La seduta della mozione di sfiducia congelata (e fatta decadere, almeno secondo la legge) ha messo in mostra i movimenti già in atto tra le forze politiche in vista delle amministrative che si svolgeranno fra meno di un anno.
Da un lato, c'è un centrodestra (rappresentato da Fi, FdI, Lega e mezza Dc) che scalpita e vuole sfruttare l'onda lunga del successo ottenuto alle politiche ed alle regionali, riproponendo grosso modo la stessa formula coalizionale per il dopo Lucio Greco.
Un centrodestra disposto anche ad interrompere con un anno d'anticipo il mandato, pur di incassare il premio di una non ricandidatura del sindaco uscente qualora fosse, per l’appunto, sfiduciato.
Dall'altro, altrettanto opportunistica, per quanto occasionale, è l'alleanza venutasi a creare tra le forze civiche e progressiste di opposizione, con la minoranza che sostiene il primo cittadino, tutte disposte, invece, a proseguire il mandato fino a scadenza naturale, pur di evitare una campagna elettorale fuori dal civico consesso e con un burocrate alla guida dell'ente (il commissario, in caso di sfiducia, si sostituirebbe al sindaco ed allo stesso consiglio comunale).
Insomma, meglio restare in consiglio comunale e con Lucio Greco in carica, sebbene poi in pochi (anche dentro il gruppetto che attualmente lo sostiene) saranno inclini, eventualmente, a ricandidarlo.
Da qui la difficoltà nel motivare pubblicamente la non sfiducia, in un dibattito che si è voluto eludere con il rinvio, in attesa che il primo cittadino – che ha promesso di dimettersi in caso contrario - fornisca a queste forze l'alibi della prosecuzione del mandato con il rendiconto ed il predissesto: per cioè “salvare la città dal dissesto”.
In teoria, nel centrodestra trovare la quadra non dovrebbe essere così difficile. I nomi che sono trapelati dall'inizio dell'anno sono i più ovvi: per la “Lega” la riproposizione di Giuseppe Spata, per “FdI” il segretario cittadino e già candidato alle ultime regionali, Salvatore Scuvera e per “Fi” il coordinatore cittadino Enzo Pepe. Quest'ultimo, però, secondo alcune indiscrezioni, ad un certo punto si farebbe da parte per il cognato e già più volte consigliere comunale, Enzo Cirignotta.
Manuale Cencelli o no, ci sono due partiti, Fi e FdI, che hanno espresso i maggiori consensi ed i due deputati all’Ars della coalizione nel collegio nisseno. A loro spetterebbe indicare i rispettivi candidati a sindaco nelle competizioni elettorali di Gela e Caltanissetta, entrambe fissate per la primavera 2024.
Ma quasi certa è la possibilità di un ritorno alle urne dei nisseni anche per le elezioni provinciali, con il ripristino del voto diretto a suffragio universale del presidente della provincia e del consiglio provinciale.
Ecco il perché della virata della “Dc” gelese verso l’opposizione di centrodestra a Greco. I cuffariani, insomma, vorrebbero approfittare dell’assenza nella coalizione del “Mpa”, rimasto a sostegno di Greco, per avanzare la candidatura di Pino Federico a sindaco di Gela o a presidente della provincia, carica quest’ultima di cui è l’ultimo rappresentante del voto popolare.
Cosa faranno allora i lombardiani? L’Mpa è risorto in consiglio comunale a bocce ferme. L’obiettivo minimo è la riconferma nel civico consesso, ma stavolta siglata dal voto degli elettori.
Un riconferma che potrebbero ottenere sia con il sostegno ad una ricandidatura di Greco a sindaco, sia con un rientro all’ultimo momento nella coalizione di centrodestra, sia con il loro ingresso in un ipotetico terzo polo centrista su cui sta lavorando “Iv” ed in cui potrebbe rientrare “Una buona idea”, se i possibili partners non ponessero veti alla candidatura dell’ex vicesindaco, Terenziano Di Stefano. I renziani potrebbero indicare il coordinatore provinciale, già assessore e consigliere comunale, Giuseppe Ventura, considerato che sembra essersi arenata la candidatura di Emanuele Maganuco, frenato dalla corsa già messa in moto dal cognato, Miguel Donegani.
Nel centrosinistra, si procede in orde sparso. Il già deputato regionale, vicesindaco, assessore comunale e consigliere comunale post comunista, non sembra affatto nascondersi ed è già al lavoro da mesi in compagnia di vecchi e nuovi amici che hanno aderito a “Per”, laboratorio politico che, secondo quanto trapela da ambienti vicini a Donegani, potrebbe portare in dote alle prossime amministrative almeno un paio di liste.
Il che lo porrebbe nettamente in vantaggio rispetto altri. Perché è facile avanzare candidature a sindaco, ma poi le liste chi le fa? Il movimento “Rinnova” potrebbe indicare il coordinatore Gianpaolo Alario o in alternativa la consigliere Alessandra Ascia. Sia il “M5s” che il “Pd”, starebbero muovendosi per pescare nella società civile la proposta di candidatura da portare sul tavolo delle trattative.
A proposito di società civile, l’imprenditore Maurizio Melfa potrebbe riprovarci di nuovo. Sarebbe il terzo tentativo di fila. Ma il nome che sta uscendo fuori in questi giorni è quello di Filippo Franzone, che i gelesi hanno imparato a conoscere come il condottiero di “Gela provincia” prima e del “passaggio alla città metropolitana di Catania” poi, ma pure per le sue battaglie a difesa della città, specie in campo sanitario-ospedaliero. Franzone sta valutando l’invito che gli è stato rivolto da almeno un paio di movimenti e diversi cittadini.