Intervista ad Antonino Biondo (F.Italia): «Al ballottaggio, sulla Cosentino non c’è stata  la stessa compatezza del primo turno»

Intervista ad Antonino Biondo (F.Italia): «Al ballottaggio, sulla Cosentino non c’è stata  la stessa compatezza del primo turno»

Politico di lungo corso, il primario ospedaliero Antonino Biundo è tornato in consiglio comunale come primo dei candidati ed unico eletto nella lista di Forza Italia alle scorse amministrative primaverili.

Un ritorno nel civico consesso dopo la parentesi del precedente mandato caratterizzato dall’amministrazione Greco in cui non riuscì ad accedere nonostante un buon risultato personale in termini di consenso elettorale. La lunga esperienza e la disponibilità della maggioranza ad assegnare la vicepresidenza del consiglio comunale alle minoranze, ha fatto ricadere la scelta, all’unanimità dei presenti, su di lui.

Con oltre seicentosessanta voti ha guidato un lista capace di portare al traguardo ben quattro candidati (oltre a lui anche l’ex assessore comunale Nadia Gnoffo e gli ex consiglieri comunali Vincenzo Cirignotta e Rosario Trainito) che hanno superato nettamente la soglia personale delle cinquecento preferenze. Un lista, quella di Forza Italia, che ha sfiorato i tremilacinquecento voti ottenendo il primato della lista più votata ed unica con due cifre (il 10%) in termini percentuali.

Eppure, al gran successo del primo turno, ha fatto da amaro contraltare la sconfitta al ballottaggio della candidata Grazia Cosentino e dell’intera coalizione, in cui era compresa Forza Italia, che l’ha sostenuta e che è uscita di conseguenza fortemente ridimensionata nella distribuzione dei seggi in consiglio comunale. 

Un risultato che per il dott. Biundo non è solo figlio della campagna elettorale, ma anche di quanto successo alcuni mesi prima: «parto dal presupposto – esordisce – nel ricordarlo a me stesso ed a tutti, che il centrodestra a Gela è maggioranza. Ciò premesso, nei mesi precedenti era chiaro a tutti che la proposta del candidato a Gela toccasse a Fratelli d’Italia, anche perché Forza Italia aveva proposto il candidato della coalizione, nella persona del dott. Tesauro, alle contestuali amministrative del capoluogo nisseno.

Ancora oggi non ho ben compreso perché ciò non sia avvenuto. In ogni caso abbiamo trovato l’accordo sulla figura dell’ing. Grazia Cosentino, persona competente e che ha dimostrato tutto il suo valore, ma che inevitabilmente al ballottaggio ha prestato il fianco nella competizione diretta con un politico a tutti gli effetti, per quanto ancora giovane ma già navigato ed esperto, come Terenziano Di Stefano. Con l’aggravante che sul sostegno alla Cosentino, al secondo turno, non c’è stata la stessa compattezza dei partiti come al primo turno».

Perché poi al ballottaggio è tutta un’altra partita. «Oramai – ricorda – siamo giunti all’ottava elezione del sindaco con voto popolare. Ed una costante del secondo turno, non solo a Gela, è che il centrodestra non riesce a confermare al ballottaggio quanto di buono ottenuto al primo turno. Un po’ per pigrizia dell’elettorato di riferimento, molto di più per la scarsa tenuta nella capacità di mobilitazione dei partiti che attraverso i candidati in consiglio comunale sanno muoversi e fare squadra, ma non altrettanto riescono a fare dopo.

E sapendo ciò, il nostro obiettivo principale era vincere al primo turno. Obiettivo che avremmo raggiunto se fossimo riusciti ad integrare la lista messa su da Pino Federico e la lista moderata costruita dal dott. Alario. Non avendo partecipato ai tavoli della concertazione non me ne spiego il perché, ma ero favorevole a questi due ingressi che col senno di poi alla chiusura dei seggi mi confermano che sarebbero stati decisivi per la vittoria in prima battuta. Invece al ballottaggio si azzera tutto e bisogna ripartire nella corsa consapevoli di ciò. Una consapevolezza che puntualmente ci manca».

Rimane l’ottimo riscontro personale. «L’affetto dimostrato dagli elettori alle urne e la stima oltre che la fiducia espressa dai colleghi consiglieri vero la mia persona con l’elezione a vicepresidente mi ha molto commosso e mi inorgoglisce non poco. Anche perché torno nell’agone politico con la netta sensazione che sia cambiato non poco il clima politico. In questi primi mesi ho riscontrato una politica diversa.

