Il nostro futuro? Sarà stabilito dalle “task force” (che in lingua paterna si potrebbe tradurre con “unità operativa” o “unità di pronto intervento”).
Ma “task force” è più fico, e in questo periodo è moltiplicabile all’infinito: c’è quella tecnica, quella scientifica, quella tecnico-scientifica, quella per lo sport, quella per l’immigrazione, quella per le spiagge, quella della Farnesina, e attendiamo quelle per l’uso dei lombrichi in agricoltura e per il corretto uso dei profilattici.
Tutte queste “task force” sono affollate di “tecnici”, docenti universitari, esperti di prim’ordine, chiamati (di solito con lauti compensi) a dare buoni consigli ai politici, che devono decidere su argomenti di cui non conoscono una beata mazza e devono quindi fidarsi dei loro consiglieri.
Il nostro futuro? Sarà stabilito dalle “task force” (che in lingua paterna si potrebbe tradurre con “unità operativa” o “unità di pronto intervento”). Ma “task force” è più fico, e in questo periodo è moltiplicabile all’infinito: c’è quella tecnica, quella scientifica, quella tecnico-scientifica, quella per lo sport, quella per l’immigrazione, quella per le spiagge, quella della Farnesina, e attendiamo quelle per l’uso dei lombrichi in agricoltura e per il corretto uso dei profilattici.
Tutte queste “task force” sono affollate di “tecnici”, docenti universitari, esperti di prim’ordine, chiamati (di solito con lauti compensi) a dare buoni consigli ai politici, che devono decidere su argomenti di cui non conoscono una beata mazza e devono quindi fidarsi dei loro consiglieri.
Se poi il risultato è il cosiddetto “decreto rilancio”, composto da 256 articoli spesso incomprensibili e in contrasto tra loro; se nonostante la necessità di aiutare con la massima velocità le imprese che rischiano di chiudere per sempre, gli aiuti sono legati a decreti attuativi da emanare entro venti giorni; se il governo non è riuscito a liberarsi dai lacci e lacciuoli della burocrazia dominante; allora è lecito chiedersi a cosa servano tutte queste “task force” (tranne che a pagare i lauti compensi dei componenti).
Anche l’Inail ha la sua “task force” composta di esperti che hanno emanato le linee guida per la stagione balneare, stabilendo distanze tra gli ombrelloni assurde e improponibili. Veramente bravi!
E anche a Gela dobbiamo preparare la nostra “task force”: quella della Polizia Municipale, che quest’estate dovrà controllare le spiagge gelesi affinché le distanze siano rispettate. Naturalmente occorrerà preparare subito le nuove divise estive da spiaggia: bermuda in stile hawaiano e canotta giallorossa con il logo del Comune. E poi, ad ogni vigile, un metro in legno per misurare in modo preciso le distanze tra gli ombrelloni e i lettini e poter multare senza pietà i trasgressori del distanziamento fisico.
Dal 18 maggio riapriranno le attività commerciali, nella speranza di recuperare man mano le perdite di oltre due mesi di chiusura. Ce la faranno, nonostante le lentezze dei provvedimenti governativi? Sono fiducioso, soprattutto perché ci sono tante “task force” che vigilano e ci consigliano…