Quella di un sindaco sub judice appena eletto, in attesa della sentenza del Tar, come nel caso di Lucio Greco, non è affatto una novità a Gela.
Il precedente non è manco tanto lontano. Accadde alle elezioni amministrative del giugno 2002 quando Scaglione, candidato della coalizione di centrodestra, sconfisse alle urne Crocetta, candidato della coalizione di centrosinistra, ma già all'indomani quest'ultimo annunciò sospetti di irregolarità nei seggi, fino a ricorrere al Tar che accolse nel 2003 la sua istanza. Scaglione, ovviamente, si oppose in appello al Cga che però rigettò il ricorso praticamente due anni dopo.
Ed invero quella breve parentesi di Giovanni Scaglione vide un'amministrazione comunale frenata nell'impeto proprio come quella di oggi in carica, almeno per quanto concerne questi primi mesi di mandato. Un'azione in entrambi i casi come depotenziata già sul nascere, tesa più a prendere tempo che a decidere.
Lucio Greco come Scaglione, dunque. Entrambi di cultura liberale, in un recinto moderato di centrodestra balzato in auge a livello nazionale dall’avvento del berlusconismo. Entrambi con una attitudine al lavoro più professionale, meticolosa, poco incline ad improvvisare e più propensa a studiare per bene le mosse prima di scegliere. Due personalità, di conseguenza, piuttosto sensibili ed influenzabili da una prospettiva temporale di breve periodo ed incerta.
Al contrario, tutt'altro discorso per Rosario Crocetta. Cresciuto in una cultura politico-sindacale di sinistra, attivista e movimentista, nel periodo (di fatto un biennio) tra il ricorso vinto al Tar e quello che avrebbe potuto estrometterlo dalla carica di primo cittadino al Cga, si giocò tutte le carte possibili.
Un’azione incessante, senza respiro, agendo come se non ci fosse un domani. La leva maggiormente utilizzata? Quella mediatica. L'obiettivo era chiaro: fare rimpiangere il più possibile il suo dinamismo di amministratore in caso di sconfitta al Cga, per lasciarsi aperte altre opportunità di candidature ad elezioni regionali, nazionali ed europee.
La storia poi ci disse che anche il Cga gli diede ragione e dopo una sindacatura e mezza arrivò la possibilità di approdare all'europarlamento prima ed alla Presidenza della Regione siciliana poi. Dello Scaglione politico oltre che amministratore, invece, dopo la sconfitta anche al secondo grado della giustizia amministrativa, si persero definitivamente le tracce.