Pare che, con la conferenza stampa del 10 luglio, l’amministrazione comunale abbia messo una pezza per diminuire, se non eliminare, il malcontento dei cittadini sul ripristino della sosta a pagamento.
Ma è bene ripercorrere brevemente la “vetrina degli orrori” messa in atto dal “messaggero di Dio” (e di Musumeci), ovvero il Commissario straordinario Arena, che ha abbondantemente pasticciato (magari consigliato da qualche dirigente) senza azzardarsi ad ascoltare i cittadini. Il vecchio regolamento varato dal consiglio comunale nel 2017 è stato modificato da Arena il 13 marzo di quest’anno, prevedendo la sosta di trenta minuti ed i contrassegni annuali per i residenti, e demandando alla Giunta la determinazione delle tariffe.
Il 26 aprile, con i poteri della Giunta, Arena illegittimamente delibera in contrasto con il suo stesso Regolamento: modifica gli orari della sosta mattutina (dalle ore 9/14 alle ore 8/14), elimina la sosta di mezz’ora e “dimentica” i contrassegni per i residenti.
Nel frattempo, Arena affida il servizio di controllo della sosta alla Ghelas (28 febbraio). Questo ha fatto sì che, in un primo tempo, si ritenesse la situazione non modificabile. Ma non è così, perché, nel contratto di affidamento alla Ghelas, l’Amministrazione comunale si è riservata ogni ampia facoltà di aumentare o diminuire il numero degli stalli, come anche di variare le tariffe.
Ed appunto, la variazione delle tariffe ed i contrassegni annuali per i residenti sono provvedimenti di competenza della Giunta, nell’ambito del Regolamento (che invece è di competenza del Consiglio comunale).
Insomma. Un gran pasticcio amministrativo a cui adesso l’amministrazione comunale ha deciso di porre rimedio, salvaguardando il contratto con la Ghelas ma allo stesso tempo garantendo una migliore qualità della vita ai cittadini.
Attendiamo che, nei prossimi giorni, quanto annunciato nella conferenza stampa del 10 luglio si traduca in realtà, ma tutto ciò ci deve comunque fare riflettere.
“Libertà è partecipazione”, cantava Giorgio Gaber quarant’anni fa. Ed in questo caso è mancata proprio la partecipazione dei cittadini.
Passi per il Commissario Arena, che nei suoi otto mesi a Gela se n’è sempre beatamente strafregato di ascoltare la gente, ma la lezione speriamo sia servita all’amministrazione comunale, che è ai suoi primi passi e forse deve ancora “prendere le misure”.
Non si può deliberare sulla testa dei cittadini se non dopo avere ascoltato i diretti interessati dai provvedimenti ed avere valutato eventuali perplessità o criticità. Direi che è questo il giusto “modus operandi” per amministrare bene. Ci auguriamo che a Palazzo di Città lo abbiano compreso, per evitare ulteriori pasticci.