Il dirigente generale del dipartimento regionale alle attività produttive, incardinato in seno al relativo assessorato della Regione siciliana, Carmelo Frittitta, ha firmato il decreto di approvazione dell’avviso pubblico per la concessione di contributi a fondo perduto a favore delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi aventi sede legale e/o operativa nelle aree urbane di Agrigento, Bagheria, Caltanissetta, Enna, Messina, Modica, Palermo e Ragusa.
L'iniziativa denominata "Bonus Sicilia Aree Urbane" ha come obiettivo di sostenere le microimprese delle aree urbane sopra indicate, in crisi finanziaria causata dall'emergenza covid-19, con la concessione di contributi a fondo perduto, rientranti nell'ambito della strategia complessiva del P.O. Fesr 2014-2020.
La notizia in città è passata letteralmente in sordina. Eppure, dei primi tredici comuni siciliani (con popolazione superiore ai 50 mila abitanti), gli esclusi in ordine di grandezza sono Catania, Siracusa, Marsala, Gela, Trapani e Vittoria.
Tra gli esclusi, dunque, c’è anche Gela. Inclusa invece Enna, quarantunesimo comune siciliano sul piano demografico ed ancora, con i suoi 26 mila abitanti, città capoluogo di un libero consorzio di comuni (ente di area vasta subentrato alla provincia regionale). L’esclusione di Gela potrebbe essere letta come una buona notizia, nel senso che da ipotetici studi preliminari del dipartimento regionale, potrebbe essere risultato che il tessuto micro imprenditoriale gelese abbia tenuto di più rispetto ad altri comuni l’impatto della crisi pandemica.
Sebbene nel mancato coinvolgimento a fare compagnia a Gela sono altre realtà produttive isolane, quasi a confermarne la vivacità nell’iniziativa economica, tale lettura continua a non convincerci, non fosse altro perché l’esperienza ci insegna che azioni di questo tipo dipendono dalla relativa copertura politica. E se le altre realtà escluse in qualche modo dalla Regione siciliana hanno già avuto in altri ambiti, Gela dal governo regionale ha ricevuto ad oggi solo ceffoni.
Definanziati progetti rientranti nel “Patto per il sud”, definanziati milioni per la darsena commerciale, spesi soldi delle compensazioni Eni per il dragaggio del porticciolo senza che i lavori siano mai iniziati, acqua della diga disueri gettata a mare e non destinata ad uso irriguo nonostante l’agricoltore paghi il consorzio, ampliamento della discarica timpazzo destinata a ricevere rifiuti da mezza isola senza alcuna compensazione, acqua potabile ma non bevibile costosissima perché all’ingrosso (Siciliacque) il prezzo è gonfiato ed al dettaglio (Caltaqua) si scarica tale onere al consumatore finale (cittadino utente) e via di seguito.
Per contro, manco un modesto ristoro per le partite iva e le micro imprese, come in questa occasione, a fronte della crisi provocata dal coronavirus. L’ennesima conferma di una classe politica che non riesce a difendere le ragioni del territorio. Il dilemma che rimane al riguardo è se tale deficit politico sia dettato da semplice incompetenza (proprio non sono capaci) o pura latitanza (se ne fregano senza pudore).
Il decreto, pubblicato nel sito internet istituzionale della Regione siciliana, segue una serie di protocolli d'intesa siglati a gennaio dell'anno corrente con le rispettive aree urbane coinvolte. L'ammontare delle risorse disponibili supera i 25 milioni e 600 mila euro (ed è pari, più precisamente, a 25.610.028,88 euro), così ripartiti: Agrigento 1.657.000 €; Bagheria 2.278.346,88 €; Caltanissetta 2.285.000 €; Enna 2.285.000 €; Messina 4.633.808,40 €; Modica 1.261.667 €; Palermo 7.928.873,60 €; Ragusa 3.280.333 €.
Possono presentare istanza per il contributo a fondo perduto le microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi, regolarmente iscritte al registro delle imprese preso le camere di commercio territorialmente competenti, che abbiano sede legale e/o operativa all'interno di una delle aree urbane citate. In caso di imprese associate e/o in qualche modo collegate, l'istanza dev'essere unica, pena esclusione delle altre eventuali e successive alla prima selezionata e sottoposta al vaglio di controllo.
Quindi, è ammessa una sola istanza per ogni partita iva. L'importo del contributo è variabile ma non può superare il tetto massimo di 5.000 euro per ogni singola istanza. L'importo effettivo verrà calcolato sulla base del rapporto tra dotazione complessiva a diposizione dell'area urbana interessata diviso per il numero totale delle istanze presentate relativamente a quella specifica area urbana di riferimento, a valere sulla stessa dotazione territoriale.