L’antimafia di facciata e il crollo dei miti

L’antimafia di facciata e il crollo dei miti

Sono sorpreso! Veramente e “troppamente”(come direbbe Cetto Laqualunque) sorpreso! Ma come?

Paghiamo fior di quattrini per decine di magistrati, procuratori, viceprocuratori, sostituti procuratori, affinché con le loro indagini ci proteggano da rapinatori, scippatori, spacciatori di droga ed annessi e connessi, e questi (almeno quelli di Caltanissetta) cosa ti combinano? Ti vanno ad arrestare il cavaliere Antonello Montante, icona dell’antimafia, responsabile nazionale per la legalità di Confindustria, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta.
E per giunta ipotizzano un sistema di controllo del potere, gestito da Montante con l’aiuto di qualche fidato amico, che si avvaleva di ufficiali della Guardia di Finanza, nonché uomini della Dia, dei Carabinieri, dei servizi segreti!

E’ evidente che, se così fosse, sarebbe il crollo definitivo della cosiddetta “antimafia di carriera”: i collegamenti fra Montante, i suoi assessori designati Vancheri e Lo Bello, Crocetta e Lumia porterebbero alla luce un’allegra combriccola che faceva i propri interessi a suon di favori e di ricatti.
Alcune intercettazioni pubblicate fanno veramente rabbrividire, fra minacce, gestione di benefici e splendidi consigli (come quello dell’eminenza grigia Lumia che proponeva, a quanto sembra, l’organizzazione di un falso attentato per rinvigorire il gruppo). E poi, come se non bastasse, versamenti in nero per supportare la campagna elettorale di Crocetta e di qualche altro del gruppo (oltre alle valigie di soldi che sarebbero state consegnate a Cuffaro).

No, no, non può essere vero: i campioni della legalità strombazzata in lungo e in largo che si scoprono allegri compagni di merende nell’occupare con cinismo e prepotenza ogni centimetro quadrato di potere disponibile.
In verità le malelingue da diversi anni parlavano, e non certo bene, di Montante, che tra l’altro da Presidente della Camera di Commercio nissena aveva instaurato metodi, diciamo così, autoritari, grazie al blocco di potere che lo ha sostenuto: oltre Confindustria, anche Confesercenti, Cia, Confartigianato e l’immancabile triplice Cgil-Cisl-Uil. Ma erano solo malelingue, per carità!

Pensandoci bene, anch’io mi ero occupato del cavaliere Montante e dei suoi compagni di merende Lumia e Crocetta, in tempi non sospetti, in questa rubrica: nel marzo 2015 e nel gennaio 2016 (quindi potrei essere annoverato tra le “malelingue”). Ecco che ora, dopo anni, un drappello di magistrati senza rispetto delle istituzioni si è messo in testa di fare crollare il castello dell’antimafia di facciata, facendo cadere nel fango i simboli della legalità e della trasparenza. No, no, non può essere vero. Più ci penso e più continuo ad essere “troppamente” sorpreso…