La giunta regionale ha individuato, con apposita delibera, su proposta dell'assessore alle autonomie locali, Andrea Messina, la data delle prossime elezioni comunali
nelle giornate di domenica 28 maggio, dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 29 maggio, dalle ore 7 alle ore 15, con eventuale turno di ballottaggio nelle giornate di domenica 11 giugno, dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 12 giugno, dalle ore 7 alle ore 15.
Si preannuncia invece un nuovo slittamento delle elezioni riguardanti le ex province, cioè i 3 consigli metropolitani di Palermo, Catania e Messina, nonché i 6 presidenti ed altrettanti consigli, dei Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. Si tratterebbe, nel qual caso, del dodicesimo rinvio. Allo stato dell’arte, infatti, qualora si volessero rinnovare gli organi elettivi di vertice degli enti intermedi isolani, le elezioni sarebbero indirette, di secondo grado, ai sensi della Legge Delrio. Ciò significa che sindaci e consiglieri comunali sono al contempo candidabili ed elettori, per cui si pone la necessità di evitare che partecipino al voto indiretto sindaci e consiglieri in scadenza mandato.
Posto che per legge la tornata elettorale ordinaria delle amministrative intercorre tra aprile e giugno, considerato che la proclamazione di tutti gli eletti nei 129 comuni (un terzo della popolazione siciliana) chiamati al voto a fine maggio, con eventuale ballottaggio a metà giugno, nella migliore delle ipotesi si trascinerà fino al termine del mese di giugno, le eventuali ed ulteriori elezioni delle ex province, sforerebbero con deroga a luglio. Ma in Sicilia la febbre per un ritorno al voto diretto, non si circoscrive più solo al centrodestra, avendo fatto breccia anche nel centrosinistra e contagiato in particolare il Pd siciliano, il cui capogruppo ha depositato all’Ars un ddl che ripristina il voto dei cittadini. A meno che l’Ars approvi questo ddl e venga pubblicato in Gurs entro il termine per il decreto di indizione dei comizi (mercoledì 29 marzo, ovvero eccezionalmente lunedì 3 aprile 2023), così da rientrare nella tornata elettorale ordinaria e dare luogo alle elezioni provinciali (con voto diretto) contestualmente a quelle comunali, ciò che è più verosimile ipotizzare al momento, è un voto (diretto o indiretto) nel turno elettorale straordinario di ottobre, quindi in ogni caso con una nuova proroga (probabilmente fino al 31 dicembre) dei commissari provinciali in scadenza al 31 agosto.
Tornando alle elezioni comunali, in 123 comuni sono elezioni a scadenza naturale, anticipate invece per 5 comuni (Catania, Modica, Aidone, Mojo Alcantara e Trabia) attualmente gestiti da commissari straordinari nominati dalla Regione, infine posticipate (scadevano nel 2021) per 1 comune (Barrafranca), attualmente gestito da Commissione prefettizia in quanto sciolto (per mafia) ex articolo 143 del D. Lgs. 267/2000. Si vota in 4 comuni capoluogo: Catania (con 6 circoscrizioni di quartiere), Ragusa, Siracusa e Trapani. A questi si aggiungono altri 11 comuni sopra i 15.000 abitanti e dunque con voto proporzionale per il consiglio e maggioritario a doppio turno (con ballottaggio) per il sindaco: si tratta di Licata, Aci Sant'Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Gravina di Catania, Mascalucia, Piazza Armerina, Comiso, Modica e Carlentini.
Gli altri 114 comuni sono tutti al di sotto dei 15.000 abitanti e si vota col maggioritario a turno unico (niente ballottaggio per i sindaci). Nel nisseno sono coinvolti 5 comuni (tutti al di sotto dei 15.000 abitanti): vale a dire Delia, Milena, Montedoro, Riesi e Sutera. Nel messinese sono addirittura 33 i comuni al voto (tutti al di sotto dei 15.000 abitanti), 25 comuni nel palermitano (tutti al di sotto dei 15.000 abitanti), 19 comuni nel catanese, 14 comuni nell'agrigentino, 12 comuni nel trapanese, 9 comuni nell'ennese, 8 comuni nel siracusano e 4 comuni nel ragusano.