Gela, se ci sei batti un colpo. Una stagione anonima, fatta di speranze illuse e sogni infranti. Per il Gela è un anno da dimenticare.
L’undicesimo posto è figlio di caos, programmazione sportiva errata, estate turbolenta, inesperienza e quel mancato mea culpa generale che di settimana in settimana porta alla ricerca di alibi nuovi e credibili. La sconfitta con l’Igea è lo specchio della stagione. Un Gela che crolla alla prima occasione e che non ha quasi mai la forza di reagire. Oggi la classifica dice undicesimo posto, a +5 dai playout e -10 dai playoff, con sei squadre davanti e tanti scontri diretti persi.
I problemi del Gela.
Alibi. E‘ stato un errore – anche della stampa – aver cercato scuse per ogni passo falso. Bisognava vedere in faccia la realtà e analizzare i problemi. Una prima parte di stagione a sottolineare l’elevato numero di infortunati, gli errori arbitrali, i pali, le traverse e i portieri avversari in giornata di grazia. Oggi – eccetto Bonaffini – stanno tutti bene eppure la musica non è cambiata. L’errore arbitrale più grave si è visto a Vibo, non di certo a Roccella, Barcellona o in casa col Messina.
Squadra sopravvalutata. Un mercato faraonico per quel che è la serie D. Un budget da Lega Pro per calciatori che non hanno sin qui fatto la differenza. I cinque migliori della stagione sono finora stati Bruno, Brugaletta, Bonanno, Moi – quando ha giocato – e Cuomo. Gallon è stato vittima di troppi infortuni ma la sua qualità è indiscutibile. Cosenza non ha espresso il reale valore, così come Biondi. Un grande acquisto era stato Dorato che non è stato rimpiazzato. Gli under non sono paragonabili a quelli dello scorso anno, Schisciano su tutti.
Gestione tecnica. Romano non ha fatto male, anzi. Con lui alla guida il Gela, tra alti e bassi, era nei primi posti. Ha perso il controllo della barca e non l’ha saputo riprendere e ha pagato. Terranova (nella foto) non ha dato quella sterzata. E’ un allenatore giovane, preparato, ambizioso. Serviva uno scossone e non è arrivato. Una sola vittoria è troppa poca roba. Ogni settimana dice di affrontare la squadra più forte del campionato. Ora ha una missione: far temere il Gela agli avversari. Dovrebbe osare di più. Ha tutto da perdere e magari giocando con Alma, Bonanno e Gallon insieme potrebbe avere un po’ di fortuna.
Mercato. Anche il direttore Martello non è esente da colpe. Serviva un sostituto di Dorato. Lo hanno detto tutti, lui compreso. Ha commesso l’errore di dichiarare pubblicamente il possibile arrivo di un giocatore da Lega Pro. Sono arrivati solo alcuni giovani che tra l’altro non vengono schierati. A questa squadra manca anche un terzino sinistro puro che possa consentire a Bruno di giocare nella sua corsia preferenziale.
Questioni extracalcistiche. Troppe chiacchiere e troppe polemiche. Lo stadio, il rapporto Ciaramella-Martello, il caos ritiro a metà ottobre, la questione Marangio e chi più ne ha più ne metta. Una stagione transitoria anche per la proprietà, inesperta ma pronta a fare bene.
Ercolanese. Domenica altro scontro duro contro una grande del campionato. Bisogna vincere a tutti i costi. Mancheranno ancora una volta Campanaro, Polito e Bonaffini. In dubbio il giovane Brasile. Spazio al 4-4-2, con la presenza di Alma e Cataldi sugli esterni, e Gallon e Bonanno di punta. Probabile Mansueto al fianco di Moi con Brugaletta e Bruno terzini. Cascione insidia Biondi.