C'è chi le ha già definite volenterose e responsabili. Chi coraggiose e persino ribelli.
Di certo, sebbene con toni diversi, tanto la consigliera comunale di Sicilia Futura, Sandra Bennici, quanto la sua collega del Pd, Romina Morselli (insieme nella foto, da sinistra verso destra), non si sono fatte molti scrupoli nello smarcarsi dalle direttive di partito ed aprire pubblicamente ad una collaborazione con il sindaco Messinese.
Due donne che hanno agitato le acque in un dibattito politico cristallizzato sulla flemmatica opposizione alla giunta, con tanto di richiesta di dimissioni recapitata al primo cittadino, pur avendo i numeri per sfiduciarlo e costringerlo giuridicamente, per l'appunto, a dimettersi.
Delle due “contestatrici”, la Bennici è quella che più apertamente ha palesato di non condividere l'operato del proprio capogruppo, sconfessandone di fatto la linea nel civico consesso. Ne è scaturita una riunione locale di Sicilia Futura, appositamente convocata, in cui il movimento di Totò Cardinale più che gettare acqua sul fuoco, ha messo letteralmente in riga la fedelissima dell'ex dirigente comunale Renato Mauro: «in riferimento agli ultimi comportamenti tenuti da alcuni componenti del gruppo consiliare – si legge nella nota inviata ai media – si è chiarito, una volta per tutte, che la linea politica del movimento è dettata dalla segreteria cittadina, unitamente alla direzione.
A sua volta – prosegue il segretario cittadino, ing. Francesco Giudice – la linea del gruppo consiliare, uniformandosi con quanto già definito dalla segreteria, sarà guidata dal capogruppo all’interno del consiglio, a cui dovrà attenersi ciascun componente. Nessuna fuga in avanti sarà più ammissibile da parte di alcuno – si sottolinea nel documento – e qualunque tipo di divergenza dovrà essere rappresentata all’interno della segreteria, dove sarà fatta sintesi, tenendo conto delle varie posizioni».
Sicilia Futura, quindi, si conferma all'opposizione, «alternativi a questa amministrazione, nonostante in consiglio, non ci tireremo indietro, di fronte ad atti utili per la città. Si è ampiamente dibattuto sui grandi temi della città, gestiti, in maniera fallimentare, dalla giunta Messinese, primo fra tutti la vicenda rifiuti, Patto per il Sud, GNL, Porto, Sanità, Accordo di programma e Compensazioni. Tutti grandi temi, rispetto ai quali – ha ribadito il segretario cittadino di Sicilia Futura – l’amministrazione comunale ha solo manifestato semplici proclami, dimostrandosi, pertanto, inadeguata ed incapace ad affrontarli. Purtroppo, al di fuori del bilancio e del piano triennale, nessun atto rilevante per lo sviluppo della città è approdato in consiglio comunale, in questi tre anni».
Caso Bennici rientrato in Sicilia Futura? Lo vedremo a breve. Non esiste alcun caso, invece, in seno al Pd, secondo il segretario cittadino, Peppe Di Cristina, da noi contattato: «nei partiti si discute e nella scorsa direzione, lunga e partecipata, nessuno ha messo in discussione il fatto che il Partito Democratico debba restare dove gli elettori gelesi ci hanno chiesto di stare, cioè all'opposizione. In un partito importante come il nostro – continua Di Cristina – ci possono essere posizione diversificate, che addirittura rappresentano una ricchezza. Il punto è il modello di opposizione da mettere in campo e su questo continueremo a discutere.
Ma posso assicurare – rimarca il segretario cittadino dem - che il Pd resterà alternativo alla giunta Messinese/Siciliano. Il vero tema, però, secondo me resta il nodo delle questioni aperte in città e che sono l'accordo di programma, i Rifiuti e la Sanità. Se l'amministrazione su questi temi avrà il coraggio di essere davvero innovatrice – chiosa Peppe Di Cristina - nel Pd troverà un interlocutore sempre pronto a difendere gli interessi della nostra città. Per il resto non abbiamo nulla che spartire con questa giunta».
La legge italiana ed in particolare il codice civile, continua ad utilizzare la formula del “buon padre di famiglia” per misurare il criterio della “diligenza”, a cui si ricorre sovente anche nel ricordare come si dovrebbe amministrare la cosa pubblica. A Gela, recentemente, abbiamo dovuto constatare che le uniche voci del dissenso, sono al femminile. Almeno a questo sono servite le quote rosa nelle candidature in lista e la doppia preferenza di genere nel voto alle urne, che hanno permesso una maggiore presenza delle donne nell'arena politica.