Mentre negli altri sport le federazioni studiano un piano per la ripartenza, il calcio dilettantistico sembra abbandonato a sé stesso.
I campionati sono fermi ormai da più di due mesi e ad oggi le società non hanno ricevuto alcuna comunicazione sul futuro. La situazione, comincia ad essere paradossale, perché se in un primo momento ogni tipo di decisione poteva essere rimandata al nuovo anno, adesso non ci sono più scuse che tengano. Nel volley la Fipav ha inserito la maggior parte dei campionati nella “categoria” di interesse nazionale, stesso discorso nel basket, ma nel calcio questa situazione d’emergenza, fa emergere ancora di più la disparità di trattamento tra professionisti e dilettanti.
«Come società – commenta amareggiato il presidente Luigi Rivecchio (nella foto) – non abbiamo ricevuto nessuna notizia su un’eventuale ripartenza. Si vocifera, che si sta pensando a far riprendere i campionati giovanili, dato che gli spostamenti, essendo dei tornei limitati alla provincia, sarebbero minori rispetto ad una competizione regionale. Mi sento di escludere categoricamente l’ipotesi che venga disputato solo il girone di andata, perché questo andrebbe contro le Norme Organizzative Interne Figc (conosciute come Noif), per cui se si dovesse riprendere si farà in modo di portare al termine l’intera stagione».
Il presidente si dice poco fiducioso riguardo il proseguimento del campionato, sia per gli sviluppi della pandemia, sia per un fattore prettamente logistico: «Entro fine mese ci aspettiamo una risposta, se entro quella data non ci sarà nulla di certo, penso che a quel punto sia il caso di annullare la stagione. Più tempo passa e più sarà complicato riprendere, anche perché il doppio impegno mercoledì/domenica per molti giocatori sarebbe insostenibile, anche sul piano lavorativo. A mio modo di vedere, sarebbe più corretto proiettarci alla prossima stagione, magari evitando ulteriori pagamenti di iscrizione e tasse varie.
Una sorta di congelamento dei campionati, poi nel caso qualche società dovesse alzare bandiera bianca, si troverebbe il modo per decidere chi debba rimpiazzarla. I nostri ragazzi continuano comunque ad allenarsi da soli, seguendo i programmi personalizzati. Ovviamente, però, non è la stessa cosa rispetto ad allenarsi in gruppo. Mi piace constatare come siano responsabili, continuando a mantenere l’impegno, come se il campionato stesse andando avanti».
Secondo Rivecchio, il protocollo nazionale con controlli più oculati sarebbe inattuabile: «Nei campi di provincia è impossibile anche solo garantire il distanziamento negli spogliatoi. I costi derivanti dai tamponi da effettuare prima e dopo una partita sarebbero abbastanza alti, oltre quelli che già ci siamo trovati ad affrontare, nonostante tutto sia fermo».
Gela Fc, che continua a portare avanti il progetto di scuola calcio: «Sempre nell’ottica del rispetto di tutte le norme, abbiamo cambiato la sede in cui si allenano i nostri bambini, potendo garantire uno spazio maggiore, al fine di poter continuare gli allenamenti individuali in tutta sicurezza». In attesa di sviluppi, novità importanti ai vertici della Lnd Sicilia, con Sandro Morgana che è stato eletto presidente, succedendo a Santino Lo Presti.