Chiusa formalmente la crisi di governo con la nomina di Romina Morselli (“Un’altra Gela”) ai lavori pubblici, rimane sostanzialmente una crisi di maggioranza quella che il sindaco, Lucio Greco, si ritrova in agenda, dopo la fuoriuscita dei due consiglieri di “Liberamente” dalle forze consiliari a sostegno dell’amministrazione cittadina.
I numeri non mentono. Il primo cittadino non ha una maggioranza “precostituita” in consiglio comunale (una maggioranza assoluta, cioè minimo la metà + 1 dei consiglieri eletti), almeno fin tanto che non decideranno di rientrarvi gli indipendenti Rosario Trainito e Luigi Di Dio.
Se il primo è in procinto di aderire a “Forza Italia” e, gioco forza, entrare con tutte le scarpe in maggioranza, il secondo dopo l’abbandono proprio da “Fi”, si è preso con po’ di tempo per decidere col suo gruppo il da farsi. Ad oggi, dunque, i consiglieri in appoggio al sindaco ed alla giunta rimangono 11 su 24, cioè meno della metà, altro che maggioranza (almeno 13 consiglieri).
Ciò, nonostante la soddisfazione da parte del sindaco per aver incassato il “consolidato” con l’approvazione di 11 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto, nei tre quarti d’ora di seduta del civico consesso, tenutasi questo mercoledì sera: «è stata una seduta veloce, tranquilla, improntata al dialogo – ha commentato Greco – e alla condivisione.
Davvero un ottimo lavoro per il quale esprimo un plauso e un ringraziamento in primis all’assessore al ramo e poi a tutti i consiglieri. Grazie al bilancio consolidato approvato questa sera, la città può permettersi di guardare al futuro con un pizzico di serenità in più, che è in assoluto la cosa più importante».
Sulla stessa lunghezza d’onda, l’assessore al bilancio, Danilo Giordano (Udc): «non posso che essere soddisfatto – ha aggiunto Giordano – sia per il modo in cui si sono svolti i lavori, motivo per cui ci tengo a ringraziare i consiglieri di maggioranza, sia perché stiamo dotando la città di un altro importante documento finanziario che permetterà, tra le altre cose, di sbloccare l’assunzione di un nuovo dirigente tecnico attraverso la mobilità esterna.
Questo si tradurrà in una boccata d’ossigeno non da poco per il carente personale che ogni giorno, a fatica, cerca di far funzionare al meglio la macchina amministrativa per dare risposte celeri alla comunità. Il lavoro d’ufficio paga, nonostante le numerose difficoltà, e con il dirigente Depetro e i tecnici ci siamo impegnati a fondo per far sì – ha concluso l’assessore al bilancio e tributi - che stasera tutti gli atti propedeutici fossero pronti».
Di ben altro avviso, invece, l’indipendente (gruppo misto) ma sempre più prossimo ad aderire a “Fratelli d’Italia”, Salvatore Scerra (nella foto), che nel tornare a suggerire al primo cittadino di farsi da parte e togliere il disturbo, rimane il più acerrimo ed agguerrito oppositore del sindaco, dentro e fuori l’aula consiliare: «è impensabile governare la sesta città siciliana – ci ha risposto – come un condominio familiare. Nell’ultimo consiglio comunale emerge lo stato confusionario dei partiti che orbitano nel progetto Greco.
Ormai è chiaro a tutti, non ha maggioranza e tentare di governare gli ultimi 2 anni senza una programmazione, sarà devastante per l’economia gelese. Invito il sindaco – ha chiosato Scerra – a riflettere seriamente sulle possibili e immediate dimissioni, i fatti dicono che ha fatto peggio del suo predecessore».
Non traggano in inganno, d’altra parte, le circostanze che hanno visto, nel corso della votazione al consolidato, astenersi il sopra citato consigliere Trainito ed addirittura votare favorevolmente il consigliere Vincenzo Casciana (“Liberamente”). Nessun messaggio particolare al sindaco, ma semplicemente la certezza che i loro voti fossero ininfluenti. In ogni caso, su di essi il primo cittadino, a priori, non faceva alcun affidamento. Vale la pena di ricordare, infatti, che mercoledì sera si era all’indomani della seconda convocazione, dopo che era caduto il numero legale in prima. Morale della favola, per il numero legale mercoledì sera occorrevano almeno 10 presenze, tanti quanti i voti di cui Greco era a disposizione per far passare il bilancio consolidato.
Semmai questi discorsi sono utili solo e semplicemente a rimarcare quanto da noi sopra asserito, vale a dire che il sindaco non ha una maggioranza e inequivocabilmente lo dimostra il fatto che, nonostante l’insistenza di Greco a far approvare l’atto con urgenza, si dovranno attendere ulteriori 15 giorni prima che lo stesso produca effetti. Non è stato possibile, infatti, votare l’immediata esecutività dell’atto, perché a prescindere dei calcoli per il numero legale, per approvare favorevolmente l’immediata esecutività ci vuole sempre e comunque una maggioranza assoluta, cioè di almeno 13 consiglieri. Un lusso che con tutta evidenza il sindaco di Gela, allo stato dell’arte, non può permettersi.
E come se non bastasse, il clima all’interno del fronte a sostegno di Greco non è cambiato, con i forzisti ed i civici che si controllano e si marcano a vista. Ci sono all’interno dei rapporti tra gli alleati, debolezze che generano criticità: senza mettere a nudo le prime, abbiamo visto che diventa molto arduo risolvere le seconde. Ma serve chiarezza anche nel contarsi e capire una volta per tutte chi è dentro e chi è fuori l’alleanza pro Greco.
Lo ha affermato a chiare lettere nel consiglio comunale del giorno prima, anche il capogruppo di “Una buona idea”, Davide Sincero, osservando correttamente che affidarsi alla logica, “speculativa”, di due maggioranze diverse, una rappresentata in giunta, l’altra da costruire in aula sui singoli atti, servirà forse a galleggiare ma non porta da nessuna parte in prospettiva.
Per tutta riposta, il sindaco Greco ha tradotto questo palese invito di un alleato, in un appello vigoroso rivolto al senso di responsabilità delle opposizioni, che in molti hanno interpretato come il manifesto tentativo di allargare una maggioranza che non c’è, tenendo la porta spalancata a chi volesse entrare. Ma cosa vuoi allargare se ti ostini poi a tenere corta la coperta?