Dopo quasi due decenni il consiglio comunale presieduto da Salvatore Sammito (Un'altra Gela) ha messo mano allo Statuto comunale, adeguandolo ai diversi e sostanziali mutamenti nel frattempo intervenuti a livello nazionale e regionale nella disciplina normativa relativa agli enti locali.
L'ultima modifica risaliva ad inizio millennio, in particolare a giugno 2001.
Per approvare il nuovo statuto del comune di Gela ci sono volute diverse sedute d'aula, ben quattro, anticipate da un lavoro certosino della permanente commissione consiliare, competente per materia, presieduta dal consigliere Vincenzo Casciana (Libera mente) e composta dai consiglieri Davide Sincero (Una buona idea), Salvatore Scerra (Avanti Gela), Alessandra Ascia (Pd) e Paola Giudice (indipendente-gruppo misto).
Fra gli interventi che possiamo anticipare, vanno citati quelli sullo status dei consiglieri comunali; sulla regolamentazione delle mozioni di sfiducia a presidente e vicepresidente del civico consesso; sul quorum minimo (2/5 dell’adunanza) per la seconda convocazione; sulla possibilità di estendere a sette assessori, la composizione della giunta; sull’attività propositiva e di impulso della stessa; sulle cessazioni della carica di sindaco per dimissioni e/o morte; sugli accordi sostitutivi, consorzi e forme associative; sull’acqua bene pubblico; sull’istituzione della consulta della salute ed il riconoscimento anche delle altre consulte come legittimi interlocutori delle amministrazioni. In più altri emendamenti e sub-emendamenti presentati in aula, specie dalle opposizioni.
Oltre cento articoli che hanno ottenuto il pass definitivo dall'aula consiliare, prima del rompete le righe dato dal presidente Salvatore Sammito per le problematiche e le criticità sopravvenute in seguito alle misure ed ai provvedimenti emanati dal governo nazionale, ai fini del contrasto alla diffusione del coronavirus: «lunedì 9 marzo si è svolta la seduta di consiglio comunale a porte chiuse – precisa Sammito – con i consiglieri ad occupare tutti gli scranni, tenendosi a distanza occupando le poltrone un posto sì un posto no, con all’ordine del giorno l’approvazione del nuovo Statuto comunale. Si è trattata della quarta convocazione sulla materia con un quorum di maggioranza qualificata, vale a dire almeno 16 consiglieri comunali presenti. In totale circa 120 articoli, alcuni emendati e subemendati in aula. E’ stato un lavoro complesso che ha visto maggioranza ed opposizione collaborare non solo mantenendo sempre il numero legale».
A quel punto, la decisione di sospendere e rinviare ogni attività prevista in calendario, rinviandole a data da destinarsi: «al completamento dei lavori – ci risponde il presidente del civico consesso – ho ritenuto opportuno, anche alla luce di quanto dichiarato dalla presidenza del consiglio dei ministri ed in virtù dei provvedimenti presi dal governo nazionale, di sospendere l’attività del consiglio comunale ed estendere tale decisione ai presidenti di commissione consiliare. Pertanto ho provveduto a rinviare a data da destinarsi, le regolari sedute, anche monotematiche che erano previste in calendario, mentre le commissioni non si riuniranno per mappatura o controllo, ma solo in caso fossero chiamate con carattere d’urgenza in funzione consultiva, cioè a fornire un parere entro una data certa.
Tuttavia, innanzi all’eventualità di un atto urgente o prioritario per gli interessi del comune, ovvero in presenza di una scadenza ben definita ed indifferibile, una mancata convocazione che comporta oneri finanziari al comune o richiami della corte dei conti e casi simili, allora saremo pronti a riunirci con le dovute cautele. In quanto istituzione dobbiamo dare l’esempio e per primi rispettare le regole. Ciò non equivale ad una paralisi istituzionale, prova ne è che a giorni alterni mi reco in ufficio di presidenza per valutare e decidere su quanto mi viene sottoposto, nelle more che questo virus si dissolva e tutti possiamo tornare all’ordinaria attività quotidiana».