Preferenze, la macchina comunale s’inceppa, ci vorranno giorni. Questi gli eletti “quasi certi”

Preferenze, la macchina comunale s’inceppa, ci vorranno giorni. Questi gli eletti “quasi certi”

Che il dissesto finanziario in cui versa l’ente comunale sia figlio non solo di un dissesto politico ma anche di un dissesto organizzativo è sotto gli occhi di tutti e non può essere più nascosto.

A confermarlo ulteriormente sono stati i clamorosi ritardi nella pubblicazione e comunicazione delle preferenze: un qualcosa di assolutamente inedito e che non ha precedenti di sorta. 

Non lo dice nessuno, ma l’andata in pensione dei due storici impiegati del Ced (centro elaborazione dati) di cui si avvale direttamente la segreteria generale del comune, non ha permesso di mettere una pezza ad un inconveniente che può sempre capitare come un software che si inceppa e non carica i dati. Non ci si può ridurre al momento elettorale. La macchina elettorale deve rimanere in moto tutti i mesi, anche perché oramai tra europee, nazionali, ragionali ed amministrative, si vota praticamente ogni anno. 

Ma la stessa trasmissione telefonica dei dati relativi ai votanti, le schede nulle, i voti ai sindaci, i voti di lista e le singole preferenze, dai seggi a palazzo di città rimane un metodo preistorico. Non si può che rimanere allibiti nel vedere il messo comunale, dopo aver raccolto il modulo compilato dai presidenti di sezione in cui venivano riportati tutti i dati, dettarli telefonicamente a chi dall’altra parte della cornetta li raccoglieva al comune per poi caricarli nel sistema. Se proprio non si voleva che i messi comunali portassero a mano questi moduli dopo averli raccolti dalle sezioni, sarebbe bastato scannerizzarli con lo smartphone ed inviarli tramite whatsapp. 

Ad aggravare il tutto l’inesperienza di nuovi presidenti di sezione non formati, gettati allo sbaraglio nella mischia, con solo un vademecum ad assisterli. Ci sono state sezioni che hanno chiuso a notte fonda ed alcune all’alba e solo grazie all’aiuto di altri presidenti di sezione più esperti e di una squadra comunale appositamente inviata in queste sezioni per sbloccarne l’iter. 

Ma anche chi aveva chiuso tutto in tempi ragionevolissimi è stato costretto ad aspettare diverse ore prima di essere “liberato”, costringendoli a patire una condizione simile a quella di un sequestro in cui erano coinvolti anche i messi comunali, incolpevoli, nonché gli stessi poliziotti assegnati a quelle sedi per presidiare i seggi. Scene da terzo mondo.

GdC