La settimana scorsa, la Fipav ha messo la parola fine ai campionati nazionali e territoriali a causa dell’emergenza Corona virus.
Decisione, che ha rispecchiato quella presa anche nel basket, con l’intenzione di pianificare con maggior tempo a disposizione i prossimi campionati, che sicuramente risentiranno dello scossone economico dovuto a questo brutto periodo che l’intero Paese sta attraversando. Con la chiusura della stagione, con 5 giornate di anticipo, sono state bloccate promozioni e retrocessioni.
Il Volley Gela, al secondo anno consecutivo in C, ha ottenuto una stoica salvezza, piazzandosi al penultimo posto con 12 punti. La stagione delle ragazze guidate da Giacomo Tandurella è stata piena di ostacoli, dovuti alla mancanza di una struttura idonea in cui allenarsi, con il PalaItis unica soluzione, ma ad orari impossibili per atlete impegnate con gli studi. Anche per il settore giovanile, da sempre fiore all’occhiello del sodalizio biancazzurro – più volte campione territoriale con le compagini under 16 e under 18 – questi mesi non sono stati facili, riuscendo a trovare un campo da gioco, presso l’istituto comprensivo statale “Don Lorenzo Milani” diretto dalla preside Ambra Rosa.
Tandurella, nonostante le tante vicissitudini, non nasconde il rammarico per l’andamento del campionato.
«Se mi dovessi soffermare sulla posizione in classifica – ha detto l’allenatore – il bilancio non può essere positivo, consapevole del valore della rosa. Salvi, ma non possiamo accontentarci del nono posto. Penso, che se avessimo disputato le gare restanti, il quinto posto sarebbe stato alla nostra portata e più corretto. Il calendario proponeva tutti incontri alla nostra portava, avremmo affrontato il Mascalucia davanti di un solo punto, successivamente la Kondor Catania poco distante e le due prime, con le quali potevamo toglierci qualche soddisfazione. A penalizzarci, sembra ombra di dubbio, è stata la logistica, costringendo le ragazze ad allenamenti in orari improponibili, per cui, guardo il bicchiere mezzo pieno, e mi ritengo soddisfatto.
La nostra stagione, è iniziata nel mese di novembre, quando finalmente abbiamo trovato gli spazi necessari a quelle che sono le nostre esigenze. Di fatti da quel mese in poi, i risultati sono cambiati radicalmente. Le ragazze sono cresciute tanto e mi piacerebbe poter lavorare con loro per tanto altro tempo, puntando nel giro di 2-3 anni al salto di categoria. Purtroppo – continua – sarà difficile, quasi impossibile, poiché alcune di loro con molta probabilità lasceranno la città per intraprendere il percorso universitario».
Analizzando nello specifico i vari incontri, il tecnico delle gelesi si è detto particolarmente soddisfatto della prestazione contro l’Acicatena, battuta 3-1.
«Contro le etnee ho visto il nostro salto di qualità, abbiamo preso la consapevolezza dei nostri mezzi e nonostante il set perso, Fargetta e compagne non hanno mollato, conquistando con maturità l’intera posta in palio. Un’altra prestazione che mi piace sottolineare, è quella contro il Mascalucia nel girone di andata. Nonostante la sconfitta, il risultato poteva essere diverso ed il primo set vinto 14-25 ne è la conferma. Anche nelle partite perse al tie-break avremmo meritato qualcosa di più del solo punto».
Il più grande rammarico – se così possiamo definirlo – è l’interruzione del lavoro col settore giovanile, che avrebbe sicuramente recitato un ruolo da protagonista nelle varie categorie.
«Nel campionato Under 18, per il quinto anno consecutivo, eravamo ad un passo dal titolo territoriale. Ci mancava l’ultima partita per avere la matematica certezza. Per quanto riguarda l’Under 16, prima della sosta ci trovavamo al quarto posto. Il nostro obiettivo era quello di affrontare la prima dell’altro girone in una sorta di spareggio, che penso avremmo vinto. Abbiamo sentito tanto l’assenza di Sara Petralito, indisponibile dalla prima giornata. Avevamo trovato tante soluzioni, che stavano per dare i propri frutti».
Per il futuro, il tecnico delle gelesi, ha le idee chiare.
«Già sappiamo che sarà complicato, rimpiazzare le due centrali che ci lasceranno. Le atlete che abbiamo nel settore giovanile stanno crescendo, ed era mia intenzione farle amalgamare ancora di più con le prime squadre. Sulla categoria, spero di disputare ancora una volta la serie C. Questo stop è stato sicuramente un brutto colpo».
Il senso di “famiglia” instauratosi durante l’anno è stato sottolineato dal dirigente Emanuele Comandatore.
«La nostra stagione è svoltata dal momento in cui abbiamo trovato una “casa” per gli allenamenti e quindi è un peccato essere stati fermati nel nostro momento migliore. Durante l’anno il gruppo è diventato sempre più unito, con Giacomo abbiamo fatto tanto sotto questo aspetto, organizzando anche momenti di svago. Per noi tutte le atlete, dalla C all’Under 14, sono importanti».
Soddisfatta del percorso personale e della squadra, il capitano Beatrice Fargetta.
«È stata una stagione molto importante per me, mi ha dato tanto sotto l’aspetto pallavolistico e umano. Ho vissuto questo campionato come una sfida personale, per dimostrare che riusciamo a mantenere la categoria anche senza l’aiuto del ripescaggio, come avvenuto lo scorso anno. Le sconfitte subite, sono frutto di inesperienza, un filone di negatività che ci ha travolto. Mi dispiace, così come penso anche alle mie compagne, non aver terminato il girone di ritorno, ci eravamo preparate al meglio e avevamo voglia di prenderci tutte le soddisfazioni. Eravamo unite, molto affiatate. Valuterò se è il caso di continuare, ma sono sicura che la società raggiungerà importanti risultati».