Anche questa settimana, il dato tecnico della pesante sconfitta (5-1) a Torre del Greco contro la Turris passa in secondo ordine.
rispetto a quello che sta succedendo in città sul fronte societario e ora anche della squadra, per via delle pesanti emorragie di giocatori che si registrano da quando la famiglia Mendola ha confermato l’intenzione di dimettersi per “insopportabilità” dell’attuale situazione per quel che riguarda l’agibilità dello stadio comunale Presti. Ma andiamo con ordine.
La sconfitta nel turno precedente al Presti contro il Bari è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Diciamo non tanto la sconfitta quanto il dover ospitare una squadra blasonata in un campo senza pubblico. (nella foto karel Zeman).
I Mendola con il Presti in piena efficienza, avrebbero potuto contare su cospicui incassi al botteghino, soldi provenienti dai diritti televisivi (il Bari è seguito dalla piattaforma televisiva satellitare Dazn, e proventi derivanti da altre forme di pubblicità (cartellonistica, radiofonica, ecc.). Bene, anzi male!
All’indomani del surreale evento calcistico, i Mendola hanno rinnovato la loro volontà di lasciare la squadra al punto che fino alla vigilia della successiva trasferta in casa della Turris non si sapeva se il Gela sarebbe partito o no.
Visto il precipitarsi della situazione, alcuni giocatori hanno cercato squadre senza problemi societari. Via Burato, Bonanno e Misale. Pare che nelle ultime ore abbia rescisso il contratto anche l’attaccante senegalese Dieme.
Intanto mercoledì c’è stato il tanto atteso incontro alla facoltà di Ingegneria di Catania per concordare il da farsi sul fronte dell’agibilità di curva, tribuna e spogliatoi del Presti. Il Commissario Arena da quell’incontro è tornato fiducioso. Già giovedì gli esperti hanno studiato sul posto la situazione. «Stavolta – ha detto Arena – posso sbilanciarmi e dire che presto potremmo avere a disposizione la curva per i tifosi gelesi, gli spogliatoi e parte della gradinata per gli ospiti». I Mendola non perdono la speranza e dicono: «Fateci sapere!»