Non fui aspettato e presero Terranova. Mi dispiace il fatto che non mi è stato comunicato nulla. Ad oggi, nessuna spiegazione. Sono un professionista – chiarisce Ammirata – e se la società mi avesse comunicato di aver preferito un altro allenatore lo avrei capito. Ciò non toglie che con loro ho mantenuto un rapporto cordiale. Non sono uno che porta rancore».
Ammirata ha voluto dire anche la sua sull’ennesima estate tribolata del calcio gelese.
«Tutto quello che noi viviamo ogni anno – dice l’allenatore – è frutto della mancata programmazione e della scarsa organizzazione. Questo accade sia dal punto di vista sportivo che politico. Sono uno che ama dire le cose come stanno, mettendoci sempre la faccia. Dal punto di vista calcistico, l’errore più grande è e resta quello di non avere un proprio settore giovanile. Questa è una pecca che ci portiamo dietro da tanti anni e da quello che vedo sarà ancora così per molto. Dal punto di vista politico, invece, c’è sempre stata poca propensione ad incentivare il settore sportivo. Ricordo che si parlava di stadio nuovo sin dai tempi in cui giocavo io. Sono passati quasi 50 anni e siamo ancora qui».
Tra ricordi, nuove sfide e tanti sogni nel cassetto, il maestro di calcio è pronto a tornare in campo, nell’attesa di una chiamata degna della sua carriera.