Già più volte consigliere comunale, Luigi Di Dio (nella foto) è uno dei sette assessori designati in prima battuta in giunta dal neo sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano.
In maggioranza e rappresentato nell’esecutivo locale per larga parte del mandato dell’uscente Lucio Greco, Di Dio ha scelto di non ricandidarsi. Ha aderito ad “Azione” di Carlo Calenda ed ha sposato il progetto che ha visto Di Stefano trionfare al ballottaggio, costruendo con il gruppo che fa capo all’imprenditore Maurizio Melfa una lista che, seppur non abbia superato la soglia di sbarramento per l’accesso in consiglio comunale, ha comunque contribuito alla vittoria della coalizione, tanto da guadagnarsi un posto come assessore con deleghe a opere pubbliche, manutenzione urbana, edilizia scolastica e rapporti con il consiglio comunale.
A conti fatti, una scommessa vinta? «La nostra non è stata una scommessa – replica - ma abbiamo costruito insieme ad altri un progetto per cercare di governare al meglio la nostra città e in questo progetto ci abbiamo messo gambe, testa e cuore. Ho deciso di non candidarmi al consiglio comunale perché in quel caso avrei concentrato le forze sulla mia elezione; invece ho deciso di puntare sul progetto di governo incentrato nella persona di Terenziano che ha sempre dimostrato di metterci passione, impegno e tanto studio.
Purtroppo, la nostra lista in tandem con altri soggetti non ha superato la soglia di sbarramento, ma alcuni candidati di “Azione”, calati in qualsiasi lista della coalizione, oggi sarebbe consigliere comunale. Il sindaco ha deciso di assegnarci delle deleghe che come tutte le altre meritano un grande impegno. Impegno che onoreremo con amore, dedizione ed abnegazione».
Con la certezza di un dissesto organizzativo che si affianca a quello finanziario, portando in dote la dolente nota della carenza di personale in ogni settore, compreso quello dei lavori pubblici. «Non ho trovato nulla di nuovo – conferma – che non conoscessi già. Si tratta di un settore fondamentale della macchina comunale che sta affrontando sfide importantissime, come la realizzazione di grandi opere pubbliche per la nostra città, con pochissimi bravi tecnici che seguono una mole di finanziamenti e di sfide manutentive che non possono essere affrontate da una squadra così numericamente risicata».
Diventa più che interessante capire qual è lo stato dell’arte relativo ai progetti che attendono di tramutarsi in opere pubbliche importanti per la città. «Parallelamente al dissesto economico e organizzativo che stiamo affrontando – chiarisce – con impegno e serietà, stiamo con convinzione puntando nel tradurre fattivamente i progetti in opere.
Sono state appaltate opere importanti in diverse zone del perimetro urbano cittadino. Da montelungo all’orto Pasqualello, il secondo tratto del lungomare, orto Fontanelle, mercato ortofrutticolo, l’ex scalo ferroviario, la palestra dello stadio Presti, la riqualificazione della viabilità tra l’orto Pasqualello e l’orto Fontanelle, via Tevere, via Borca di Cadore. Tutte opere con inizio lavori entro il 2024. Senza dimenticare il completamento delle opere iniziate come in via Martinica, Via Recanati e via Ventura. E stiamo puntando a una programmazione del piano triennale opere pubbliche ambizioso, ma realistico».
Più specificamente sul piano dell’edilizia scolastica l’attenzione si sposta sulla triste vicenda del plesso scolastico “Solito”. «Il progetto di manutenzione e miglioramento sismico del plesso Solito – rimarca – ha avuto non poche difficoltà burocratiche, che sono ben note a tutti. Un iter che abbiamo ereditato, reso frastagliato e complicato da lacci burocratici e condizione economica critica dell’ente che, a potenziali passi in avanti nel percorso, hanno fatto seguire puntuali retromarce.
La condizione attuale è quella di un appalto che è stato assegnato, ma stiamo aspettando che il settore bilancio predisponga la variazione di bilancio che come giunta delibereremo, per trasmetterla al consiglio comunale, al fine della sua approvazione in modo da consentire la copertura finanziaria e poter, così, iniziare i lavori».
A proposito delle delega dedicata ai rapporti con il consiglio comunale, sembra che in questo inizio di mandato le cose siano andate per il verso giusto: «il rapporto con il consiglio comunale e – sottolinea – di reciproco rispetto. Sono un assessore che è stato per ben due volte consigliere comunale e conosco bene il ruolo del consigliere e il rispetto che bisogna dare a chi rappresenta i cittadini».
Insomma, almeno la volontà e l’impegno a far diventare Gela una città normale sono garantiti. Poi «ci vuole tanto amore – conclude – da parte di tutti noi cittadini, in qualsiasi ruolo che svolgiamo, nei confronti del bene comune. Il resto viene da sé».