Lunedì scorso si è tenuto un consiglio monotematico richiesto dalla minoranza sulla vertenza Ghelas che vede il futuro di 73 lavoratori in dubbio permancata approvazione del bilancio e le conseguenziali dimissioni dell'ad Gianfranco Fidone, nominato dall'allora Commissario straordinario Arena.
Presenti Ignazio Giudice (Cgil), Patrick Giarrizzo (Cisl) e Andrea Alario (Ugl). Chiaro l'atto di accusa del sindacalista Giudice che nel suo intervento ha stigmatizzato la condotta illegale degli amministratori della partecipata che si sono succeduti, nel ruolo, nel non versare il Tfr ai lavoratori, tranne uno, l'ex sindaco Franco Gallo.
Assente nonostante fosse stato invitato l'avvocato Fidone. Presente e non ha fatto mancare il suo intervento il sindaco Lucio Greco.
«Siamo aperti al confronto ma non alle bugie, strumentalizzazioni ed accuse gratuite contro le quali protestiamo vibratamente – ha esordito il primo cittadino – e tutti dovremmo avere l'onestà intellettuale di parlare con la verità, dicendo le cose per come stanno realmente. Non ho contattato nessuna sigla sindacale e non ho disertato alcuna assemblea degli azionisti per l'approvazione del bilancio – ha proseguito il sindaco – perché avevamo già rappresentato all'amministratore delegato, prima della convocazione, che quel bilancio non poteva essere approvato da parte dell'azionista unico, cioè il Comune di Gela, per disallineamento contabile».
Secondo quanto aveva del resto già anticipato nel suo intervento in aula il dirigente Alberto Depetro (per il quale il bilancio della Ghelas non è approvabile in mancanza delle rettifiche da apportare a seguito dei riscontri effettuati, anche se ciò dovesse portare all'accertamento di una perdita d'esercizio che verrà coperta, come altre eventuali successive, attraverso somme appositamente accantonate in via cautelativa).
«Quindi già dal primo incontro – ha ricordato Greco – precedente alle prima convocazione dell'assemblea, eravamo rimasti che avremmo partecipato all'assemblea solo dopo che l'amministratore delegato della partecipata avesse verificato quel disallineamento, ma nessuna risposta ci è arrivata. Abbiamo partecipato alla seconda assemblea convocata, ribadendo l'impossibilità per il Comune di approvare un bilancio che reca un disallineamento nei conti, così come attestato dal verbale della riunione. Abbiamo appurato ciò che ha fatto emergere l'amministratore delegato per come gli avevamo chiesto in una nota e qualora dovessero riscontrarsi precise responsabilità nelle gestioni passate non faremo sconti a nessuno».
Il sindaco Greco ha poi concluso il suo lungo intervento calando un asso nella manica come hanno poi replicato le opposizioni e vale a dire la costituzione di una nuova società che si occupi dei rifiuti e della pulizia della città. Una nuova partecipata in cui il Comune detiene il 51 percento ed Eni o una sua società collegata il restante 49 percento: «è un'idea – precisa Greco – su cui ci lavoro da settimane per la quale ho fatto tutti i dovuti passaggi e per la quale ci sono in corso le opportune interlocuzioni».
Un progetto ambizioso che rientra in quello sforzo che caratterizzerà l'azione di questa amministrazione assicura Greco: "o diamo una svolta decisiva a questa città – ha esclamato – o non esiterò un attimo a dimettermi. A questa società sarà affidata la gestione, il management e l'assetto organizzativo per fare di Gela la Macchitella degli anni '70/'80/'90, con la Ghelas che entrerà dentro con i suoi lavoratori», raggiungendo così il duplice obiettivo di rendere efficiente il servizio e dare stabilità al personale.
Una mossa forse non tanto a sorpresa che non a caso da un lato ha lasciato indifferente la minoranza e dall'altro rinsaldato la maggioranza, entrambe disposte a confrontarsi ancora una volta a muso duro. Le opposizioni hanno infatti confermato l’atto di indirizzo che avevano preparato ed in cui impegnano l'amministrazione ad approvare il bilancio presentato dal dimissionario Amministratore delegato della Ghelas, al versamento del Tfr ed all'avvio delle azioni tese ad accertare le responsabilità dei precedenti amministratori di cui all'art. 2393 del codice civile, nonché a voler procedere alla nomina del prossimo amministratore delegato sulla base di un bando pubblico.
Punti ritenuti improponibili dai banchi della maggioranza che ha puntualmente bocciato l'atto di indirizzo. Sono stati, più precisamente, solo 7 i voti a favore (tutti quelli delle opposizioni presenti) e 12 i voti contrari (tutti quelli della maggioranza presenti) con l'aggiunta del Presidente del Consiglio che si è astenuto (4 i consiglieri assenti in aula al momento del voto). Lunedì prossimo (7 ottobre) è stata convocata una nuova assemblea della Ghelas per la nomina del nuovo manager, su cui pertanto il primo cittadino (con la sua maggioranza d'accordo) si riserva di individuare una figura di fiducia (altro che bando!), assumendosene con tutta evidenza la responsabilità politica.