Ancora una volta le associazioni di cittadini scendono in campo a colmare le vistose lacune create dal lassismo di una classe politica indaffarata a tutt'altro, anche se francamente non si capisce più bene cosa, oltre il proprio orticello elettorale.
Capita così che l'avv. Paolo capici (nella foto) presidente dell'Associazione H e storico esponente del mondo dei disabili, torna a scrivere alla Regione siciliana ed in particolare all'assessorato alla sanità e salute, retto da Ruggero Razza. Lettera recapitata per conoscenza anche all'Asp Cl2 ed in particolare al manager Alessandro Caltagirone ed al direttore sanitario Marcella Santino.
Oggetto della rivendicazione riguarda stavolta il disservizio relativo al Cup, centro unico di prenotazione, con tanto di controreplica dell'avv. Capici, alla risposta ricevuta dai due dirigenti asp sopra citati: «intanto – si legge nella missiva – nessuno dei due mi ha sentito come invece hanno fatto il direttore dell’Asp due di Gela ed il responsabile del Cup, dott. Catrini, che avendo responsabilmente ed umilmente ammesso le carenze lamentate non solo da me ma anche da molti cittadini, si sono sin da subito adoperati per farsi che il servizio fosse più funzionante e congruo alle esigenze degli anziani e degli utenti che hanno poca dimestichezza con l’apparecchio cellulare».
In proposito Capici ricorda che «si era perfino raggiunto un accordo formale che ovviamente i signori di Caltanissetta hanno tacitato ed annullato con cui tanto il dott. Catrini che il dott. Buttiglieri si impegnavano a farsi che anche di mattina, almeno un giorno, rispondesse direttamente l’operatore per gli anziani e altri utenti.
Evidentemente - punta l'indice il presidente di Associazione H – così non è perché i vertici non vogliono e quindi tutto è rimasto come prima. Oggi è diventato fin troppo comodo - prosegue Capici – dire che tutto funziona male perché c’è stato il “covid”, mentre sarebbe più serio e più saggio ammettere che ci sono delle carenze e venire incontro alle esigenze dell’utenza del territorio.
Ovviamente hanno sorvolato e sottaciuto perché la sanità a Gela non funziona, i reparti dell’ospedale sono pressoché indecenti e proprio ieri l’altro personalmente sono andato per una visita all’ospedale di Gela e ho trovato letteralmente indecente e perfino poco salubre lo spazio esterno antistante che era pieno di rifiuti di ogni categoria.
Spero solo di non dover arrivare a riprendere con le telecamere tutto ciò che ho visto e mandarlo alla Procura della repubblica chiedendo che una volta per tutte si ponga rimedio a questo mal costume delle registrazioni telefoniche come pure alla lunga attesa che i cittadini devono fare fuori dagli ambulatori sia col sole a 40° sia con la pioggia e la tempesta proprio come se fossero degli animali poiché tutti gli ambulatori si chiudono e non fanno entrare nessuno!».
Laddove non ci pensa la politica, sono dunque i cittadini ad intervenire. La cosa grave, però, è che si parla di salute e disabilità. Ma Capici non molla ed assicura che continuerà a condurre le sue ricerche ed a mandare altro materiale, in primis alla procura preso il tribunale di Gela, atto a provare tutto quello che è stato detto da 10 anni a questa parte riguardante la discutibilissima gestione della sanità del sud nisseno, in modo più preciso a Gela. Il tutto, in attesa di riscontro da parte dell’assessore Razza e/o chi per esso, dai vertici di Caltanissetta.