In questo luogo migrano specie anche rare di volatili, ma c'è una specie molto canterina che ha deciso nel tempo di risiedervi stabilmente.
Un esemplare di questi uccelli canterini ci ha sussurrato all'orecchio che il sindaco di Gela si sarebbe incontrato a Roma, fra gli altri, con il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Peppe Provenzano, accompagnato per l’occasione da un autorevole esponente gelese dell’ala dalemiana, nonché con un rappresentante del Mit (ministero alle Infrastrutture e Trasporti) se non addirittura la stessa Paola De Micheli (ministro), per parlare di base gas, in particolare un hub del Gnl (gas naturale liquefatto), a Gela.
L'uccellino ci ha detto di più, invero, scendendo in qualche dettaglio. L'Eni, che aveva previsto un progetto pilota del Gnl fra le compensazioni alla chiusura della raffinazione convenzionale nel protocollo del 2014, sarebbe ancora interessata alla questione, tanto da essere disposta ad addossarsi l'onere dell'esecuzione del progetto e dei lavori successivi fino al collaudo, mentre una società cinese che co-finanzierebbe il progetto e la sua esecuzione, parteciperebbe poi alla gestione dell'hub.
Ciò che l'uccellino non ha saputo chiarire è se alla gestione fosse interessata anche Eni al fianco della società cinese, ovvero se la multinazionale del cane a sei zampe fosse più interessata, come "ritorno" al suo contributo, ad un godimento esclusivo del molo industriale (com'era una volta e per tanti anni) anziché dell’attuale godimento “promiscuo” (come avviene da Crocetta in poi). Vale la pena di ricordare che l’ultima posizione della major portabandiera, espressa in aula al consiglio comunale dal presidente di Rage, Franchi, è quella di un progetto al momento accantonato perché allo stato dell’arte economicamente non sostenibile, senza però chiudere la porta, anzi lasciando aperto più di uno spiraglio per il futuro, allorché un mutamento congiunturale ne consiglierebbe la messa in opera.
A fronte di ciò abbiamo contattato il sindaco Lucio Greco che ci ha ammesso, a denti stretti, di aver parlato fra le altre cose di base gas e hub del gnl a Gela, limitandosi a dichiarare di «aver partecipato a diversi incontri istituzionali a Roma, nell'ambito di un lavoro preparatorio e prodromico ad un qualcosa di molto importante per il territorio e sul quale è opportuno allo stato dell'arte non anticipare nulla», senza approfondire più di tanto, fino a trincerarsi dietro un «no comment» innanzi alle nostre insistenze.
L’interessamento di una società cinese non è peraltro una novità. Precedenti risalgono alla precedente sindacatura: «una multinazionale cinese – ci conferma al telefono Domenico Messinese - ha manifestato un forte interessamento per il sito gelese. Un hub portuale e logistico basato su un mega-progetto con dentro non solo gnl, ma anche container, bunkeraggio, cantieristica navale, trasporto ferroviario, un collegamento infrastrutturale che arrivava a Catania ed anche oltre, con relativa lettera d’interesse presentata al ministero nel 2018, in attesa di un protocollo di intesa saltato per la fine anticipata del mandato. Oltre a questa direttrice, ne avevamo aperto un’altra precipuamente sul gnl con un dialogo aperto con alcuni gestori infrastrutturali, in aggiunta – ha concluso - a studi fatti e richiesti da soggetti interessati come gli autotrasportatori, compagnie di navigazione e simili».
Per completezza d'informazione riferiamo che nella sua missione a Roma, il sindaco ha incontrato anche il ministro per il Sud, Peppe Provenzano, accompagnato da un autorevole esponente gelese dell'area dalemiana. La persona in questione sarebbe il già più volte deputato regionale, Lillo Speziale, anche se da ambienti vicini allo stesso, la notizia è stata categoricamente smentita. Timore che passi il messaggio secondo cui sindaco e Pd sono in trattativa per un rientro in giunta dei dem? Ovvero, quello di Speziale che continua ad avere un ruolo politico in questa città, è stato solo un atto di cortesia nei confronti del sindaco della propria città? In politica ci può e ci dovrebbe stare, se nell’interesse della collettività.
Se poi vogliamo dirla tutta, per come abbiamo imparato a conoscere Speziale, il rientro in giunta del Pd sarebbe possibile solo con un azzeramento della stessa, fatti salvi il sindaco ed il vice-sindaco in rispetto al patto civico che ha originato il progetto politico, cui hanno poi aderito le altre forze in un secondo momento. Ma con la novità che dentro la nuova formazione ci sia pure il M5s, argomentando sulla posizione neutra assunta dal movimento grillino al ballottaggio.
Il tutto, chiaramente, in aderenza all'alleanza di governo nazionale ed in prospettiva, soprattutto, all'alleanza che si profila tra dem e pentastellati in vista delle prossime regionali. Un'eventualità molto difficile, quella dell'azzeramento, almeno allo stato dell’arte ed oramai in prossimità del passaggio del bilancio in consiglio comunale. Per cui riteniamo altrettanto difficile, se non proprio da escludere, un ritorno del Pd nella maggioranza e nello staff assessoriale del sindaco. A nostro avviso, se ne riparlerà forse, dopo le regionali.
Quel che è certo è che del Gnl a Gela se ne parla dal 2014, come sopra anticipato. E si è parlato di hub portuale con dentro lo stoccaggio e la distribuzione del Gnl anche in questi giorni in occasione della visita a Gela del vicepresidente della regione ed assessore all'economia, Gaetano Armao, che ha replicato, ribadendole, le affermazioni del Presidente della regione, Nello Musumeci, sulla necessità di un porto hub nell’isola: «non si tratta di parteggiare per nessuno – ha dichiarato Armao – ma una valutazione complessiva sui vari progetti va fatta e dobbiamo scegliere il progetto più maturo da presentare a Roma, giacché senza l’intesa ministeriale non ci sarebbe alcun hub in Sicilia».
La base gas e più precisamente il progetto Argo-Cassiopea è un argomento che periodicamente conquista le prime pagine di quotidiani e tg da oramai un paio d’anni. Si tratta infatti dell’unico progetto rimasto, dopo la green-refinery, in grado di assicurare prima di entrare a regime, una messa in opera dei lavori che riguardano l’indotto per diversi mesi, sia nel comparto edile, che in quello elettro-strumentale e metalmeccanico. La firma della proroga via che aveva causato un forte slittamento rispetto al cronoprogramma, è arrivata a fine anno scorso con i sindacati già dentro gli autobus che li avrebbe portati a Roma per protestare.
Accanto la proroga via è stato sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa, in cui Eni si impegnava a diverse attività di “decomissioning”, in vista della “carbon neutrality”, grazie allo sfruttamento del gas. In questi giorni i sindacati hanno minacciato di tornare sul piede di guerra perché anche dopo la firma, i ritardi sono proseguiti - soprattutto per l’effetto covid 19 - con l’Eni che è parsa prendere tempo, senza dare chiarimenti sui modi e sui tempi.