Politiicamente scorretto/ Quei mafiosi in bicicletta

Politiicamente scorretto/ Quei mafiosi in bicicletta

Nell’ultima settimana prima del voto per le amministrative, uno degli argomenti che è balzato agli onori delle cronache con prepotenza è la presenza della mafia.

Non è argomento da campagna elettorale, o almeno non dovrebbe esserlo, ma non è così, e il comune denominatore dell’argomento è uno dei suoi più attenti conoscitori, esponente di quella antimafia di sapore elettoral-mediatico che ormai ha fatto il suo tempo, e cioè l’ex presidente della Regione Crocetta.
Intervistato da più parti (e non si spiega il motivo), Crocetta, che per qualche mese si era tenuto in disparte dai media, ci ha fatto sapere che i nuovi boss della mafia, a cui è stata ritirata la patente, starebbero marcando il territorio con le bici elettriche.

Sarà forse vero, chissà, magari usano le biciclette di marca Montante, prodotte da quell’altro campione dell’antimafia attualmente sotto processo a Caltanissetta e per il quale il pubblico ministero ha chiesto una condanna di dieci anni e mezzo di reclusione.

Però Crocetta, col tempo, migliora: oggi si accorge dei boss in bicicletta, mentre negli anni scorsi, quando governava la Sicilia, non si è mai accorto – così riferisce – del verminaio di Confindustria, e si giustifica affermando che “certi nomi” gli venivano accreditati da prefetti e questori (quindi non poteva avere alcun dubbio sulla loro trasparenza).

Nel frattempo, qualcuno come Riccardo Greco, che ha denunciato gli estortori e ha ricevuto in cambio un’interdittiva antimafia che lo ha spinto al suicidio, è stato ricordato , con lacrime di coccodrillo, dal plenum della Federazione Antiracket, i cui esponenti, Tano Grasso in primis, hanno rilasciato due dichiarazioni che fanno letteralmente rabbrividire.

Secondo loro, la legge attuale non va modificata, va bene così com’è, cioè con un funzionario burocrate dello stato (leggi prefetto) che ha la potestà di fare il bello e il cattivo tempo, di far vivere o morire un’azienda, più o meno come gli imperatori romani decidevano la vita o la morte dei gladiatori aò Colosseo.

Se poi non bastasse, secondo gli Antiracket lo Stato non ha alcuna responsabilità nella morte di Greco: figuriamoci, è stata una sua scelta, lo Stato non c’entra nulla…
Mi scuoto dai brividi e cerco di pensare positivo. Se non altro perché, per la chiusura della campagna elettorale sarà a Gela il prode ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il quale ha dichiarato – e come non credergli? – che sbarca due giorni in Sicilia “per sconfiggere la mafia”. Ecco, ora sono più tranquillo: altro che bici elettriche, d’ora in poi i boss viaggeranno verso l’eliminazione totale.