Quella che tra meloniani e pro Greco si trascina da mesi, dopo la mozione di sfiducia evitata dalle dimissioni poi rientrate del sindaco, è diventata col passare delle settimane sempre più una faida, certamente mediatica.
Mentre civici e progressisti, che accusano Fdi ed alleati di fare da stampella quando occorre davvero all’amministrazione, continuano a sostenere che si tratti di una messinscena di fine mandato, tutta interna all’area di centrodestra, a cui i due fronti – apparentemente ostili – alla fine della fiera appartengono.
Ad accendere la miccia nell’ultimo capitolo settimanale di scontri è stata la notizia fatta trapelare da ambienti locali del partito della premier, sull’accordo attuativo raggiunto a Palermo per il ripristino funzionale del porto rifugio, con tanto di dichiarazioni dell’assessore Aricò.
Il tutto mentre il sindaco Lucio Greco era nel capoluogo regionale giusto per trattare l’argomento. Una notizia rivelatasi priva di fondamento perché nessun accordo era stato raggiunto ed anzi gli attori seduti al tavolo hanno convenuto di ritornare a confrontarsi ed interloquire a distanza di un mese, rinnovandosi l’appuntamento. Il problema insorto riguarda i costi (stimati in 32 milioni) per la caratterizzazione e smaltimento delle sabbie inquinate, che sarebbero di gran lunga superiori alle somme previste dalle compensazioni (oltre 5 milioni).
Di ritorno da Palermo, il sindaco ha definito «scandaloso quanto accaduto, ingannando persino i giornalisti, fatto che ne amplifica la gravità. Questi metodi – ha commentato ulteriormente - non sono degni di un confronto serio e gettano discredito sull’intera classe politica. Sono azioni inaccettabili su cui dovrebbero prendere posizione netta i rappresentanti del partito, a partire dal segretario cittadino. Bisogna impedire – ha concluso Greco – a tutti i costi, che la vita pubblica e politica della città si imbarbarisca in modo irreversibile».
A ruota è intervenuto anche il consigliere Giuseppe Morselli, vicinissimo al primo cittadino e capogruppo consiliare di “Un’altra Gela” che è per l’appunto la lista ammiraglia del sindaco. Anche Morselli ha tirato in causa il segretario cittadino di Fratelli d’Italia, Totò Scuvera, invitandolo ad assumersi la responsabilità politica ed a chiedere pubblicamente scusa, svelando chi è il falsario nei confronti del quale il partito ex msi dovrebbe prendere seri provvedimenti.
Il segretario cittadino di Fratelli d’Italia non ha per contro replicato mentre il gruppo consiliare ha affilato le armi ed è pronto ad incalzare l’amministrazione attraverso le tre interrogazioni che saranno presentate nella seduta di question time fissata martedì 2 ottobre. La più importante riguarda le condizioni del pontile sbarcatoio per il cui progetto di demolizione balla un contributo regionale di 6 milioni e 900 mila euro. Il pontile è da tanto tempo ormai impraticabile e pericoloso per qualsiasi tipo di attività.
I solai e le strutture di sostegno sono fortemente ammalorati e de coesi, le armature sono corrose, la capacità di resistenza alle mareggiate e ai carichi è gravemente compromessa e il manufatto risulta essere in condizioni strutturali compromesse e la struttura ha quindi perso parte della sua capacità portante.
E’ da tempo che si pone l'accento sulla situazione del Pontile e dello stato di degrado e di vetustità in cui versa e che presenta una situazione strutturale già collassata e fortemente instabile.
Per Fdi è passato già molto tempo da quando si è portato in aula il monotematico che non è più pensabile mantenere l'odierno stato dei luoghi con l'elevato pericolo di creare nocumento alla salute pubblica ed assistere al verificarsi del collasso dell'intera struttura o un ulteriore parte di essa.