Ultimi giorni prima del voto, il 20 e 21 settembre, per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
Nelle ultime settimane sono notevolmente aumentate le speranze del NO, e se anche dovesse vincere il SI di populisti, demagoghi e ignavi di vario genere, una buona affermazione dei contrari porrebbe certamente qualche problema all’alleanza di Governo.
Vedremo i risultati il 21 sera, giorno in cui potremo sapere se anche nelle regioni in cui si vota c’è stata la vittoria delle opposizioni.
Ma stiamo tranquilli, difficilmente il governo si dimetterà: chi rinuncerebbe alla poltrona (con la forte probabilità di non essere rieletto) e soprattutto, chi rinuncerà a gestire i 209 miliardi in arrivo dai fondi europei?
Nessuno si dimetterà anche a Gela, dove ogni tanto l’opposizione (come succede in ogni città) grida a gran voce “andate a casa!”.
E in effetti, con qualche inevitabile chiaroscuro, mi pare di vedere un’amministrazione che inizia a muoversi in qualche modo. Decente, nonostante i pochi fondi disponibili, l’Estate gelese, interessante il progetto di digitalizzazione della Biblioteca comunale (nella foto), positivo l’inizio dei lavori per la trasformazione dell’ex Casa Albergo di Macchitella al servizio dei giovani e di progetti innovativi.
Segnali positivi, senza dubbio, ma rimangono al palo ancora tanti problemi da risolvere. Caltaqua continua ad essere deficitaria nelle forniture idriche, mentre la raccolta dei rifiuti (prorogata alla Tekra per altri tre mesi) continua a funzionare in modo insufficiente.
Il territorio urbano è controllato poco: mancano i vigili urbani e le forze dell’ordine operano con pattuglie in numero limitato. Si attendono sempre (ma ce li hanno promessi…) i finanziamenti del Patto per il Sud e per l’Area di crisi complessa. La sanità è ampiamente insufficiente, dell’attivazione dell’Utin si sono perse le tracce, il Pronto Soccorso è inadeguato al numero di utenti, vari reparti subiscono carenze di personale medico e paramedico.
C’è ancora molto da lavorare, e mi auguro che ciò si possa fare con chiarezza, con un sincero dialogo tra maggioranza e opposizione, con il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte da operare.
Perché se chi detiene il potere rinuncia ad ascoltare il popolo, prima o poi ne verrà travolto: la Storia ce lo insegna e non va dimenticato.