Volendo sottolineare che quello che si sta vivendo oggi rispetto alle vicende di riconversione industriale post-petrolchimico, non è una mera questione personale tra il sottoscritto e l'on. Di Paola o tra una parte della politica locale ed Eni (non ritengo di essere così importante), quanto invece una vicenda di interesse pubblico che investe direttamente ed indirettamente, ogni singolo cittadino gelese.
Credo pertanto che la questione non esuli la cittadinanza nell'esprimere opinioni critiche anche se possono far storcere il naso a qualcuno, ma che servono per meglio comprendere la direzione che si sta prendendo ed eventuali cambi di rotta rispetto ad una visione programmatica che stenta ad attuarsi, a causa dei continui tentativi di cambiare la visione che si vuole dare allo sviluppo della città in cui viviamo, una volta Agricola, un'altra marinara, poi turistica e mai veramente industrializzata.
Con tale premessa scrivo questa “Nota per la Stampa" al solo fine di esprimere un'opinione che possa divenire un vostro spunto di riflessione.
È bastato poco per far cambiare idea ai 5 Stelle, che con l’on. Di Paola in testa, poco meno di un anno fa, attaccavano Eni e l’ex amministrazione comunale, accusandoli di voler trasformare l’ex raffineria in un inceneritore con migliaia di camion di rifiuti che sarebbero arrivati a gela da tutta la Sicilia.
Oggi invece sembrano aver dimenticato che la pancia dei gelesi non si sazia di ottimismo, così come neanche le malattie si alleviano con semplici spot propagandistici a sostegno di 4 fogli di carta in cui Eni rappresenta l’apparente buona intenzione di smantellare gli impianti, dimenticando però di completare le operazioni di bonifica che li vedono direttamente interessati nel risanamento dei suoli e della falda, già oggetto di progetti autorizzati dagli enti pubblici preposti.
Sarebbe bene che l’onorevole Di Paola e il senatore Lorefice, invece di affannarsi a difendere la posizione di Eni rispetto a quesiti e dubbi sollevati dal Consiglio Comunale, e per nulla chiariti nella seduta di ieri sera ci dicessero quale è il vero obiettivo del protocollo d’intesa ultimo firmato e del motivo per cui la loro attenzione sulle bonifiche ambientali si e' disciolta come sale nell'acqua.
Magari potrebbero partire dal chiarire perché il protocollo d’intesa tra Eni e 5stelle, è stato firmato a porte chiuse e senza concertazione con le strutture preposte alla verifica di fattibilità di quanto proposto.
Oppure potrebbero recuperare e pubblicare i risultati delle emissioni ai camini della bio-raffineria, o magari pubblicare i risultati delle emissioni di gas dal sottosuolo che, stando ai dati in possesso del Ministero dell’Ambiente, in alcuni punti della raffineria superano di 1000 volte la soglia consentita per legge e su cui, stando alle informazioni ufficiali dello stesso Ministero, non si registrano miglioramenti concreti.
Ed infine, ma di certo non per importanza, potrebbero chiedere che fine ha fatto l'Accordo Quadro stipulato nel settembre 2018, per la realizzazione del Banco Alimentare a Gela, e che avrebbe dovuto dare risposte alle famiglie indigenti che non hanno più nulla di che sfamarsi se non dell'ottimismo della politica.
Sono certo dei buoni propositi di Eni, come sono altrettanto certo che non intenda de-carbonizzare, coprendo il tutto con una colata di cemento, non fosse altro che la proposta è stata già bocciata visto che sotto l’ex raffineria c’è una falda acquifera non ancora del tutto disinquinata che si muove e respira.
Cosa si debba de-carbonizzare è poi un mistero, visto che la vecchia raffineria non opera più dal lontano 2014 e non è più autorizzata ad operare per decadenza dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, e la nuova bio-Raffineria è autorizzata con emissioni zero di CO2.
Consiglierei all’on di Paola e al senatore Lorefice, invece di difendere le posizioni di Eni, che lo sa ben fare di suo, di concentrarsi di più sui compiti istituzionali per cui sono pagati con i soldi dei cittadini gelesi, chiarendo come mai il Tavolo permanente per le bonifiche, istituito preso il Ministero dell’Ambiente, non si riunisce più da quando l’ex amministrazione comunale non è più in carica.
Il tempo passa, le amministrazioni cambiano, e a vantaggio degli interlocutori esterni, le Informazioni si perdono assieme ai buoni propositi.
Simone Siciliano - Segretario Politico di Sviluppo Democratico