Come anticipato nelle scorse settimane, le squadre del campionato di Eccellenza, chiedono a gran voce la sospensione del campionato, al contrario di quanto potrebbe accadere per la serie A e le altre categorie.
Con una lettera, i presidenti di ben 12 società (Gela FC compreso) hanno spiegato le motivazioni che portano a tale drastica scelta. In primis, viene messa in risalto la parte umana, con la volontà di salvaguardare la salute di tutti gli atleti e addetti ai lavori che gravitano attorno al movimento. Impensabile ripartire, per la mancanza di strutture idonee e conformi ai parametri richiesti per far riprendere la massima categoria italiana. Altro aspetto da non trascurare, è il metodo con il quale si vuole portare a termine la stagione, giocando tre volte alla settimana. Ritmi impensabili, considerando che per la maggior parte degli atleti il calcio non rappresenta l’unica attività settimanale. Sempre nella lettera, ampio spazio è stato dedicato all’aspetto economico “Tutti noi viviamo ed operiamo in zone che fanno dell'attività turistica la loro unica fonte di lavoro, in cui le aziende si sono trovate, improvvisamente, a dovere fermare la produzione e le persone a bloccare tutte le proprie attività lavorative ed è ovvio che tutti dovremmo fare i conti con le gravi ripercussioni finanziarie che questa pandemia sta provocando.
Pertanto, in questo momento e per molto tempo a seguire, le nostre energie e risorse dovranno essere utilizzate esclusivamente a pensare al bene dei nostri dipendenti, delle loro e delle nostre famiglie per cercare di ricostruire tutto quanto sarà irrimediabilmente perso fino al momento, che si prospetta alquanto lungo, in cui si potrà finalmente ritornare alla “normalità”.
Le uniche società a non aver messo la firma al documento sono Paternò, Sant’Agata e Giarre – le prime della classe – poiché nel caso in cui non venisse trovata una soluzione per le promozioni, si tuteleranno per vie legali.
«La nostra società – dice il presidente dei gialloneri Luigi Rivecchio (nella foto) – sposa in pieno tutto quello scritto nella lettera. Penso, che i vertici del nostro calcio, stiano pensando solo al campionato di maggiore interesse mediatico, trascurando le categorie più basse che costruiscono i talenti del futuro. È impensabile riprendere a giocare, doversi prendere la responsabilità sulla salute di tutti.
L’ unico modo per essere certi che tutti gli atleti stiano bene, sarebbe quello di effettuare continuamente controlli accurati, ma è indiscutibile che adesso bisogna prestare attenzione a chi è stato colpito da questo grave problema. Il calcio passa in secondo piano. Sulla ripresa – continua - siamo tutti consapevoli delle condizioni delle nostre strutture e anche in questo caso verrebbe meno la sicurezza, come per esempio il Mattei. Oltretutto, giocare tre volte a settimana è impensabile anche per le alte temperature che ci saranno da qui a due/tre settimane e non si può giocare di sera perché gli impianti sono sprovvisti dell’illuminazione».
Sul discorso promozioni, Rivecchio ha un’idea chiara, che vede il salto di categoria per Paternò e Sant’Agata, con un cambiamento dei gironi di serie D.
«Sono le due società che lo meritano per quello che si è visto in campo e anche per gli investimenti fatti. Non sarebbe corretto, soprattutto per quanto riguarda il Paternò, negargli questa possibilità. Fermarsi adesso, potrebbe aiutarti anche a pianificare meglio la prossima stagione sotto l’aspetto economico. Circola la notizia che la Lnd vorrebbe consentire alle squadre di iscriversi gratuitamente al prossimo campionato, ma credo che questa agevolazione non basti. Per ridurre i costi, data la crisi economica che purtroppo vivranno le aziende, e quindi la mancanza di sponsorizzazioni, si dovrebbe rendere il girone I regionale. Così facendo, molte squadre potrebbero puntare alla D nel corso degli anni. In Eccellenza, il torneo di nostra competenza, prima si dovrà fare il conto dei danni e capire quante squadre potranno presentarsi ai nastri di partenza.
Sarà una scelta complicata – continua - nella speranza di evitare quello che accade da molto tempo, con società che alzano bandiera bianca già a dicembre. Magari si penserà ad un girone unico, ma più equilibrato, anche per agevolare nella composizione dei gironi la categoria superiore. Sicuramente, ci saranno più progetti incentrati sui giovani, come il nostro. Su questo aspetto, penso siamo avvantaggiati, ma è sempre il campo a dire l’ultima parola. Abbiamo ricevuto nel tempo, tanti complimenti per quello che abbiamo costruito e ne siamo orgogliosi. Stiamo già pianificando la nuova stagione, in attesa di tirare le somme su questa. Non penso che riscontreremo dei grossi danni, anche se il fattore stadio a porte chiuse ci ha fortemente penalizzato. Confido nella riapertura nei prossimi mesi, grazie alla ripresa dei lavori interrotti a causa del Coronavirus».