Il discorso del sindaco Greco in occasione dell’insediamento del Consiglio comunale

Il discorso del sindaco Greco in occasione dell’insediamento del Consiglio comunale

Signori consiglieri, Colleghi della Giunta, Cittadini e cittadine, Autorità tutte

Voglio ringraziarvi tutti quanti per la Vostra partecipazione a questa prima seduta del consiglio comunale.
Permettetemi di rivolgere un caloroso saluto a tutti i cittadini gelesi, alle donne, agli uomini e ai giovani che vivono in questa amata città.
A loro confermo l’impegno preso durante la campagna elettorale: dedicherò tutte le mie energie per il bene dell’intera comunità.
I più sinceri complimenti ai consiglieri comunali e un particolare saluto a coloro che debuttano (non pochi) in questo ruolo per la prima volta.
A tutti auguro buon lavoro.

Un ringraziamento, poi, al personale del nostro Comune per la cordialità e disponibilità con cui mi ha accolto.
Sono sicuro che continuerà a dare un valido apporto alla mia gestione amministrativa con assiduità, correttezza e competenza.
Voglio, infine, esprimere la mia piena gratitudine a tutte le autorità per la sincera e completa disponibilità ad aiutarmi in questo esaltante ma difficile percorso.
La loro presenza, questa sera, assume un significato particolare, quello di ricordarci che sarebbe un grave errore ritenere che la democrazia consista soltanto in elezioni.

In realtà la democrazia consiste di molti altri elementi come l’indipendenza dei giudici, l’imparzialità dell’amministrazione, controllo giurisdizionale degli atti dell’esecutivo.
Insomma, è bene ricordarlo: che a noi tutti, pur se eletti, spetta di rispettare l’ambito delle competenze che ci sono state assegnate, rispettare gli altri poteri e sottostare al loro controllo.

Questo significa in sostanza agire nella vera legalità.
Ritengo doveroso presentare in questa sede la squadra assessoriale che mi affiancherà nella realizzazione del programma di coalizione che abbiamo sottoposto ai nostri cittadini durante la campagna elettorale.

1) Terenziano Di Stefano: Sport, turismo e spettacolo, Attività produttive, Energia, Artigianato e Suap, Politiche giovanili e innovative, Rapporti con il Consiglio comunale;
2) Grazia Robilatte: Ambiente, Rifiuti e Raccolta differenziata, Bilancio, Tributi, Patrimonio e Agricoltura;
3) Ivan Liardi: Urbanistica, Polizia municipale, Trasporti pubblici e mobilità; Lavori pubblici;
4) Florinda Iudici: Mare, Pesca e Tutela degli animali, Pari opportunità e Politiche della legalità, Servizi democrafici e Statistica;
5) Nadia Gnoffo: Servizi sociali, Salute e Sanità, Pubblica istruzione.

Come vedete è una giunta nuova che rappresenta la forte volontà di cambiamento.
C’è una significativa presenza femminile; nessuno ha precedenti esperienze di governo amministrativo nella nostra città e mi auguro che questo si tradurrà in entusiasmo e voglia di fare, con grande umiltà, con senso di responsabilità e forte spirito di servizio a cui ciascuno di noi è chiamato.
La campagna elettorale, a tratti aggressiva e intollerante, è terminata.

Oggi inizia il tempo di lavorare insieme, anche se ciò appare difficile visto che circolano voci che una parte della coalizione dell’opposizione non vorrebbe accettare il risultato, nella speranza di affidare agli organi giurisdizionali ciò che democraticamente gli elettori hanno deciso e stabilito con il loro voto.

Mi auguro che queste voci vengano smentite, che si dimostri sensibilità democratica nell’accettare il risultato uscito dalle urne e si incominci così a lavorare per trovare le migliori soluzioni che attanagliano la nostra città, oggi ferma e in così profonda crisi da non potersi permettere di vivere in un clima di perenne conflitto fatto di veleni e di sospetti.
Sì, cari consiglieri e colleghi della giunta, non possiamo e non dobbiamo nascondercelo.

