Dopo diversi tentativi, è passato in aula il nuovo regolamento sui ripristini dei manti stradali, con un secco giro di vite nei confronti delle società che intervengono nei cosiddetti sottoservizi stradali: dalla costruzione della rete idrica a quella della illuminazione, dalla rete elettrica a quella telefonica e via discorrendo.
Un regolamento resosi necessario perché questi piccoli cantieri si sono accavallati a quelli più grossi senza ripristinare come si conviene il manto a fine lavori, come dimostrano una fitta serie di segnalazioni dei cittadini e le frequente diffide mosse dagli uffici comunali.
D’ora in poi chi manomette il manto stradale con scavi, tubi, posa reti e quant’altro, non può chiudere il cantiere senza il rispetto di questo regolamento e delle normative a cui quest’ultimo rinvia e che disciplinano il settore. Pena sanzioni ben più pesanti rispetto al passato. Il regolamento è stato predisposto dalla Commissione consiliare “affari generali”, presieduta dalla consigliere Marina Greco e composta dai consiglieri Valeria Caci, Salvatore Incardona, Giuseppe Morselli e Gaetano Orlando, sovente collaborando con la Commissione Urbanistica.
Ai fini di una disciplina regolamentare puntuale e compiuta, una serie di emendamenti hanno prolungato la trattazione, discussione e votazione del testo, allungando l’iter che si è dispiegato lungo più sedute. L’articolato finale, composto 16 articoli, è stato approvato con dodici voti favorevoli su tredici presenti, al netto cioè dell’astensione della vice presidente del consiglio comunale, Paola Giudice, facente funzioni di presidente in sostituzione dell’assente Totò Sammito.
Tra le sedute per l’approvazione di questo regolamento, si è tenuta anche la sessione dedicata alle mozioni. Invero, erano solo due le mozioni all’ordine del giorno, di cui una riguardante l’ottantesimo anniversario dello sbarco alleato, peraltro ritirata in aula ma con il proposito espresso dal relatore Totò Scerra (FdI) di trasformarla, concordandola con l’intero consiglio comunale, in un atto che indirizza l’amministrazione a non spendere di questi tempi le ingenti somme trapelate dai media.
L’unica mozione rimasta è stata presentata dai consiglieri di “Una buona idea”, Davide Sincero e Rosario Faraci, che hanno proposto all’amministrazione la piantumazione di un albero per ogni vittima del Covid in città. Lo stesso capogruppo, il consigliere Sincero, considerata la situazione finanziaria, il pochissimo personale a disposizione per la cura delle piante, ha poi ridotto di fatto la richiesta ad un solo albero simbolico, assicurando la disponibilità di “un buona idea” ad acquistare la pianta.
Disponibilità che ha esternato anche la presidenza del coniglio. Ovviamente, il consigliere Emanuele Alabiso (Lega), intervenuto a tal proposito, ha ricordato la necessità di apporre una targhetta commemorativa in ordine ad un epidemia mondiale, che ha mietuto vittime e, laddove non l’ha fatto, ci ha ricordato davvero ed in concreto cosa significa vivere in libertà.