Il tesseramento in “Italia viva” dell’assessore comunale alla agricoltura, cultura ed istruzione, Cristian Malluzzo, ha suggerito un incontro tra il sindaco di Gela, Lucio Greco (nella foto)
e i neo coordinatori cittadini del partito renziano, Rochelio Pizzardi e Nadia Di Francesco, per fare il punto della situazione e concordare una nota congiunta diffusa nella serata di mercoledì: «alla base di questa amministrazione c'è, da sempre, un progetto civico – si ribadisce nel comunicato inviato ai media - che ha tratto spunto dalle gravi e pesanti emergenze della città e che è nato per risolverle, attraverso un programma elettorale elaborato ad hoc.
Chi lo ha condiviso e lo ha sposato ha messo al primo posto le problematiche di Gela, accantonando i colori politici e gli interessi partitici. I gruppi di “Pd” e “Forza Italia”, vale la pena ricordarlo, si sono costituiti dopo le elezioni. Il fatto che l'assessore Cristian Malluzzo – si precisa nella nota – abbia aderito a “Italia Viva” riteniamo che non pregiudichi in alcun modo la sua permanenza in giunta, e chi obietta o fa polemica su questo forse dimentica che stiamo parlando di un movimento che non poteva appoggiare il sindaco Greco, semplicemente perché ancora non esisteva. L'assessore Malluzzo, semmai, può essere un valore aggiunto, perché voce di un partito che vanta rappresentanti di alto livello sia nel Governo centrale che tra la deputazione regionale.
Non ci sono motivi ostativi, dunque, alla sua presenza nella squadra assessoriale, purché si continui a lavorare per la risoluzione dei problemi e per il rilancio dell'immagine di Gela. D'altronde, in un momento di grave crisi come quello che stiamo vivendo, sarebbe inspiegabile e persino imperdonabile non accettare la collaborazione di chi si vuole spendere per il bene della collettività. E' compito di un sindaco – conclude il documento – utilizzare le migliori energie che possano contribuire alla rinascita della città».
Innanzitutto, non si capisce perché una nota congiunta di sindaco ed “Italia viva” anziché una nota del solo sindaco. Sarebbe stata molto più comprensibile una nota congiunta tra un sindaco “renziano” ed il suo partito, ma non tra un sindaco “civico” chiamato a spiegare ed un partito che nulla aveva da sottolineare ulteriormente rispetto a quanto dichiarato alla luce del sole durante i lavori congressuali, dove si evinceva che il tesseramento di Malluzzo non ostacolava il proseguimento del suo incarico assessoriale. Per dirla tutta, toccava decisamente di più al sindaco chiarire che al partito di Renzi.
Per i più maliziosi, poi, per quanto formalmente rimanga una forza extra consiliare con un assessore in giunta, “Iv” è presente in consiglio ed in maggioranza attraverso Giuseppe Morselli, nonostante quest’ultimo si sia limitato ad esprimere solo una vicinanza (senza aderire) ad “Italia viva”, negandosi la possibilità di creare il gruppo consiliare renziano (potrebbe farlo anche da solo ed esserne capogruppo). Si tratterebbe cioè di una mossa tattica, per consentire al sindaco di proclamarsi ancora leader “civico” del più grosso gruppo consiliare della maggioranza. Identico il ragionamento per Vincenzo Cascino con Giuseppe Licata in giunta e per Diego Iaglietti con Francesco Trainito a capo della “Ghelas multiservizi”. Senza considerare la permanenza nella lista ammiraglia del sindaco, di Totò Sammito, quasi sicuro candidato in “Forza Italia” alle regionali.
In conclusione, ciò che rimane puntualmente confermata, anche da questa vicenda, è la personalissima “visione civica” di Greco. Parlare ancora di progetto civico con una maggioranza che vede dentro partiti come “Fi”, “Udc” e “Iv”, con il “Pd” a cui il sindaco riserva l’assessorato invitandolo a rientrare, dovrebbe apparire un controsenso.
Eppure per il primo cittadino non lo è affatto. Per essere un sindaco civico basta non avere tessere, ma fare entrare tutti quei partiti che hanno agganci nazionali e regionali, disposti a collaborare per il “bene della città”, anche a dispetto di cosa hanno detto le urne. A nostra sensazione, cosa ne pensano di questa visione i “civici” della maggioranza, quali “una buona idea”, “libera mente” ed “impegno comune”, lo sapremo a breve. Soprattutto, con l’avvicinarsi delle elezioni regionali anche i consiglieri comunali “civici” realizzeranno che sarà molto difficile continuare a indossare l’abito “civico” senza “collocarsi” politicamente. Ed a quel punto, del “vestito civico” non rimarrà nulla a coprire canottiera e mutande.