La nostra città è in crisi e non solo sul piano economico, ma anche su quello sociale e politico. È da qui che bisogna partire se abbiamo a cuore l’interesse supremo della città.
Nostro compito, di tutti quanti, non è quello di semplificare la verità solo per tranquillizzare la gente, così come non bisogna suscitare false speranze di soluzione se non vogliamo poi provocare delusioni, diffidenze, sfiducia e avversioni.

Nostro compito, invece, è quello di vedere i mali di Gela, noncome qualcosa da osservare e denunciare, ma soprattutto come problemi da risolvere e superare.
Ma i mali, per essere superati, devono essere prima compresi, operazione possibile solo con un’analisi del nostro recente passato che fornisce già una spiegazione delle condizioni presenti.
Se si vuole realmente comprendere, quindi, la Gela di oggi, non si può non partire dall’insediamento della grande industria per finire infine alla firma del protocollo di intesa.
Sono questi i due avvenimenti principali che hanno condizionato e continuano a condizionare la nostra città in tutti i suoi aspetti.

Messi da parte tutti i sogni che molti (politici e non) ci avevano promesso, con la firma del protocollo la città ha dovuto prendere coscienza che gli effetti moltiplicativi di crescita sono falliti e, al contrario, le condizioni di degrado del territorio si sono persino pesantemente aggravate.
Tutto è stato sacrificato agli interessi del Petrolchimico, a cominciare dall’industria turistica e dalla stessa agricoltura, settori questi che invece di essere potenziati sono stati lasciati al loro destino.

Gela insomma, occupa un posto del tutto particolare nel panorama del mezzogiorno industrializzato.
Essa rimarrà come l’esempio di un’industrializzazione fallita che non ha generato alcun sviluppo e che anzi, ha lasciato sul campo molte macerie.
Sì cari consiglieri e cari colleghi della giunta, anche se non è questo il momento per analizzare un fenomeno così vasto e non è questa la sede per trovare i responsabili di questi risultati, dobbiamo tuttavia avere la consapevolezza che tutte le criticità della Gela di oggi, comprese eventuali positività, discendono e sono la diretta conseguenza del ruolo e delle scelte fatte in quei momenti significativi della storia di Gela.

Perché non dimentichiamolo che Gela è una città emblematica balzata alle cronache nazionali parecchie volte: abusivismo, mafia, antimafia e notizia di questi giorni, vicende come quella del caso Montante e del caso Palamara che in qualche modo toccano e lambiscono la nostra città, a dimostrazione che Gela per la presenza di un colosso come l’Eni, è stata al centro di operazioni più o meno oscure, non sempre indirizzate al bene della comunità.

In questo contesto non possiamo e non dobbiamo dimenticare il ruolo negativo svolto dalla criminalità che ha reso Gela debole e l’ha tenuta lontana dalle trasformazioni industriali che si sono prodotte in altri posti dell’isola.
Non sono colpito da una sindrome anti industriale.
Non sono, per cultura contro l’industria. Sono però a favore di Gela che va risarcita senza se e senza ma.

Spetta a me, spetta a tutti noi sapere analizzare con serenità e rigorosità i meccanismi sociali, economici e politici che la nuova fase dell’industrializzazione sta creando.
La nostra città sta pagando un prezzo molto caro e troppo pesante. So bene che la situazione del Mezzogiorno è disastrosa ma so anche bene che Gela presenta, purtroppo, certe sue specificità e alcune caratteristiche non riscontrabili altrove o, comunque, non con questa gravità ed intensità.
Mi limito in questo contesto solo ad elencarne le più significative:

