Un gruppo di cittadini a tutela del diritto di elettorato attivo ha presentato ricorso innanzi al tribunale di Palermo contro l'elezione di Giuseppe Catania a deputato dell'Assemblea regionale siciliana, giacché il più votato all'interno della lista provinciale di Fratelli d'Italia, concorrente nel collegio di Caltanissetta, in occasione delle elezioni regionali di un anno fa (25 settembre 2022).
La motivazione del ricorso è addebitabile alla presunta ineleggibilità dello stesso, ai sensi della Lr. 29/1951 e successive modificazioni ed integrazioni, in quanto il sindaco di Mussomeli si è candidato ed è risultato eletto senza essersi dimesso da presidente della Srr Caltanissetta nord.
C'è un precedente recentissimo. L'omonimo collega di Fratelli d'Italia in seno al parlamento siciliano, Nicolò Catania, già sindaco di Partanna, eletto nel collegio provinciale di Trapani, ha subito un ricorso al tribunale di Palermo con la stessa motivazione, legata all'ineleggibilità perché presidente della Srr Trapani sud.
Il giudizio in primo grado ha dato ragione alla parte ricorrente ed il deputato meloniano ha presentato appello al giudizio di secondo grado, avvero l'ordinanza del tribunale palermitano. E solo a seguito della notifica all'Ars di tale appello, è stato reimmesso nella carica di deputato regionale, ritornando ad esercitare questo ruolo a Palazzo dei Normanni.
Dichiarata dall'ordinanza del tribunale di Palermo l’ineleggibilità dell'on. Nicolò Catania alla carica di deputato regionale, a decorrere dal 15 giugno 2023 non è stato componente dell'Ars per almeno una decina di giorni, per essere poi reimmesso il 26 giugno, giusto in virtù del ricorso in appello che ha sospeso l'efficacia del provvedimento di primo grado.
Il tribunale, nel dichiarare ineleggibile Nicolò Catania, infatti, ne aveva disposto l'immediata decadenza da deputato regionale e la surrogazione con il primo dei non eletti all'interno della lista Fdi, vale a dire l'ex sindaco di Custonaci, Giuseppe Bica.
L'on. Giuseppe Catania, dal canto suo, ha replicato di essere sereno e tranquillo perché confortato da recenti interpretazioni giurisprudenziali in materia.
Ma la fattispecie analoga, per non dire identica, che ha visto soccombere in primo grado il trapanese Nicolò Catania, sta sicuramente suscitando qualche timore al politico di Mussomeli, il quale - molto probabilmente - è più interessato al giudizio in appello sul suo collega, che al giudizio che lo vede coinvolto in primo grado.
Vale la pena di ricordare che in caso di decadenza per ineleggibilità di Giuseppe Catania, il primo dei non eletti in seno alla lista provinciale nissena di Fratelli d'Italia, è il gelese e coordinatore del circolo cittadino del partito della premier, Salvatore Scuvera, che subentrerebbe di diritto. Per Gela non sarebbe certamente una notizia negativa.
Con Scuvera, che si aggiungerebbe a Nuccio Di Paola (M5s), diventerebbero due su tre i parlamentari regionali originari di Gela eletti nel collegio nisseno. Inoltre l’eventuale surrogazione al seggio di Sala d’Ercole a favore di Scuvera, accrescerebbe ancor di più, il peso specifico nel partito e nella coalizione a favore del gruppo dirigente gelese, anche in vista della definizione delle candidature alle elezioni amministrative della prossima primavera, con Gela e Caltanissetta al voto.
Alle scorse elezioni regionali, Totò Scuvera ottenne in tutto il collegio provinciale oltre duemilacinquecento preferenze, contro le oltre quattromilacinquecento di Giuseppe Catania.
L’altra candidata, Agata Amico, incassò quasi milleduecento preferenze. Quasi tredicimila i voti di lista che consentirono a Fdi di piazzarsi sul gradino più basso del podio ed ottenere il terzo ed ultimo seggio, dietro M5s e Fi.