Lo sport si ferma di nuovo, scelta discutibile del governo

Lo sport si ferma di nuovo, scelta discutibile del governo

La speranza di tutti era che questo non riaccadesse, ma così come a marzo, ci ritroviamo nuovamente a parlare, purtroppo, dello stop dei campionati dilettantistici e di ogni attività giovanile.

La curva dei contagi rivolta verso l’alto, ha portato il Governo a prendere questa drastica decisione, col Dpcm del 25 ottobre. Sport nuovamente colpito, ma solo quello provinciale e regionale, a delineare ancora una volta una linea che non dovrebbe esistere, tra sport professionistico e dilettantistico, facendo passare il messaggio, sbagliato, che il primo è importante, mentre il secondo può essere snobbato, quando invece è dal secondo grande gruppo, che emergono i campioni del futuro, che consentono di fare belle figure in campo internazionale.

Oltretutto, così come a marzo, le società non sembrano essere tutelate adeguatamente e questo potrebbe portare a dei seri problemi per la stagione in corso e per quelle future. Col Dpcm, vengono annullati tutti i protocolli precedenti, che stavano consentendo il proseguimento dei vari tornei di calcio, seppur nelle ultime settimane, fosse aumentato il numero di partite rinviate, con il problema Covid per tante realtà, ma un calendario pieno di impegni è meno grave rispetto ad uno stop totale.

La ripresa, per i campionati che vanno dall’Eccellenza in giù, è prevista per il 24 novembre da fine decreto, ma la prima domenica è il 29. Senza potersi allenare per tutto questo periodo, il dubbio è che le squadre non siano in grado di scendere in campo e questo per logica dovrebbe comportare un ulteriore slittamento. I campionati di Basket e pallavolo, al contrario del calcio, non sono nemmeno iniziati e la loro disputa è in dubbio, per quel che riguarda il 2020, con una preparazione atletica da dover ricominciare da zero.

Penalizzati anche i più piccoli, per i quali era consentito fino a mercoledì, l’allenamento individuale. Lo sport è salute, gioia e divertimento, perché privare le fasce più piccole di questo svago? Un danno anche per le scuole calcio o i mini-basket, che già fanno fatica a portare avanti questo importante impegno.

«Sono del parere – dichiara amareggiato il presidente del Gela FC Luigi Rivecchio – che ci sia un accanimento sullo sport. A questo punto, dato che già era stata messa in conto una possibile seconda ondata, sarebbe stato più opportuno non iniziare la stagione se questa deve essere la “soluzione” per fermare i contagi. Ci hanno fatto fare investimenti per poi bloccarci senza pensarci due volte. Una società comporta tante spese tra Prima squadra e settore giovanile, tra l’altro progetto partito negli scorsi mesi.

Sono danni enormi e la mia paura è che la data del 24 novembre non corrisponda alla fine di queste misure restrittive. Noi – continua – abbiamo seguito alla lettera tutti i protocolli, occupandoci ogni due giorni della sanificazione degli spazi usati, compreso il pulmino della scuola calcio. Abbiamo speso una somma importante per la sicurezza di tutti. Anche la possibilità, in un primo momento, di potersi continuare ad allenare individualmente non aveva molto senso, di fatti abbiamo sospeso ogni nostra attività. Temo che non si riesca a ripartire. I tempi di pausa non danno la certezza, anche perché 30 giorni senza allenamenti influiscono sul rendimento. In generale, tutti affermano che i contagi nelle attività sportive sono minimi e questa poteva essere un motivo per non fermare almeno i settori giovanili, magari limitando gli spostamenti da un paese all’altro, ma era importante continuare.

Con l’ultimo protocollo – conclude – la regolarità dei campionati non era messa in discussione e le partite rinviate potevano essere recuperate durante la settimana, come è accaduto a noi in due occasioni. Nessuno pensa, che in queste categorie, c’è chi, con lo stipendio, mantiene le famiglie. Adesso ci ritroviamo a dover pagare anche fornitori, poiché in precedenza hanno già provveduto al loro servizio. Se non ci daranno un supporto economico, sarà una strage di società».

Dello stesso pensiero il tecnico della Melfa’s Gela Basket Salvatore Bernardo, che dal qualche settimana aveva iniziato la preparazione atletica della squadra per il campionato di C Silver.

«Con la sospensione degli allenamenti  – ha detto – mi sembra scontato uno slittamento del via della stagione, verosimilmente ad inizio del nuovo anno, dato che tra stop e vacanze di Natale, sarà difficile riprendere nell’immediato. Questo, comporterebbe anche la necessità di lasciare andare i ragazzi nei loro paesi di appartenenza, anche perché per la società rappresentano un costo, che se non si gioca, è difficile da sostenere. Col protocollo precedente si poteva proseguire, magari andava rinforzato con delle agevolazioni in termini di tasse, che avrebbero consentito di effettuare con maggiore regolarità i controlli del caso. È essenziale – continua – non fare perdere ai più giovani la voglia di fare sport, ma considerando che l’Italia non si è mai occupata della promozione dell’attività fisica nelle scuole, penso che il problema non verrà preso in considerazione».

Settori giovanili, che già avevano provveduto a regolarizzare il loro lavoro in base al Dpcm emanato il 18 ottobre, come confermato dai gestori dell’ Asd SB Minibasket School Emanuele e Gaspare Caiola e Marta Di Francesco: «Le restrizioni imposte col Dpcm del 18 ottobre le riteniamo corrette, dato che il Covid è tramandato con lo scambio di particelle di sudore o saliva, ma la chiusura totale ci sembra una misura esagerata. I rischi di contagio in palestra erano ridotti al minimo, i bambini lavoravano individualmente e non utilizzavano nemmeno gli spogliatoi, avendo una postazione propria distanziata ognuna un metro, così come ognuno aveva il proprio pallone e tutto veniva sanificato. All’entrata tutti venivano registrati con conseguente controllo della temperatura. Abbiamo speso tanti soldi per adeguarci».

Nel volley, la federazione ancor prima di qualsiasi decisione governativa, ha chiarito i propri “canoni” di definizione per quanto riguarda i campionati di interesse nazionale.

«A livello normativo per noi cambia poco – commenta il tecnico del Volley Gela Giacomo Tandurella    poiché la Fip ha fatto rientrare i campionati di serie A, serie B e serie C e le categorie giovanili, tra quelli di maggiore importanza per cui la partenza non è in bilico. È ovvio che tutto dipenderà da come si evolverà la situazione, ma è innegabile che non siamo tranquilli. Come si è visto anche nel calcio, la possibilità di contagi è alta. Dobbiamo fare tanta attenzione. Prima di tutto bisogna salvaguardare la salute».