Nulla di fatto per le variazioni di bilancio ed il nuovo prezziario delle autobotti
La giunta propone una serie di variazioni di bilancio per progetti coperti da finanziamenti ma bloccati a causa di errori commessi, nel modus operandi precedente alla riforma contabile, dagli uffici tecnici. Il consiglio comunale, quindi, nell’approvare queste variazioni è chiamato a “sanare” quello che il collegio dei revisori ha ravvisato essere una palese violazione dei principi di contabilità, dando parere sfavorevole alle delibere di giunta sottoposte al vaglio dei consiglieri in aula. Con l’aggravante che la mancata approvazione comporterebbe nuovi debiti per una somma pari a circa 25 milioni.
Tutto questo emerge nella seduta del 17 ottobre, conclusasi con un nulla di fatto e conseguente rinvio al lunedì successivo. Nelle more, attraverso la stampa, il leader di Una buona idea, Terenziano Di Stefano, ha ricordato che c’è una norma regionale che nel triennio 2021, 2022, 2023, permette alla giunte di approvare con proprie deliberare le variazioni di bilancio, facendole poi “ratificare” dal consiglio comunale.
La norma in questione e che trova applicazione nella fattispecie è l'art. 5 (L.r. 13/2021) il quale recita: «per il triennio 2021- 2023, per conseguire l’obiettivo del pieno utilizzo delle risorse di derivazione statale o europea destinate alla realizzazione di interventi la cui attuazione è affidata agli enti locali, i comuni, in sede di esercizio provvisorio o di gestione provvisoria, limitatamente alle suddette risorse, sono autorizzati ad effettuare variazioni di bilancio con delibera della Giunta, da ratificarsi a pena di decadenza da parte del Consiglio ai sensi dell’articolo 175 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni».
Possiamo aggiungere in merito che si tratta di una “norma derogatoria”, per un tempo provvisorio prestabilito (triennio 2021/23) e che peraltro sta per decadere, che la Regione siciliana può permettersi di emanare in ragione della sua competenza esclusiva in materia di enti locali. Pertanto, la Giunta può deliberare e procedere con le variazioni evitando il danno, per poi farle ratificare solo successivamente al Consiglio comunale, il quale ultimo – appellandosi alla disposizione sopra enunciata – nella “ratifica” non rischia nulla.
Nel botta e risposta mediatico tra il sindaco Lucio Greco ed il suo ex vice Terenziano Di Stefano, tra “acqua calda” e “doccia fredda” si apprende che l’amministrazione era a conoscenza di questa norma ma che il collegio dei revisori si era messo (ancora una volta) di traverso, esprimendo la propria contrarietà ad una approvazione delle variazioni con delibere di giunta perché non ravvisava l’esistenza dei necessari elementi e/o circostanze di urgenza.
Viene fuori una situazione paradossale in cui l’amministrazione, inibita dal parere sfavorevole dei revisori, non applica una previsione di legge che le permette di approvare le variazioni di bilancio e chiede, invece, al consiglio comunale un atto di coraggio nel votare favorevolmente tali variazioni di bilancio, con parere sfavorevole, per l’appunto, del collegio dei revisori che è l’organo a tutela contabile non dell’amministrazione, ma del civico consesso!
Si arriva così senza alcuna intesa alla seduta di lunedì scorso, nella quale era già chiaro a tutti che non si sarebbe cavato un ragno dal buco. Non si sarebbe raggiunto nessun risultato, né obiettivo in qualche modo utile alla collettività. Solo uno spreco di soldi che è servito per un nuovo battibecco tra il consigliere Casciana (Fdi) ed il primo cittadino sul tema del dissesto e la rottura tra Una buona idea e la segretaria generale dell’ente comunale, con il gruppo dei civici che ha chiesto le dimissioni della dott.ssa Carolina Ferro (nella foto).
Niente variazioni di bilancio e nessuna approvazione nemmeno del nuovo regolamento idrico sulle utenze non fornite dalla rete (e quindi che ricorrono ad autobotti private), al quarto tentativo in aula. Forse dopo la dichiarazione di dissesto che comporterà l’innalzamento delle tasse, proveranno meno vergogna nell’approvare un pesante aumento anche del servizio delle autobotti. Forse ….