Venghino, venghino, signori! Tra pochi giorni, il 28 aprile, avremo il nuovo consiglio comunale (per il sindaco è probabile che se ne parlerà il 12 maggio).
I circa trecento candidati si muovono come birilli impazziti alla ricerca di consensi. Nulla di nuovo, e nulla di anormale: per “salire” nel paradiso dell’aula consiliare è necessario autopromuoversi e mobilitare parenti e amici. Si è sempre fatto così e sempre si farà.
Il dubbio angosciante che mi opprime, però, osservando le liste, riguarda la idoneità degli eventuali consiglieri a svolgere il loro compito pubblico., la loro preparazione ad affrontare argomenti sui quali forse hanno solo qualche pallida idea.
Ovviamente tra i candidati ve ne sono alcuni assolutamente preparati, gente che magari ha fatto una rispettabile gavetta in partiti e movimenti, o magari ha già rivestito cariche pubbliche. Ma ce ne sono altri che, seppur degnissime persone, non hanno forse tanta familiarità con la vita pubblica.
Ho già scritto di candidati che su facebook dimostrano di non conoscere la grammatica italiana. Ma è un peccato veniale: figuriamoci, in Italia abbiamo vicepremier e ministri che non sanno usare il congiuntivo…
Però mi piacerebbe che ogni elettore, prima di scegliere chi votare, facesse ai candidati qualche semplice domanda. Ad esempio: conosci le funzioni del consiglio comunale? E quelle del sindaco e della giunta? Sai cos’è un bilancio comunale, un Piano triennale, la dotazione organica del personale? Conosci i debiti fuori bilancio? Quali competenze ha il Comune in rapporto ai “Liberi Consorzi” e alla Regione? Quali sono i servizi obbligatori che il Comune deve fornire ai cittadini? E via di questo passo.
So bene che non sarà affatto così. Ogni candidato verrà votato solamente perché è parente, o compare, o parente del compare, o magari perché, nel chiedere il voto, fa risaltare il suo ruolo dal quale, in caso di risposta negativa, ti potrà creare qualche problema.
Speriamo bene. Lo sapremo tra due settimane. Con i migliori auguri a Gela per il suo futuro.