Tutti i partiti e movimenti politici dicevano di voler evitare il dissesto, considerato una iattura, specie per chi doveva governare all’indomani delle elezioni comunali della primavera prossima.
Ma nel momento in cui lo spettro del dissesto si è materializzato, sembrano spuntare dal nulla tanti impavidi, prodi e coraggiosi condottieri, che aspirano a porsi alla guida di un ente affossato.
Nel centrodestra, i papabili candidati alla carica di primo cittadino, fioccano. C’è chi ne conta almeno cinque, altri sei, altri ancora addirittura sette. Tutti gli occhi sono puntati su Fratelli d’Italia. Al suo interno, secondo quanto trapela all’esterno, sarebbero quattro le disponibilità – più o meno velate – a correre per la carica di primo cittadino. Anche i più stretti alleati del centrodestra aspettano che i meloniani gelesi facciano la prima mossa. Come se dipendesse da loro.
E’ noto che nel centrodestra gelese il candidato della coalizione lo decide Caltanissetta, i cui vertici di partito dispongono del simbolo. In alternativa diventa una questione dibattuta a Palermo e financo Roma. Ci sono tre poltrone da occupare: Gela, il capoluogo di provincia e Mazzarino. Inoltre c’è un sempre più probabile ritorno al voto popolare per l’elezione del presidente della provincia, che magari slitta in autunno 2024 o al massimo alla primavera del 2025.
Nel centrosinistra si lavora per un’alleanza progressista tra pentastellati e dem, aperta a moderati e civici. Un primo incontro è stato convocato per sabato 16 dicembre. Vi parteciperanno certamente Pd, M5s e Una buona idea di Terenziano Di Stefano. E’ plausibile che risponderanno all’invito alcuni movimenti civici, fra cui il neonato Moto civico del duo Guzzardi-Franzone ed il gruppo vicino all’imprenditore Maurizio Melfa, che ha intanto però dichiarato che non si candiderà a sindaco e che non sta lavorando ad una propria lista. In dubbio la presenza del laboratorio Per di Miguel Donegani e di Sud chiama nord che in città ha nell’imprenditore Marco Maniglia il fan finora più accanito di Cateno De Luca. In quest’orbita c’è anche il ritorno del Pci con Totò D’Arma.
A rispondere picche, convintamente, è stato il movimento civico Tutti insieme presieduto da Alessandro Vella che ha dichiarato di non voler sedere attorno a quel tavolo. Diverso il discorso nei confronti della proposta centrista, ben vista anche da Italia viva, Noi moderati, liberali, socialisti ed il movimento Rinnova fondato da Alessandra Ascia e Gianpaolo Alario.
I renziani hanno chiesto esplicitamente un rinvio dell’incontro fissato per questo sabato, facendo da tramite ad una richiesta in realtà proveniente da alcuni movimenti che potrebbero entrare nei giorni immediatamente a seguire. I centristi rivendicano pari dignità e non vogliono aggregarsi alla comitiva successivamente, quando alcuni piatti del menù sono stati già serviti.
Se da un lato (centrosinistra) a rompere le uova nel paniere è Miguel Donegani, deciso a tirare dritto, dall’altro (centrodestra) lo è l’uscente Lucio Greco. La candidatura bis dell’attuale sindaco rimane in bilico. C’è da capire come intendono muoversi alle urne fra i pro Greco, il Movimento per l’autonomia di Lombardo ed ora anche Azione di Calenda.
La novità dell’ultima ora, infatti, è che l’assessore comunale con delega al Pnrr e Sviluppo economico, Francesca Caruso ed il consigliere comunale, Luigi Di Dio, formalizzeranno in questi giorni il loro ingresso in Azione con tanto di gruppo consiliare al civico consesso. La decisione è stata resa di dominio pubblico dopo l’incontro tra i due esponenti politici gelesi, il leader nazionale Carlo Calenda, quello regionale Giuseppe Castiglione e la segretaria provinciale, Federica Giorgio. Per ora, la coppia Di Dio-Caruso conferma l’appoggio a Lucio Greco.