La Lidl, con un pacchetto regalo di 250 mila euro a titolo di oneri di urbanizzazione, potrà aprire un punto vendita anche a Gela, nei pressi del Tribunale.
La Variante al Prg è passata in consiglio comunale ed i tantissimi gelesi che puntavano Licata e Vittoria per raggiungere le filiali della catena di ipermercati di origine tedesca, potranno evitare di spostarsi da Gela. Un investimento preceduto da un'attenta analisi di mercato, a dimostrazione che Gela continua ad attrarre grossi marchi della Gdo, nonostante il permanere di alcuni ostacoli di ordine burocratico, come ci conferma il presidente locale della Confcommercio, Francesco Trainito («La nostra è la sesta città della Sicilia, ma per spesa pro-capite è considerata tra le prime quattro»). Occhio, però. Investimenti diretti del genere comportano il rischio evidenziato dal presidente provinciale di Confesercenti, Rocco Pardo («Quando questi marchi decidono di andarsene, senza preavviso, diventa difficile gestirne le conseguenze»).
Nonostante la chiusura della Raffineria che muoveva l'intera economia cittadina, i grandi marchi della Gdo continuano a nutrire interesse per il mercato gelese. La differenza è che prima non entravano, oggi cominciano a farlo, specie nel settore food come nel caso del Mcdonald, ma anche in altri se pensiamo all'imminente insediamento della Lidl.
Il perché ce lo spiega Francesco Trainito, presidente della Confcommercio Ascom di Gela: «la nostra è la sesta città della Sicilia, ma – puntualizza Trainito - per spesa pro-capite è considerata tra le prime quattro. Confrontandoci con i marchi della Gdo abbiamo notato che l’interesse per il nostro mercato è notevole, però ancora ad oggi sono restii ad investire nella nostra città, non più per i problemi legati alla mafia, ma per la burocrazia. Quando è possibile interveniamo per colmare le lacune create dalla pubblica amministrazione.
E' forte l'interesse nel settore food, ma anche nel settore della ricettività, però se i nostri politici continueranno a non far seguire i fatti, alle parole, nel porre in essere tutti gli strumenti per la crescita turistica, prevarrà lo scetticismo ad investire. Per non parlare del rilancio del centro storico, che tutti hanno più volte annunciato, ma che mai nessuno ha poi realizzato».
A queste considerazioni si aggiungono quelle di Rocco Pardo, Presidente provinciale di Confesercenti Caltanissetta-Gela: «l'atteggiamento generale della città – osserva Pardo – è sicuramente diverso rispetto a prima, anche grazie all'azione di operatori gelesi che hanno permesso l'ingresso di marchi come la Conad, Crai ed altri ancora.
Evidentemente, c'è interesse ed ostacoli di logistica del passato sono stati rimossi. Se pensiamo a quelli diretti, come la Lidl, l'Eurospin, ecc., si tratta di marchi che erano già presenti nel circondario, dove spesso si recavano e si recano ancora i gelesi. Il rischio è però che non essendo in mano ad imprenditori locali, quando questi marchi decidono di andarsene, sovente senza alcun preavviso, le conseguenze negative come quella occupazionale diventano molto difficili da gestire».
Diversi esercizi commerciali in città hanno calato definitivamente le saracinesche. I negozi chiudono, ma chi sembra aver preso piede e godere di buona salute è il franchising: «in effetti – sottolinea il Presidente della Confcommercio locale - l’avvento dell’industria “4.0” ed in generale della “new economy” ha cambiato il nostro modo di vivere e di effettuare gli acquisti.
La sfida più grande di oggi è competere con le vendite on-line, altrimenti il destino delle non poche attività è segnato. Le edicole hanno dovuto riconvertirsi per sopravvivere. Occorre seguire il mercato, offrire ai nostri clienti ciò di cui hanno bisogno ed occorre farlo bene. Il modo più semplice è affiliarsi ad un franchising, ma anche da soli si possono ottenere risultati uguali o superiori, utilizzando le nuove tecnologie e applicando le nuove tecniche di comunicazione in particolare nei social media».
La stessa formula del franchising è molto cambiata rispetto alle primissime versioni, anche perché è intervenuta nel frattempo a disciplinare la materia una legge apposita. «E' fondamentale capire di che tipo di franchising si parla – precisa il Presidente provinciale di Confesercenti -, perché alcune tipologie sono decisamente in controtendenza.
Esiste poi una fee d'ingresso che l'affiliato paga al franchisor (marchio) ed una royalty (canone) che sempre l'affiliato paga in relazione al periodo di affiliazione concordato o al fatturato. In presenza di una marginalità piuttosto bassa ed una mancata resa del non venduto, l'affiliato nel fornire il proprio know-how. si traduce di fatto in un dipendente del marchio, ma con assunzione comunque del rischio d'impresa».
Intanto, si continua a discutere – e non poco – sull'assenza di almeno un centro commerciale a Gela, non foss'altro perché i gelesi amano frequentare questi luoghi a diversi chilometri di distanza: «l’attuale legge regionale non permette la nascita di nuovi centri commerciali – ammonisce Trainito -, in ogni caso la posizione di Confcommercio è quella di favorire tutte le attività commerciali, ovviamente nel pieno rispetto delle regole e dei territori.
E' in atto la a far nascere ampie zone commerciali, facilmente raggiungibili e che possono ospitare l'insediamento di medie strutture di vendita, con possibilità di parcheggio. Reputiamo che questa sia una migliore opportunità per la crescita delle imprese locali e permette una migliore gestione di eventuali crisi di specifici settori».
Nessuna avversione, dunque, sui centri commerciali: «anzi – ci ricorda Pardo -, me ne risulta uno già approvato sulla statale Gela-Catania: spero inizino i lavori quanto prima. E' importante creare una sinergia tra centro commerciale e tessuto territoriale, garantendo ad esempio almeno il 30 percento dei locali a commercianti ed esercenti gelesi, evitando costi di locazione esorbitanti che altrove rendono vacanti diversi locali».