Politicamente scorretto/Come il pupazzo della Michelin

Politicamente scorretto/Come il pupazzo della Michelin

Ampia e convinta solidarietà al sindaco Messinese. Che mi ricorda il pupazzo della Michelin degli anni ’70, quello che era fatto con tanti pneumatici e che poteva assorbire qualunque colpo senza cadere, ma per miracolo rimaneva sempre in piedi.

E già, perché il buon Messinese a quasi tre anni dalla sua elezione, ha ricevuto (ma anche dato) parecchi colpi, e nonostante molti tendano alle sue dimissioni, resiste nel fortino comunale come l’ultimo giapponese a trent’anni dalla fine della guerra.
In questi tre anni ha licenziato e assunto tanti assessori, ad iniziare dai tre grillini della prima giunta (Nardo, Di Paola, Damante e Lorefice), per finire a Melfa, dimessosi qualche giorno fa in malo modo e con accuse varie. Ma lui, Messinese, resiste comunque. E più gli si chiede di revocare l’incarico al vicesindaco Siciliano, considerato urbi et orbi il problema dell’Amministrazione, il suggeritore, il vero deus ex machina, più Messinese rinforza la trincea, ribadendo che “Siciliano non si tocca”.

Nel 2015, dopo avere sconfitto al ballottaggio Fasulo, il neo sindaco aprì la nuova stagione politica gelese con tre direttrici principali, nel segno della discontinuità con il Pd: petrolchimico, acqua e rifiuti.
Nulla è cambiato, in merito alla chiusura della Raffineria, rispetto allo sciagurato accordo del novembre 2014: il pallino del gioco è sempre saldamente in mano all’Eni, che fa ciò che vuole, quando e come vuole, e le ripetute riunioni a Roma sono servite solamente a prendere atto della situazione.

Ad oggi è dato sapere che entro fine anno dovrebbe completarsi la costruzione della bioraffineria (che darà occupazione a pochi lavoratori del diretto), mentre l’indotto è destinato a scomparire quasi per intero. Ah, no, dimenticavo che c’è l’area di crisi complessa, estesa fino alle Madonie, per la quale ancora non ci sono fondi stanziati e per la quale non si conoscono le imprese che hanno manifestato a Invitalia l’interesse ad insediarsi.

Sui problemi idrici nulla è pervenuto, né per la città né tantomeno per i terreni della piana, con le dighe malridotte e la Regione ancora latitante.
E infine i rifiuti, la cui raccolta costava troppo con l’amministrazione Fasulo e dovrebbe costare sempre troppo con l’amministrazione Messinese, grazie a quei “servizi aggiuntivi” che i cittadini dovrebbero pagare alla Tekra con un aumento del 40% della tassa comunale. Un aumento chiaramente improponibile, finora egregiamente stoppato dal consiglio comunale.

Nel complesso, una evidente continuità con l’amministrazione Fasulo. Sono cambiati gli attori, ma la commedia rappresentata è sempre la stessa. Qualche nuovo arrangiamento riguarda il settore sanitario (con proteste anche eclatanti, ma a tutt’oggi senza risultati) e la viabilità, con sensi unici e divieti di transito non sempre graditi ed efficienti.

Nonostante i (pochi, finora) risultati, Messinese resiste, indomito, incrollabile: non teme neanche l’eventuale terza mozione di sfiducia del consiglio comunale, dopo le prime due andate a vuoto. Sa bene che alla maggior parte dei consiglieri comunali non piace perdere la poltrona, e conosce chi dei consiglieri è più incline a trattare qualche gradito regalo politico.
E nonostante i colpi che riceve, come il pupazzo della Michelin ritorna sempre dritto, sempre in piedi. Massima solidarietà a Messinese. Se la merita tutta.