Il sindaco sulla graticola della sfiducia che precederà rendiconto e correttivi

Il sindaco sulla graticola della sfiducia che precederà rendiconto e correttivi

I giorni passano e siamo arrivati alla conclusione della terza settimana di aprile.

Emerge sempre più nitidamente la circostanza che vedrà i consiglieri comunali chiamati a votare la sfiducia prima dei correttivi. Il Pef rifiuti è stato trasmesso al collegio dei revisori per il parere. Se i revisori non dovessero mettersi di traverso, il tempo per arrivare in aula e votarlo entro il 30 aprile c’è tutto. Lo stesso non può dirsi per il rendiconto consuntivo 2021.

Anzi, interrogata in aula nel corso di una seduta del civico consesso, la segretaria generale comunale, dott.ssa Carolina Ferro, ha ammesso che sarà improbabile farcela per il documento contabile entro fine mese. 

Niente di irreparabile, certo, tuttalpiù – aggiungiamo noi – potrebbe scattare una diffida a provvedere da parte del commissario ad acta, sempre che non gli sfugga, intento ed impegnato ad altri incarichi contestuali, ma è chiaro che spostare di altri 15-20 giorni la trattazione del consuntivo, significa non farcela per i correttivi entro metà maggio. Ed infatti, la stessa segretaria ha proseguito confessando di aver già richiesto un ulteriore lasso di tempo alla Corte dei conti. Nei corridoi si vocifera altri 30 giorni e quindi metà giugno, con l’avvertenza però che questo nuovo termine per i correttivi, diventerebbe perentorio e non più procrastinabile. 

Insomma, si arriverà a trattare e votare la sfiducia, presumibilmente dopo la trattazione e votazione del pef rifiuti e, al contempo, prima della trattazione e votazione dei correttivi. Saranno dunque i consiglieri comunali a decidere, senza conoscere prima rendiconto (cioè disavanzo nel 2021) e correttivi, se dovrà continuare ad essere l’amministrazione a proporre i correttivi alla crisi finanziaria (dichiarazione di dissesto compresa) ed il consiglio stesso ad approvarli, o sarà il commissario straordinario regionale a fare tutto (dichiarazione di dissesto compresa) da solo.

Con la sfiducia infatti decadono sindaco, giunta e consiglio comunale, con il commissario straordinario che si sostituisce a tutti e tre gli organi: quello monocratico (sindaco) e quelli collegali (giunta e consiglio comunale). 

Pertanto, prendersi tutti i 30 giorni consentiti dalla legge per convocare la trattazione della mozione di sfiducia, da parte del presidente Totò Sammito, è servito solo a consentire ai consiglieri di procedere dopo aver valutato il Pef rifiuti. Forse, almeno quello. Peraltro la legge non dice che la mozione di sfiducia vada votata per forza entro 30 giorni e, quindi, entro il 4 maggio. Entro questa data deve iniziare la seduta ma non per questo deve concludersi tassativamente nella stessa giornata.

Del resto, il 4 maggio non è ancora una data certa. L’intergruppo comunale “Unità progressista” ha infatti chiesto alla presidenza che la trattazione della mozione venga anticipata al 2 maggio, rispetto al 4 maggio che è l’ultimo giorno utile, perché una delle tre consigliere progressiste non potrà essere presente per il 4 maggio. Non a caso la sfiducia non è stata ancora calendarizzata con Sammito che si sta interfacciando nel frattempo con i vari gruppi consiliari per stabilire una data utile a tutti tra il 30 aprile ed il 4 maggio. 

Intanto, a conferma di quanto il quadro sia altamente complicato, è arrivata quella che piuttosto agevolmente è stata definita dai più, come un sorta di “toccata e fuga” della dott.ssa Monia Amato, che era stata individuata come dirigente a scavalco (due volte la settimana) al settore del bilancio. Arrivata in città, non appena ha dato un’occhiata alla situazione, la dirigente ha subito messo le mani in avanti precisando che non aveva ancora accettato l’incarico, rinunciandovi in un batter d’occhio dopo l’interlocuzione con i revisori. 

Tanto basta per agitare la commissione presieduta da Pierpaolo Grisanti (FdI) e composta dai consiglieri Giuseppe Spata (Lega), Salvatore Scerra (FdI), Alessandra Ascia (Unità progressista) e Davide Sincero (Una buona idea), che ha intenzione di acquisire tutte le informazioni in merito. In ogni caso, se da settembre dello scorso anno si è costretti a chiedere dirigenti a scavalco, è perché si è in gestione d’emergenza e non possono essere assunti a contratto nuovi dirigenti.

E la gestione d’emergenza è esclusivamente frutto della mancata approvazione di rendiconto e bilancio. Obiettivamente, non certo per colpa delle amministrazioni passate.