É il tempo che fa la differenza

É il tempo che fa la differenza

Tra le differenze tra il Nord e il Sud della nostra Italia ce n’è una a cui spesso non pensiamo: il tempo. Non mi riferisco al tempo meteorologico, quello è ormai imprevedibile sia a Milano che a Catania.


Mi riferisco al tempo necessario per fare le cose, per realizzare interventi, infrastrutture, opere pubbliche: il tempo, tra Nord e Sud, è completamente diverso.
I telegiornali nazionali ci fanno sapere l’andamento dei lavori di rifacimento del ponte di Genova, dopo il crollo di un anno e mezzo fa. I lavori procedono spediti, ed è giusto che sia così, perché quel ponte è nevralgico per la viabilità del capoluogo ligure.

Altri tempi, invece, per il viadotto dell’autostrada tra Catania e Palermo, chiusa da oltre due anni senza che si possano intravedere soluzioni veloci.
Anche questo viadotto è nevralgico per la viabilità siciliana, perché l’autostrada è l’univa via di comunicazione veloce tra est ed ovest della Sicilia. Ma appunto, siamo in Sicilia, i tempi sono diversi, lenti, attraversati dal profumo di zagara che favorisce la pigrizia.

Ma da quando in zona si sono visti il ministro Provenzano e il viceministro Cancelleri sono più fiducioso: sicuramente nel giro di due o tre mesi il problema sarà risolto, figuriamoci.
Anche i tempi del governo regionale e dell’Assemblea regionale sono di solito lenti. Si votano poche leggi ma spesso sbagliate (e comunque sempre con calma).
Dal 2015 il governo omette di presentare all’Assemblea il decreto che stacca Gela da Caltanissetta, dal 2013 le province (o ex province, fate voi) sono commissariate. Calma, non affrettatevi.

A sorpresa la giunta regionale aveva deliberato che si votasse il prossimo 19 aprile per gli organi dei Liberi Consorzi. Ma hanno poi deciso per il rinvio ad ottobre, e con gran fretta: nel giro di due giorni il rinvio è stato votato in Commissione e poi dall’Aula, quindi quando si vuole i tempi diventano veloci.

Il governo e l’Ars sono ormai incartati, non sanno che pesci prendere, tra Comuni commissariati, Comuni che voteranno a maggio ed esigenze di rappresentatività adeguata. Quindi, si continua a rinviare, nella speranza di trovare qualche soluzione (ma l’unica vera soluzione sarebbe il voto democratico dei cittadini).

In tutta questa confusione, specchio dell’approssimazione e dell’incapacità del governo regionale e di buona parte dei deputati, ecco il colpo di follia del “genio della lampada”, ossia il capogruppo Pd Giuseppe Lupo (nella foto). Cosa escogita il furbone? Visto che non riusciamo ad eleggere gli organi di gestione dei Liberi Consorzi, intanto ad aprile insediamo l’assemblea dei sindaci “per garantire collegialità e partecipazione”.

In pratica i sindaci si siederanno attorno a un tavolo per parlare del più e del meno, facendo parte di un Ente acefalo perché i vertici saranno eletti ad ottobre. E il sindaco di Gela a quale conviviale parteciperà, a quella di Caltanissetta? O piuttosto, legittimamente, a quella di Catania?
Ai lettori le considerazioni sul livello (basso) della classe politica siciliana, infarcita di pasticcioni ed ignoranti (ignoranti della legge e della democrazia). Io mi fermo qui, per evitare querele.