1) La presenza di una criminalità che continua a provocare danni all’economia e all’immagine della nostra città.
2) Una condizione giovanile, a Gela particolarmente così grave, da rappresentare uno dei motivi di allarme da parte di Sua Eccellenza il Presidente della Corte di Appello di Caltanissetta.
3) Una agricoltura priva di progettualità e con tanti limiti come dimostra la triste vicenda Agroverde.
4) Una città di mare con due infrastrutture portuali non fruibili.
5) Un patrimonio artistico e archeologico di valore inestimabile non valorizzato adeguatamente come meriterebbe.
6) Due palazzetti dello sport e uno stadio non fruibile, che mortificano il valore formativo e sociale dello sport.
7) Due parcheggi, costati l’ira di Dio, non utilizzati e vandalizzati.
Non credo che esistano altre città che possano vantare questi primati e mi scuso se ne ho dimenticati altri.

Ma la vera specificità è quella legata all’Eni.
Gela è l’unica città europea infatti che, dopo avere ospitato nel proprio territorio il più grande insediamento petrolchimico continentale, oggi viene abbandonata al proprio destino e, a differenza di Taranto, non è stata al centro di un dibattito nazionale.
Questo è il primo vero compito che dobbiamo affrontare.

Bisogna rinegoziare gli accordi con l’Eni e chiamerò alle proprie responsabilità tutta la classe politica e sindacale che dovranno sostenermi in questo difficile e fondamentale lavoro da cui dipendono le sorti della nostra città.
Non ho mai abbandonato la piena consapevolezza che questo ruolo delicato e importante, mi è stato affidato per restituire, alla scadenza del mio mandato, una città migliore di oggi.

La vicenda Eni e la firma del protocollo hanno condizionato e determinato un cambiamento politico che a Gela non si era mai registrato.
Non si spiegherebbe altrimenti il successo di quattro anni fa di Domenico Messinese (a cui umanamente auguro ogni bene), né la fiducia al progetto civico da me rappresentato.
Sarebbe grave, vista la fiducia accordatami, che anche la mia giunta non riuscisse, come quella passata, a dare le giuste risposte e deludesse le aspettative dei cittadini gelesi.
Assumo il ruolo di sindaco con molto onore e grande emozione.

Mi sono imposto di mettermi al servizio dei cittadini e chiedo a tutti di fare altrettanto, di mettere cioè da parte l’ambizione personale a vantaggio del bene collettivo.
Prendo l’impegno di essere il sindaco di tutti, anche di quei cittadini che non mi hanno votato e hanno eletto in questo consiglio quanti svolgeranno il ruolo di oppositori.
Il confronto tra coloro che hanno idee e programmi diversi rafforzerà la democrazia e permetterà alla nostra società di maturare e alla nostra comunità di consolidarsi.
Il consiglio comunale, palestra democratica del confronto civile, deve essere un luogo in cui, nella garanzia della trasparenza, vanno messe sul tavolo idee e soluzioni che possano aiutare la nostra comunità a migliorare la propria condizione.

Ma deve essere anche un luogo in cui far prevalere l’ascolto sulla protervia e la sopraffazione.
Ecco perché chiedo a tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, di aiutarmi a vivere in uno spirito di servizio.
A voi tutti chiedo il massimo impegno nella collaborazione costruttiva, con sano spirito critico.
A tutti noi spetta dunque il compito di risollevare le sorti della città e di ridare fiducia a tutti quei cittadini che, numerosi, non si sono recati alle urne.
Dobbiamo sapere abbandonare parole come egoismo, demagogia e intolleranza.

Bisogna invece dare forza a dialogo e ascolto, con sobrietà e gentilezza.
La città giustamente, dopo tante delusioni, si aspetta un vero e reale cambiamento.
Spetta a tutti quanti impegnarsi a dare le giuste risposte perché “la Politica non è un’avventura personale, ma è un meraviglioso viaggio collettivo”! Così voglio intenderla io, così spero vogliate intenderla tutti voi.

(Gela, aula consiliare, 7 giugno 2919)