Il nuovo presidente del consiglio comunale è Totò Sammito (nella foto).
Nel concedere il bis, Sammito ha fatto addirittura meglio della prima volta, assicurandosi il primato di consigliere più votato non solo nella sua lista, ma nell'intera coalizione ed anche questo ha contribuito alla sua elezione alla presidenza del civico consesso: «in effetti – conferma Sammito – la sensazione nelle settimane addietro era quella di andare al voto con due o tre nominativi tra cui il mio.
Poi col passare dei giorni e soprattutto nelle riunioni immediatamente antecedenti la seduta, si è trovata una convergenza nella maggioranza così come nella opposizione verso un solo nominativo, il mio, vale a dire quello di uno dei pochi riconfermati della consiliatura passata e più votato nella coalizione vincente, ma non solo. Invero, tale convergenza è stata confermata dal voto d'aula, con 21 voti favorevoli.
Sapevamo che la collega grillina Farruggia avrebbe votato se stessa per impostazione del suo gruppo, per cui il voto segreto ha favorito l'espressione di due franchi tiratori di cui ancor oggi ignoro le generalità, ma che ho comunque ringraziato lo stesso accanto gli altri che mi hanno votato. La presidenza infatti è un organo di garanzia per tutti i 24 consiglieri, nessuno escluso ed un po' tutti oramai mi riconoscono come uomo moderato e garantista, ancorché di centrodestra».
Insomma, a mettere d'accordo un po' tutti è stata la figura in sé di Salvatore Sammito, più che il clima idilliaco d'apertura seduta, con aperture e buoni propositi da entrambe le fazioni, tant'è che tutto è andato a farsi benedire quando poi si è passati all'elezione del vice-presidente: «senza entrare nel merito delle decisioni prese da maggioranza ed opposizioni - replica il neo presidente del consiglio comunale -, faccio presente che la maggioranza aveva ed ha i numeri per eleggersi anche il vice presidente ma la scelta è stata quella di concederla alle opposizioni. Debbo osservare che non appena insediatomi ho dato la parola alla consigliere Morselli che dai banchi della maggioranza ha svelato che non c'era un nominativo ma più nominativi delle minoranze ed ha chiesto un rinvio per capire come procedere.
Al che, in rappresentanza dell'opposizione di centrodestra, il consiglere Scerra ha ribadito che il nominativo era uno solo, cioè quello del consigliere Pellegrino, il più votato in assoluto. Quelle eventuali di altri consiglieri erano da considerare mere autocandidature. Subito dopo ha chiesto di intervenire il consigliere Incardona che ha rivendicato il diritto di avanzare la propria candidatura alla vicepresidenza, anche perché a chiedergli tale disponibilità era stato il suo partito, l'Udc.
A questo punto, mentre nessuno escludeva l'ipotesi di un ricorso atto ad invalidare di fatto le elezioni, avanzato dallo stesso primo cittadino nel suo intervento, è sembrato ovvio concedere a tutti una congrua pausa di riflessione, specie per le opposizioni, al fine di schiarirsi un po' le idee, fissando il rinvio della seduta per il 18 giugno. Ed a ben vedere, a prescindere se vero motivo o meno del rinvio, quella del ricorso che si voleva far passare come una mera ipotesi, quasi campata in aria, col passare dei giorni ha assunto invece sfumature e contorni sempre più realistici».
In ogni caso, l'essere risultato una figura di garanzia, dovrebbe agevolare il compito nell'intavolare i rapporti con i vari gruppi consiliari e con la stessa amministrazione retta dal Sindaco, con al fianco una squadra assessoriale di cui lo stesso consigliere di Un'altra Gela faceva parte in un primo momento: «tra conferme, ritorni e debutti assoluti – svela Sammito – le uniche due persone che non conoscevo prima di questa campagna elettorale erano il consigliere Spata e la consigliere Giudice.
Sul piano politico ho avuto modo di approfondire durante la campagna elettorale la conoscenza dei consiglieri poi eletti nella coalizione di maggioranza, apprezzandone le doti e le qualità. Sull'altro versante, cioè quello dell'opposizione, del resto, non posso esimermi dal definirmi se non a mio agio, sicuramente non a disagio nel rapportarmi con uomini e donne di centrodestra. Sul piano personale, poi, con diversi consiglieri mi conosco da più decenni.
Quindi, il mio naturale auspicio e farò di tutto perché si avveri, è che si collabori nel rispetto dei ruoli e nell'interesse della città, con lealtà verso i cittadini elettori, all'insegna di uno spirito di servizio che dovrà prevalere. In particolare, non possiamo deludere la città sul piano dei rapporti tra l'amministrazione ed il consiglio comunale, tagliando un solco netto con la precedente esperienza amministrativa.
Come ho avuto modo di dichiarare in altre sedi – precisa ulteriormente il presidente del civico consesso – la sfiducia arrivò al culmine di un periodo troppo lungo caratterizzato da una totale scollatura tra amministrazione e consiglio comunale il quale – e sarà mio dovere rappresentarlo puntualmente – va considerato come un organo collegiale e non come una somma aritmetica di singoli consiglieri comunali».
Dunque, pronti a partire con le idee ben chiare già dal 18 giugno? «Siamo già partiti. Nessuna impasse – al contrario di quanto qualcuno vorrebbe far credere. Il rinvio – avverte Sammito – non ha fermato la macchina appena accesa e che continua il viaggio intrapreso. Innanzitutto, ci tengo a precisare che lavorerò fino al termine del mese e poi prenderò l'aspettativa per dedicarmi a tempo pieno al delicato ruolo di massima responsabilità che i colleghi consiglieri mi hanno delegato.
Sul tavolo di presidenza ci sono già le griglie delle commissioni ed il relativo regolamento. Se possibile lo integreremo già all'ordine del giorno dopo la votazione per l'elezione della vicepresidenza affinché il plenum del consiglio sia assicurato. Altra priorità è mettere subito mano allo Statuto ed al Regolamento comunale, giacché siamo passati da 30 a 24 consiglieri e per la seconda convocazione il quorum passa da 12 a 10 presenze, senza dimenticare l'aumento del numero degli assessori a 7. Per cui, non siamo affatto fermi, nella piena consapevolezza che la città con le sue emergenze non può aspettare ulteriori ed ingiustificati ritardi».