Ad un mese dal compimento del terzo anno di mandato, rialeggia lo spettro della mozione di sfiducia e torna a scottare la poltrona del sindaco di Gela, Domenico Messinese.
Tra atavicità ereditate ma rimaste nel frattempo irrrisolte e nuove emergenze che si sono al contempo accavallate, Messinese è di nuovo sulla graticola.
Di certo, le dimissioni degli assessori Maurizio Melfa e, soprattutto, di Fabrizio Morello, non hanno aiutato – anzi semmai aggravato - la condizione di isolamento in cui è rimasto il primo cittadino nei confronti del consiglio comunale e delle forze politiche in esso rappresentate. (Nella foto Cirignotta, mesinese, Siragusa)
Le singole trattative con alcuni consiglieri non hanno dato i risultati sperati e lo si è visto, con tutta evidenza, nel diniego del civico consesso al Pef e all'aumento della Tari, in una vicenda emblematica in cui è stata nuovamente chiesta la testa del vice, nonché assessore al ramo, Simone Siciliano. Una comunità invasa recentemente dai rifiuti, peraltro, sporca non solo l'immagine della città, ma anche del suo sindaco, primo responsabile sanitario in loco. Prima o poi, lo si capisce.
Non a caso, Messinese e Siciliano sembrano ora essersi rassegnati all'idea di dover scendere a patti anche ed in primis con i partiti, da quel che si evince nitidamente tra le righe della lettera aperta (vedi a lato) a firma dell'ex sindaco grillino.
Oggi, scrive Messinese «è più che mai necessario un momento di riflessione comune da parte di tutti i protagonisti della politica gelese, ed è per questo che a brevissimo chiederò ai partiti ed ai movimenti rappresentati in consiglio comunale, ai singoli consiglieri indipendenti, ai deputati della provincia, di avviare quel dialogo costruttivo per lavorare in sinergia, volta a dare una spinta propulsiva che riduca i tempi per la risoluzione di grandi temi», al fine di «condividere percorsi e programmi da attuare in modo che in questi due anni di sindacatura che rimangono, vi sia l’indispensabile aiuto costruttivo di tutti».
Una pubblica missiva che si palesa manifestamente in una classica mossa in contropiede effettuata dal duo Messinese/Siciliano. Una risposta immediata, repentina, quasi in contemporanea, all'apertura del valzer delle consultazioni tra partiti inaugurata dall'incontro, tutto nell'area di centrodestra, tra Noi con l'Italia, rappresentata in città da Ennio Di Pietro, candidato alle ultime elezioni regionali, il rappresentante locale e consigliere comunale di Diventerà Bellissima, Enzo Cascino ed il segretario cittadino di Forza Italia, Emanuele Maniscalco.
Una girandola di appuntamenti con al centro il tema della sfiducia che Di Pietro, pienamente appoggiato dagli esponenti del suo partito in consiglio comunale, Antonio Torrenti e Vincenzo Cirignotta, estenderà a tutte le forze presenti nel civico consesso ed ai consiglieri indipendenti.
Ce lo conferma il capogruppo consiliare di Noi con l'Italia, Cirignotta, da noi contattato: «dopo tre anni l’amministrazione Messinese ha fallito su tutti i fronti: accordo di programma, rifiuti, randagismo, impianti sportivi, vivibilità della città e bilancio comunale al limite del predissesto.
Sul fronte politico in municipio è tutto fermo, Messinese e il suo fido Siciliano navigano a vista, andando a elemosinare qualche mancetta per la città negli assessorati regionali. Una giunta fragile – rincara la dose Cirignotta, fresco sostituto del collega consigliere Totò Sammito in Commissione Bilancio – debole e priva di riferimenti politici. Pertanto, abbiamo inteso mettere in campo un’azione politica che coinvolga le segreterie di tutti i partiti, al fine di capire la disponibilità dei partiti e dei movimenti presenti in aula, a presentare una mozione di sfiducia e chiudere anticipatamente questa legislatura. In quanto alle sottoscrizioni – sottolinea nella chiosa Cirignotta – chiaramente solo in caso di un larghissimo consenso delle forze politiche sarà presentata la mozione, senza commettere gli errori del passato».
Insomma, occorre trovare concretamente la quadra ed il compito non è affatto agevole. Lo appuriamo anche dalle parole del consigliere comunale del Pd, Guido Siragusa, balzato recentemente alle cronache per la sua azione di forte contrasto ed opposizione, senza veli ed infingimenti, all'amministrazione in carica. «Ho sempre pensato – esordisce Siragusa – che la mozione di sfiducia ad un sindaco, inanzitutto, debba rappresentare un'azione politica vera e propria e, pertanto, gestita con impegno, serietà, ma soprattutto senza quelle inconcludenti velleità che purtroppo contraddistinguono le azioni di alcuni soggetti politici.
Se l'obiettivo che si intente perseguire è davvero quello dichiarato, cosa di cui dubito fortemente – precisa il consigliere dem – oggi più che mai diventa necessario che l'iniziativa politica, come quella di una eventuale proposizione di una mozione di sfiducia legata a solidi presupposti di concretezza, ma anche di prospettiva programmatica, debba stare in capo ai partiti più radicati nel territorio e, pertanto, penso che sia arrivato il momento che si apra una seria e proficua discussione tra il Pd e Forza Italia, da estendere anche a Sicilia Futura. In troppi e troppo velocemente – avverte Siragusa – hanno cambiato opinione ed atteggiamento nei confronti dell'amministrazione Messinese. E' stato un grosso errore - conclude il consigliere comunale del Pd, eletto nella lista del Polo democratico – legare i fallimenti dei tentavi di mozione di sfiducia a delusioni nei rapporti con Messinese».