Ventuno milioni di euro. E’ questo, secondo il consigliere comunale (anzi, la consigliera) Angela Maria Di Modica, l’ammontare dei debiti fuori bilancio che gravano sulle casse del Comune di Gela.
Ma forse sono di più, come annuncia la consigliera Morselli, che con la Commissione Bilancio sta verificando per benino le varie partite debitorie.
Se l’amministrazione Fasulo resterà nella storia per la chiusura, senza colpo ferire, della raffineria Eni, l’amministrazione Messinese rischia invece di essere ricordata dai posteri per avere causato il dissesto finanziario del Comune. E’ vero che si sono assottigliate in modo considerevole le provvigioni versate da parte dell’Eni, ma è anche vero che una parte considerevole di questi “debiti fuori bilancio” è rappresentata dai cosiddetti “servizi aggiuntivi” forniti (forse…) dalla Tekra per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Per avere un’idea di come Messinese e i suoi si siano “incartati” sulla questione rifiuti, è sufficiente rileggere il programma ufficiale di Messinese Sindaco, del 2015, in cui il candidato prometteva di “superare l’attuale sistema di raccolta del porta a porta evitando di depositare i sacchetti dei rifiuti per le vie cittadine”. Messinese, da candidato, prometteva anche il conferimento dei rifiuti in più ore della giornata, senza calendari che obblighino a determinati tempi di conferimento, ed anche “un sistema meritocratico finalizzato a ridurre la tassazione sui rifiuti per chi rispetta le regole del riciclo”. Dopo tre anni, di queste promesse sono rimasti solo stracci. E anche debiti.
Forse mi sbaglierò, forse sarò contestato, ma insisto sul fatto che la raccolta dei rifiuti dovrebbe essere effettuata direttamente dal Comune, senza appalti strani ed onerosi: un po’ di auto compattatori da acquistare in leasing, e i vecchi cari netturbini dipendenti comunali (almeno saranno sicuri che lo stipendio arriverà).
Se nel frattempo, guardando l’orizzonte dal lungomare, sentite a sud-est strani rumori, non preoccupatevi: sono i maltesi che si stanno fregando energicamente le mani per il regalo che stiamo loro facendo. Perché il gasdotto che da Gela giungerà a Malta metterà il simpatico governo maltese (indagato a livello internazionale per traffico di petrolio) nelle condizioni, tra qualche anno, di fornire carburante a gran parte delle navi che solcano il Canale di Sicilia.
Questo “affare” , secondo le premesse, doveva svolgersi a Gela, e avrebbe dato vita ad un discreto indotto, ma pare che in Sicilia dormano, e che i partiti nazionali siano interessati più al risiko delle maggioranze che a tutto il resto. Così a Gela, noi “scemi più scemi” regaliamo fette di futuro ai maltesi, dai quali non abbiamo nulla da farci dare in cambio (a meno che qualcuno veramente non creda che da Malta possano partire gite turistiche per visitare il Museo e i randagi del Parco Archeologico).
Le uniche gite turistiche, invece, le facciamo noi gelesi, per andarci a curare in altri ospedali, grazie alla disastrosa situazione di personale e di mancati servizi al nosocomio gelese. Occorrerebbe una rivolta (pacifica), ma il popolo gelese è ormai troppo rassegnato: ci vorrebbe un “Masaniello”, ma all’orizzonte c’è calma piatta.