Mercoledì nel corso di gara 2 della semifinale playoff di serie C tra Melfa’s Gela Basket e Catanzaro, a prendersi la scena non sono stati gli atleti in campo, che per tre quarti di partita hanno offerto uno spettacolo da categoria superiore ai presenti al Palalivatino.
Purtroppo, gli arbitri Alvin Perrone di Catania e Damiano Cavallaro di Zafferana Etnea, i quali a 6:14 dal termine della sfida, sul punteggio di 54-59 per Catanzaro, hanno deciso di sospendere la contesa per una piccola invasione, commessa dal padre di uno degli atleti del Gela dopo un fallo brutto ai danni di Emanuele Caiola, caduto rovinosamente a terra da altezza canestro, e per presunte minacce ricevute dal pubblico presente – senza nessun avvertimento precedente - animato anche da un gestaccio da parte del serbo Sipovac nei confronti della panchina gelese.
«La situazione venutasi a creare al Palalivatino – afferma amareggiato il vicepresidente Fabio Cipolla – è da ricondurre all’atteggiamento del giocatore di Catanzaro Sipovac, il quale più volte si è reso protagonista di comportamenti poco gradevoli nei confronti della nostra panchina, prima del fallo ai danni di Emanuele Caiola.
In questa circostanza, gli arbitri avrebbero subito interrompere la partita, trattandosi di una caduta con la testa e quindi da protocollo sarebbero dovuti partire immediatamente tutti gli accertamenti del caso. La reazione del padre, in parte, la giustifico perché chiunque si preoccuperebbe per un figlio.
L’ arbitro Perrone si è confermato restio nei nostri confronti, come già capitato in altre occasioni. Il problema – continua – sta anche nel fatto che a chiedere la sospensione, senza alcun preavviso, sia stato un giudice del tavolo e non gli stessi direttori di gara.
Oltretutto, in occasione di Catanzaro-Giarre, un tifoso della squadra di casa ha scaraventato un pugno ad un giocatore ospite ed in quel caso la partita non fu fermata; quindi, sono stati usati due pesi e due misure. Siamo delusi perché volevamo il verdetto finale dal campo e non chiudere la stagione in questo modo. Ovviamente, facciamo ammenda anche dei nostri errori, ma non meritavamo questo trattamento».
Una pagina brutta di sport, senza ombra di dubbio, ma una gestione di gara da rivedere, che penalizza Gela oltremodo e ingiustamente, condizionando così l’esito di una stagione, che vede comunque la squadra di Totò Bernardo uscire a testa alta, avendo tenuto testa ad un avversario con ambizioni importanti già da inizio anno. Da quei 34,26 minuti disputati bisognerà ripartire, per un futuro sicuramente roseo, arbitri permettendo.