Passata l’estate, con l’approssimarsi sempre di più all’ultimo semestre di mandato, su cui grava il peso del default dell’ente comunale, la politica comincia a muoversi con segni tangibili anche in vista delle consultazioni amministrative della prossima primavera.
Fine mandato ed elezioni comunali si intrecciano dunque inevitabilmente e reciprocamente, come due lacci che le forze politiche vorrebbero legare in un nodo coerente. Vedremo se e come ci riusciranno.
Ricorrendo ad una metafora calcistica, è giunto il momento di pensare ad allestire le “squadre” per la sfida elettorale primaverile, impegnandosi al contempo per chiudere il mandato con l’approvazione da parte della Corte dei conti del piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Inaugurata la fase delle verifiche: quelle tra alleati o potenziali tali e quelle all’interno dei partiti e dei movimenti che vogliono giocare la “partita” delle elezioni comunali.
Verifiche come quella del sindaco e dei suoi alleati verificatasi in settimana. I “pro Greco” hanno deciso di serrare le fila da un lato e, dall’altro, di mettersi al lavoro per aggregare nuove forze utili a rinnovare la proposta politica da sottoporre al vaglio dell’elettore alle urne, attorno la ricandidatura dell’uscente primo cittadino, ovvero attorno ad una candidatura alternativa da individuare, qualora Greco decidesse di rinunciare alla corsa per tentare il bis.
La conferma è la nomina dell’ultima casella assessoriale, rimasta vacante per diversi mesi. Il sindaco Lucio Greco ha conferito l’incarico all’avv. Antonio Pizzardi, che entra in giunta con deleghe al patrimonio, sanità ed affari legali; mentre quella all’urbanistica rimane in capo al primo cittadino.
Già indicato da Greco nel consiglio d’amministrazione dell’ipab “Antonietta Aldisio”, da cui si è poi dimesso, l’avvocato e funzionario della pubblica amministrazione, classe 1975, che fa la spola tra Gela e Catania, vanta esperienze presso asp ed aziende ospedaliere, oltre che inizialmente alcuni incarichi di docenza. Pur formalmente nella veste di tecnico, Antonio Pizzardi entra sostanzialmente in quota “Un’altra Gela”, perché persona vicina al presidente del consiglio Totò Sammito, che lo ha di fatto sponsorizzato all’interno di Palazzo di città. In ogni caso, la scelta del sindaco è stata condivisa da tutta l’alleanza di governo.
E se la lista ammiraglia del sindaco ha già una buona base da cui ripartire, il gruppo del consigliere Luigi Di Dio e dell’assessore Francesca Caruso, si sta già adoperando alacremente per varare una lista civica di candidati al consiglio comunale. Il vero snodo rimane, però, il Movimento per l’autonomia. Unico partito dell’alleanza, letteralmente resuscitato dalle proprie ceneri in città come l’araba fenice, in concomitanza con la piena “riabilitazione politica” del leader maximo, Raffaele Lombardo. L’ascesa degli autonomisti gelesi durante questo mandato è indiscutibile. Resa possibile, innanzitutto, da un paio di scelte azzeccate in campagna elettorale.
Una è stata il forte apporto dato alla lista “Impegno comune”, premiato dall’elezione di due consiglieri. Un’altra è stata la finestra che sono riusciti ad aprire nella lista “Una buona idea”, con l’elezione di un consigliere. Non a caso sono i tre consiglieri del gruppo autonomista costituitosi in seno al civico consesso.
Pur potendo vantare un assessore ed il vertice della Ghelas per una buona parte del mandato, nonché ben due assessori in giunta durante questa fase finale, anche quando sono stati trascinati dalle polemiche a fare da “vetrina”, gli assessori ed i consiglieri autonomisti si sono subito tolti dall’attenzione dei riflettori, preferendo costantemente un profilo basso.
Una formula vincente di questi tempi in cui, al contrario, apparire costantemente nei media fino ad imporre e inflazionare la propria immagine presso l’opinione pubblica, senza motivare tale pratica (abusata un po’ da tutti oramai) con argomentazioni solide e fatti concreti, si rivela sovente un boomerang che nel ritornare indietro non sbaglia bersaglio e ti centra in pieno. E si tratta, in conclusione, di una crescita anche in termini di consensi, come ha testimoniato l’affermazione ottenuta in città dal candidato all’Ars, Rosario Caci. Potrebbe essere proprio quest’ultimo il candidato alternativo a Lucio Greco, attorno cui consolidare ed allargare l’attuale squadra di governo. Al contrario, pare inverosimile ed alquanto improbabile che gli autonomisti rinuncino alle sirene provenienti da una coalizione di centrodestra, di cui fanno parte a Palermo, per appoggiare una ricandidatura a livello locale di un sindaco uscente, isolato dai partiti e non più riproponibile in una formula civica che lo stesso ha pubblicamente sconfessato, considerandola oramai superata ed anacronistica.