La politica dei partiti e delle segreterie, non si avverte più come una volta. In parte reputo che sia dovuto all’apporto di un maggiore civismo e quindi un modo diverso di intendere l’azione politica che è avanzato sempre di più in questi anni. Rimane l’incognita se a contribuire fortemente sia questa spada di Damocle del dissesto. Vedo tanti consiglieri, specie quelli alla prima esperienza, muoversi con tanta voglia di fare. Gente competente ed animata da buona volontà, ma deve fare i conti giocoforza con questa brutta realtà ereditata del default». 

E questo vale per la maggioranza come per l’opposizione. «Appunto, opposizione – si chiede e ci chiede – a che cosa? Ci si può opporre ciecamente e biecamente ad un sindaco ed un’amministrazione costretti a riparare, volenti o nolenti, ad anni di errori che ci hanno portato al dissesto? Sarebbe fare opposizione alla città ed al bene comune. L’opposizione va fatta su temi come la sanità, l’emergenza idrica, la pulizia della città. Su questo saremo intransigenti e chiameremo alle proprie responsabilità sindaco ed amministrazione. Il primo cittadino deve battere i pugni sui tavoli che contano.

Non è possibile, solo per fare un esempio, che Caltaqua faccia il bello ed il cattivo tempo, continuando a disertare i consigli comunali ed a rendicontare ai cittadini gelesi sul suo operato, mentre nello stesso giorno siede al tavolo di discussione sull’emergenza idrica che attanaglia la città di Caltanissetta. Ne ho parlato nel mio intervento durante il monotematico sull’acqua. Su queste condotte, inaccettabili, la città merita riposte adeguate.

Anche sui rifiuti, pur con tutte la comprensione di questo mondo, resta una città che non è ancora pulita come merita e come vorrebbe un capitolato milionario. Gela paga tanti soldi sui rifiuti. Sulla sanità il nuovo manager ha bandito un concorso per 170 posti un po’ in tutte le branche specialistiche. E’ un buon inizio, con la speranza che i concorsi non risultino deserti e con la cognizione che c’è ancora strada da fare». 

Un’opposizione quindi attenta e mirata. «E’ quella che noi forzisti – sottolinea – intendiamo come opposizione costruttiva, come anche altri ed un po’ tutti si sono abituati a dire. Ma per noi, in una situazione di rientro dal collasso dell’ente comunale, non c’è opposizione che non sia diretta al bene comune. Se questo significa dare una mano d’aiuto, agevolando o sollecitando l’amministrazione, noi non ci tireremo indietro. Ne ho già parlato con il mio deputato regionale di riferimento del collegio e segretario provinciale, on. Michele Mancuso. Se c’è da aiutare e dare qualcosa a Gela, lo si faccia, senza mezzi termini o tattiche di schieramento. Non è un regalo al centrosinistra che governa. Ma un dovere alla città». 

Perché anche questo significa rendere Gela una città normale. «Alla politica – conclude – spetta il ruolo per cui essa stessa esiste e cioè dare soluzioni ai problemi. Ma anche la comunità e la cosiddetta società civile deve fare la sua parte. Il gelese ha senso civico e lo dimostra ovunque vada, ma non altrettanto nella sua città. Anzi si è abituato a parlare spesso male della sua città che invece ha bisogno di un cambio di immagine.

Non significa mettere la testa sotto la sabbia, ma sostenere anche il proprio campanile come fanno altri che non hanno le bellezze e le vocazioni che rimangono solo potenziali di questo territorio. Gela ha una grande storia, uno strepitoso litorale, un clima ideale, abbiamo tutte le carte in tavola per giocarci la partita e vincerla. E’ la scommessa su cui voglio puntare da politico ed il mio sogno che vorrei si avverasse da cittadino, marito e padre. Sarebbe bello se i nostri figli restassero o tornassero a Gela, per viverci e lavorarci».

Chi è

Nome e cognome: Antonino Biundo

Luogo e data di nascita: Gela, 24 febbraio 1964

Stato civile: sposato con la pediatra Rosalba Tinghino 

Figli: Stefano (medico specializzato in anestesia) ed Ilenia (medico specializzanda in dermatologia)

Livello di studio: Laurea in medicina, specializzazione in Malattie dell’apparato respiratorio, presso l’Università di Catania

Professione: direttore Unità operativa complessa in Medicina generale presso l’ospedale di Gela 

Passioni: politica e calcio (fede interista)