Politicamente scorretto/E ora la Gelexit

Politicamente scorretto/E ora la Gelexit

A qualcuno potrà sembrare che in estate la politica regionale si fermi, e che i settanta deputati eletti dal popolo siano in ferie a godersi il (meritato?) riposo.

Non è così, perché, tranne la canonica settimana di ferragosto, la politica regionale ha visto una serie di incontri, riunioni, trattative che porteranno, si spera, a importanti provvedimenti autunnali.
Uno dei provvedimenti che la popolazione di Gela attende con ansia è la legge che l’assemblea regionale dovrà approvare per modificare la normativa sui “liberi” Consorzi comunali, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato l’elezione diretta degli organi amministrativi.

Il presidente Musumeci, considerato un gentiluomo della politica, ha sempre affermato, in pubblico e in privato, che rispetterà la volontà popolare, quella che con i referendum ha voluto esprimere in modo netto e indiscutibile la decisione di abbandonare la provincia (oggi “libero” Consorzio) di Caltanissetta, per migrare verso l’area metropolitana di Catania.

La “Gelexit”, fino ad oggi è rimasta sulla carta, ma sembra che il disegno di legge per aggiustare la normativa sulle province approderà nei prossimi giorni alla Commissione Affari istituzionali dell’ Ars e poi in aula per l’approvazione.
E’ presumibile, e non abbiamo dubbi, che sarà l’occasione per chiudere il cerchio e porre fine alle manovrine di bassa lega che fino ad oggi hanno impedito l’avverarsi dei desideri e delle istanze di gelesi, piazzesi e niscemesi.

E non abbiamo dubbi perché riteniamo che Musumeci non sia un bugiardo, un mentitore, così come riteniamo che i settanta deputati eletti dai siciliani non possano esimersi da quella che è solo e semplicemente una “presa d’atto” del volere dei cittadini.
Entro fine anno – ha detto Musumeci – si dovranno svolgere le elezioni di secondo livello per le province: i tempi sono stretti, ma sono i tempi entro i quali, dopo circa duecento anni, Gela potrà finalmente liberarsi dal giogo nisseno deciso dai Borboni.