Giorni di riflessioni in casa Volley Gela.
Il primo importante nodo da sciogliere è quello legato al campionato a cui prendere parte. Il tecnico Giacomo Tandurella, dovrà decidere in base alla disponibilità delle giovani atlete, molte delle quali per motivi di studio dovranno lasciare la città. Una situazione, già prevista ancor prima della fine della scorsa stagione, che ha visto il sodalizio biancazzurro arrivare ad un passo dalla conquista del campionato territoriale under 19, vinto dall’Albaverde, squadra in cui farà parte per il campionato di B2 l’opposto gelese Jenny D’Antoni, protagonista lo scorso anno nel Modica, e una vecchia conoscenza della pallavolo locale Noemi Spena.
Le opzioni da valutare sono prevalentemente due, la prima vedrebbe il Volley Gela impegnato nel campionato di serie D o Prima Divisione, con le ragazze che rimarranno in città e l’inserimento di qualche atleta del settore giovanile, come fatto con Matilde Catalano (classe 2007) nella formazione under 19. La seconda, vedrebbe il sodalizio biancazzurro impegnato solo nei campionati giovanile, per ripartire da zero con un gruppo nuovo, da far crescere nel corso degli anni, con la speranza di eguagliare i risultati ottenuti con Apruti, Fargetta e compagne.
Da escludere, a meno di cambiamenti degli ultimi giorni, la possibilità di prendere parte al campionato di serie C, categoria affrontata negli ultimi tre anni. Campionato complicato per il livello delle squadre, impossibile da affrontare con un gruppo ristretto, senza possibilità di rotazioni, un problema già nella passata stagione in molte gare.
L’ unica certezza ad oggi è che il Volley Gela continuerà a porsi come obiettivo quello di far avvicinare sempre più giovani alla pallavolo, partendo dal mini volley, da sempre tra i più importanti in città.
«La speranza – commenta Tandurella – è quella di riavere tra tre-quattro anni di nuovo tutte le atlete, di questo ciclo che si è concluso, di nuovo in città e chissà magari provare a costruire qualcosa di importante, puntando alla serie B2, confidando nel fatto che molte di loro continueranno a giocare a pallavolo in altre città, riuscendo ad alternare lo sport al lavoro o agli impegni di studio. Purtroppo – conclude – ultimi due anni condizionati dal Covid non ci hanno aiutato».